Lettere dal delirio

Gourmand...


Rivolevo i miei passi...e li rivolevo tutti...la loro pacata consuetudine...la calma consequenzialità...misurava spazio e tempo...erano la culla clemente dove curavo le mie malinconie...ma una parte di me non si è mai arresa...ha smesso di inventare trucchi...come in un gioco di carte...e le calze nere...erano anche loro un trucco...cui ho smesso di cedere...sfibrando la pelle...ho penetrato la mia stessa nudità...lasciando che la schiena...arco frenetico di fremiti...come un lungo diapason dorato...scandisse altri suoni...apici d'orgasmo...su note morbide...le ginocchia rinserrate...come porte Scee...ad acuire il sentirti...senza lasciarti...mai...Esosa..."Hanno lasciato Gerico dalle gambe chiuse dove la vita si conclude vengono da Napoli dove tutto rinasce e ricomincia è la sgargiante processione dei senza fede redenti, guariti e debitori. "Fossati