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La letteratura è la confessione che la vita da sola non basta. F.Pessoa
Creato da Michaelibri il 11/03/2012Area personale
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Post n°20 pubblicato il 22 Settembre 2012 da Michaelibri
Tornato dal Sud America avevo bisogno di qualcosa che mi potesse prendere parecchio e che mi facesse rilassare allo stesso tempo, una lettura non troppo filosofica, più spicciola e cinematografica, così ho optato per un fumetto, a dire il vero il Re dei fumetti del decennio: Sin City. Ho comprato tutti i volumi e dopo il primo ho pensato che forse tutti i luoghi comuni sul fumetto sono da rivedere in quanto il noir presente nelle parole di Frank Miller è degno dei migliori autori di letteratura del novecento. E' un noir più sul dark, un nero ruvido che ti taglia in due l'anima, un lato ha voglia di sangue e azione, un lato di tormento, quello di Marv nel primo episodio della serie, uno psicotico e sfigurato omone solitario alle prese con la ricerca dell'assassino della sua Goldie, è davvero coinvolgente. Ciò che più stupisce è che Sin City nasce come prodotto di nicchia per un editore non importantissimo. Poi spopola e diventa un cult mondiale. La prima storia appare in origine su Dark Horse Comics, diviso in tredici parti e solo successivamente stampato in un unico volume. E' forse il più famoso, il meglio riuscito. Se dovete scegliere quindi, scegliete "Un duro addio". E se proprio volete continuare, andate su "Quel bastardo del giallo" e "Affari di famiglia". Se questi tre sono state le prime scelte di Robert Rodriguez per il suo film, ci sarà pure un motivo. E' già pronto il nuovo film basato su "Alcol, pupe e pallottole", credo che sarà un deja vu, così come il volume da leggere, ma non sarà eccessivamente stancante. Mike La Volpe
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Post n°19 pubblicato il 14 Aprile 2012 da Michaelibri
Oggi non si parla di scrittori, registi e autori, ma si parla di semplici manovali della battuta, ragazzi che svolgono un servizio per la cultura, per la comicità, per la storia comedy americana senza chiedere niente in cambio. Non tutti parliamo l'inglese, questa è stata la considerazione che deve aver fatto Daniele Luttazzi quando rubò le battute dei migliori Re della battuta americani. I ragazzi di Comedy Subs hanno portato alla mercè anche di noi italiani, un materiale che non poteva non essere messo anche a nostra disposizione, specie quello del compianto Bill Hicks. Trovate anche centinaia di video su Youtube, ma il loro sito è ww.comedysubs.org. Dicono: "Il nostro è un gruppo di fansubs del tutto inedito. Esistono tonnellate di gruppi che sottotitolano anime, numerosi gruppi che sputano fuori i sottotitoli per i telefilm pochi minuti dopo che vengono messi in onda, tanta gente che si diverte a sottotitolare film rari, ma nessuno finora aveva pensato di mettersi a tradurre sistematicamente monologhi di comici stranieri. Questa esperienza nasce quasi per caso sul sito www.rerosso.it, quando al sottoscritto venne l’idea di sottotitolare un noto sketch di George Carlin sulla religione. Il successo dell’idea mi spinse a tradurre pezzi di altri comici, come Bill Hicks, Chris Rock, Billy Connolly ed Ellen DeGeneres. A far fare il salto di qualità ai miei sottotitoli fu la proposta di collaborazione da parte di Vaz, già responsabile del fortunato gruppo Bowling Ball Fansubs. Con il suo aiuto, sono passato a tradurre interi spettacoli e a distribuirli con una qualità migliore, sia sul mio sito che su quello dei BBF. Alla fine, altri appassionati di satira hanno voluto unirsi alla squadra, proponendomi traduzioni che io rivedevo e pubblicavo. Per questo con Vaz abbiamo deciso di creare questo nuovo gruppo. Se volete far parte dei ComedySubs, fate un fischio!" |
Post n°18 pubblicato il 04 Aprile 2012 da Michaelibri
Non molto tempo fa mi capitò tra le mani un singolare libro, un pulp scritto forse per voi giovani amanti del genere, ma ambientato nel mondo ormai sconosciuto dei western. Portava la prefazione di un volto noto del cinema, sceneggiatore di alcuni dei più grandi film della mia epoca come <> interpretato dal mito De Niro o <> con Sofia Loren e il compianto Mastroianni. Il soggetto di quest'ultimo film fu scritto da Cornell Woolrich, lo stesso scrittore del capolavoro di Alfred Hitchcock <> e uno dei miei autori preferiti (cosa poco rilevante ne sono al corrente). |
Post n°17 pubblicato il 03 Aprile 2012 da Michaelibri
Si rischia sempre a parlare dei propri miti e comprendo anche che far conoscere Doris Lessing ai più giovani è un'impresa al di fuori delle mie e delle altrui possibilità. Ai miei allievi è piaciuta molto la lezione sui Simpsons e su Tarantino, ma vederli con quei visi tristi quando ho portato con me in aula "La storia di un uomo che non si sposava" edito in italia dal coraggioso editore Guanda, non hanno fatto i salti di gioia. Eppure, nonostante il suo aspetto da nonna quieta, Doris è la scrittrice più posatamente inquieta che abbia mai letto (e io la leggo fin da piccolino). Non ha i ritmi deprimenti di certe autrici giapponesi, ma quando nel modo esplodeva la beat e i beatnik erano all'avanguardia, lei c'era, c'era, lei osservava e scriveva rappresentando una generazione allo sbando senza mai lasciarsi andare nè ad autocompiacimenti nè ad autocommiserazioni. Lo faceva da autrice cinquantenne, ma senza per questo mai distaccarsene. La sua fioritura la ebbe durante la guerra, durante il comunismo, fu quello che la colpì maggiormente e che influenzò la sua scrittura, ma non abbandono alcuna era, mai.
Le opere di Doris Lessing sono comunemente divise in tre periodi: Il comunismo (1944-1956) quando scrive radicalmente su temi sociali, Il tema psicologico (1956-1969) e il Sufismo che viene esplorato nella serie di Canopus. Dopo i temi sufi Doris Lessing ha lavorato in tutte e tre le aree. Il suo romanzo Il taccuino d'oro ("The golden notebook") è considerato un classico della letteratura femminista da molti studiosi, ma stranamente non dall'autrice stessa. Il romanzo la fece entrare nella rosa dei possibili candidati al Premio Nobel, ma i suoi successivi romanzi di fantascienza la screditarono, eliminandola dalla rosa dei possibili vincitori. Quando le chiedono quali dei suoi libri considera il più importante, sceglie la serie fantascientifica di Canopus in Argos. Questi libri mostrano, da molti punti di vista, come una società avanzata può combattere l'evoluzione forzata (vedi anche il Ciclo delle Cinque Galassie di David Brin). La serie di Canopus è basata in parte sul sufismo, cui l'Autrice fu introdotta da Idries Shah. I suoi primi lavori sullo "spazio interno" come Memorie di una sopravvissuta sono anch'essi connessi a questo tema. A parte questo, ha scritto numerosi racconti sui gatti, che sono i suoi animali preferiti. Da comprendere. Mike La Volpe
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Post n°16 pubblicato il 30 Marzo 2012 da Michaelibri
Non sono un appassionato di Banana, ma sotto consiglio dei miei alunni, ho postato anche lei perchè è una di quella utrici che vanno lette, più per capire un mondo a noi lontano che per un'acquisizione letteraria senza precedenti. Banana rappresenta per la prima volta il lato oscuro di una società apparentemente perfetta, ma interiormente tormentata, come dimostrano poi quei manga che tanto hanno angosciato anche noi. Mahoko Yoshimoto, in arte Banana, è nata il 24 luglio 1964 a Tokyo. Suo padre, Takaaki Yoshimoto, è un famoso critico letterario e poeta di formazione marxista i cui lavori hanno influenzato profondamente i movimenti radicali studenteschi giapponesi degli anni ‘60. L’infanzia di Mahoko è caratterizzata da una libertà molto superiore a quella delle sue coetanee dovuta principalmente alle idee politiche del padre. Già prima della laurea, infatti, esce di casa e si trasferisce in un appartamento che condivide con il fidanzato. Dopo il diploma in arte e letteratura preso nel 1987 presso la Nihon University in Tokyo, Mahoko assume lo pseudonimo deliberatamente androgino di “Banana” ed inizia la carriera di scrittrice. Qualcuno ha supposto che la scelta del nome “Banana” sia legata alla passione dell’autrice per i fiori rossi del banano, pianta di cui tiene un esemplare nella casa di Tokyo, ma “Banana” è anche, e soprattutto, un nome che si pronuncia quasi ugualmente in tutte le lingue e si ricorda molto facilmente. Lei, intervistata sull’argomento, ha risposto semplicemente di avelo scelto perchè... è carino. Curiosità: Altre informazioni: http://www.yoshimotobanana.com/ Premi letterari vinti Bibliografia - L'abito di piume - Feltrinelli 2005 Da progetto babele |
Inviato da: gimbo600
il 09/01/2013 alle 01:34
Inviato da: pgmma
il 06/05/2012 alle 10:00