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La letteratura è la confessione che la vita da sola non basta. F.Pessoa

Creato da Michaelibri il 11/03/2012
 

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Un noir che taglia l'anima

Post n°20 pubblicato il 22 Settembre 2012 da Michaelibri
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Tornato dal Sud America avevo bisogno di qualcosa che mi potesse prendere parecchio e che mi facesse rilassare allo stesso tempo, una lettura non troppo filosofica, più spicciola e cinematografica, così ho optato per un fumetto, a dire il vero il Re dei fumetti del decennio: Sin City. Ho comprato tutti i volumi e dopo il primo ho pensato che forse tutti i luoghi comuni sul fumetto sono da rivedere in quanto il noir presente nelle parole di Frank Miller è degno dei migliori autori di letteratura del novecento. E' un noir più sul dark, un nero ruvido che ti taglia in due l'anima, un lato ha voglia di sangue e azione, un lato di tormento, quello di Marv nel primo episodio della serie, uno psicotico e sfigurato omone solitario alle prese con la ricerca dell'assassino della sua Goldie, è davvero coinvolgente.

Ciò che più stupisce è che Sin City nasce come prodotto di nicchia per un editore non importantissimo. Poi spopola e diventa un cult mondiale. La prima storia appare in origine su Dark Horse Comics, diviso in tredici parti e solo successivamente stampato in un unico volume. E' forse il più famoso, il meglio riuscito. Se dovete scegliere quindi, scegliete "Un duro addio". E se proprio volete continuare, andate su "Quel bastardo del giallo" e "Affari di famiglia". Se questi tre sono state le prime scelte di Robert Rodriguez per il suo film, ci sarà pure un motivo.

E' già pronto il nuovo film basato su "Alcol, pupe e pallottole", credo che sarà un deja vu, così come il volume da leggere, ma non sarà eccessivamente stancante.
Consiglio a tutti la lettura di Sin City.

Mike La Volpe

 

 

 
 
 

I manovali della battuta di Comedy Subs

Post n°19 pubblicato il 14 Aprile 2012 da Michaelibri
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Oggi non si parla di scrittori, registi e autori, ma si parla di semplici manovali della battuta, ragazzi che svolgono un servizio per la cultura, per la comicità, per la storia comedy americana senza chiedere niente in cambio. Non tutti parliamo l'inglese, questa è stata la considerazione che deve aver fatto Daniele Luttazzi quando rubò le battute dei migliori Re della battuta americani. I ragazzi di Comedy Subs hanno portato alla mercè anche di noi italiani, un materiale che non poteva non essere messo anche a nostra disposizione, specie quello del compianto Bill Hicks. Trovate anche centinaia di video su Youtube, ma il loro sito è ww.comedysubs.org.

Dicono:

"Il nostro è un gruppo di fansubs del tutto inedito. Esistono tonnellate di gruppi che sottotitolano anime, numerosi gruppi che sputano fuori i sottotitoli per i telefilm pochi minuti dopo che vengono messi in onda, tanta gente che si diverte a sottotitolare film rari, ma nessuno finora aveva pensato di mettersi a tradurre sistematicamente monologhi di comici stranieri. Questa esperienza nasce quasi per caso sul sito www.rerosso.it, quando al sottoscritto venne l’idea di sottotitolare un noto sketch di George Carlin sulla religione. Il successo dell’idea mi spinse a tradurre pezzi di altri comici, come Bill Hicks, Chris Rock, Billy Connolly ed Ellen DeGeneres.

A far fare il salto di qualità ai miei sottotitoli fu la proposta di collaborazione da parte di Vaz, già responsabile del fortunato gruppo Bowling Ball Fansubs. Con il suo aiuto, sono passato a tradurre interi spettacoli e a distribuirli con una qualità migliore, sia sul mio sito che su quello dei BBF.

Alla fine, altri appassionati di satira hanno voluto unirsi alla squadra, proponendomi traduzioni che io rivedevo e pubblicavo. Per questo con Vaz abbiamo deciso di creare questo nuovo gruppo. Se volete far parte dei ComedySubs, fate un fischio!"

Fateci un salto

 
 
 

Alessandro Cascio - Diari da un pianeta sconosciuto

Post n°18 pubblicato il 04 Aprile 2012 da Michaelibri
Foto di Michaelibri

Non molto tempo fa mi capitò tra le mani un singolare libro, un pulp scritto forse per voi giovani amanti del genere, ma ambientato nel mondo ormai sconosciuto dei western. Portava la prefazione di un volto noto del cinema, sceneggiatore di alcuni dei più grandi film della mia epoca come <> interpretato dal mito De Niro o <> con Sofia Loren e il compianto Mastroianni. Il soggetto di quest'ultimo film fu scritto da Cornell Woolrich, lo stesso scrittore del capolavoro di Alfred Hitchcock <> e uno dei miei autori preferiti (cosa poco rilevante ne sono al corrente).
In questo calderone di nomi noti, spiccava in copertina quello dell'autore Alessandro Cascio, poco noto ma che sembrava promettere bene stando alle parole di Gastaldi. Comprai il romanzo.
Io insegno a Roma ma vivo in periferia da qualche anno e che se ne dica, la distanza non mi pesa perchè mi permette di rilassarmi e leggere in tutta tranquillità. Touch and splat lo lessi nella durata di un viaggio e mi colpì così tanto che decisi d'indagare ancora, perchè è così che fanno i buoni lettori, scavano fino a quando non trovano quel che cercano. Comprai giorni dopo un altro romanzo dell'autore, anch'esso con la prefazione illustre del giornalista Vincenzo Mollica dal titolo <>. Niente più uccisioni ed enigmi, ma un viaggio sul filo del noir in un mondo che l'autore definisce <>, capace di farti abitare per qualche ora le strade dell'arcipelago di Capo Verde senza esserci mai stato. E' l'incantevole storia d'amore tra un uomo che non ha più nulla da perdere e una baby prostituta, una storia circondata da panorami mozzafiato e tanta musica di classe come la splendida The man i love di Ella Fitzgerald.
Se insegno letteratura è per passione. Non ci si arricchisce di certo facendo l'insegnante, non ti renderà noto e non ti farà girare il mondo. Uno dei miei migliori pregi penso che sia sempre stato quello di non volere andare oltre, sono uno studioso, un accanito lettore che non ha mai provato a scrivere, sono un attento osservatore a volte, altre volte distratto. Sì, perchè chiunque nell'era di Facebook, avrebbe cercato l'autore per capire chi fosse ma io invece no, io ho continuato a leggere i suoi libri. Che strano individuo che sono, me lo dicono sempre i miei allievi.
Quando il postino mi consegnò <> non mi aspettavo di certo di impregnarmi di un'inquietudine che porto con me ancora oggi che ne scrivo dopo quasi un mese dalla mia ultima lettura. Un romanzo così non l'avevo mai letto prima d'ora, forse si avvicina un po' al disgustoso <> di Josè Saramago, ma neanche a dire il vero, Saramago non rappresenta nessuna cruda realtà, la ipotizza. Splatter baby narra le vicende di una baby gang che vive in un desolato borgo nel sud dell'Inghilterra, un posto che non esiste nella realtà e che potrebbe essere qualunque posto al mondo. Il sogno di questi bambini è quello di finire in Tv, non da attori di reality o fiction, ma come personaggi amatoriali di Real Tv. Il romanzo inizia con una scena da sconsigliare ai deboli di stomaco e agli amanti degli animali. Il peggiore tra i bambini, Miller Lang, per far colpo sulla scolaresca inchioda un cagnolino su un'auto radiocomandata. Il tutto viene descritto quasi come fosse una crocifissione. Ciò che seguì mi colpì ancora di più, tanto che decisi di portare il libro in aula e leggerlo ai miei alunni.
La scena che lessi (perchè di scena si tratta, visto che Cascio scrive una letteratura da cinema) fu questa:

La direttrice quei vestiti non li indossava più da tempo, da quando aveva messo su tante di quelle taglie che adesso quegli abiti le sarebbero entrati in una gamba e anche stretti. Per una donna la propria decadenza fisica dovuta agli anni che passano è difficile da accettare, ma solitamente il fascino resta immutato per le persone colte, almeno così pensava la madre di Rosalie che era immersa tra libri e studi come se dovesse sostenere un esame per la tomba. Ma da qualche tempo la direttrice aveva capito che era tutto inutile, che era già abbastanza colta per un paese di stupidi come Trenchtown, che diventarlo ancora di più non sarebbe servito poi a molto, visto che doveva già smorzare la propria cultura per venire in contro all’ignoranza altrui. Così, alla decadenza fisica si accompagnava la decadenza mentale, la più dura da sopportare, quella che l’avrebbe resa vecchia e non matura, da buttare piuttosto che da ammirare. Vedere la figlia bella com’era lei da giovane le provocava una rabbia tale da portarla a riempire quei vestiti di spilli per  far si che la figlia non l’indossasse o che almeno patisse il dolore di non poter portare certi capi. Come spilli che ti perforano la carne, era quel dolore. Di sensi di colpa per ciò che faceva ne aveva eccome, ma erano più accettabili di un senso di inferiorità che l’aveva anche fatta sentire insana, da manicomio.
“Aspetta”, disse Rosalie, “devo prima fare una cosa.”
Prese un cofanetto dalla sua stanza con dentro delle calamite che gettò addosso al vestito che si aggrovigliò attorno a quelle.
“Prima devo levare queste trappole e poi potrai indossarlo.”
Kitty rimase a guardare, la cosa non era normale e lo fece notare anche Rosalie.
“Non ci fare caso”, disse, “normale amministrazione, credimi, piccole pazzie quotidiane di casa nostra.”
Poi ridendo si raccolse i capelli e si guardò allo specchio dicendo: “Mia madre è gelosa perché io sono più bella di lei.”
Appena finito tirò fuori una trentina di spilli, piccoli abbastanza da non rovinare il vestito, opera di un lavoro certosino.
“Ecco, adesso puoi spogliarti”, disse Rosalie: “Ti starà benissimo” e poi aspettò che l’amica si svestisse.


Un scrittore è tale se ti apre le porte della percezione come gli acidi dei beatnik inglesi, ne scrisse Bourroughs (di cui ho parlato in articoli addietro) scrisse sia degli acidi sia di quel tipo di scrittori che aimè adesso non ne fanno più tanti. Ho domandato ai miei allievi cosa avesse suscitato in loro quel pezzo e mi hanno risposto <>, <>, <>. Mi lasciò sbalordito l'affermazione di una mia allieva ancora molto giovane che mi illustrò come cose del genere ai giorni nostri capitano anche se non sono agli occhi di tutti, colpa della televisione. E proprio contro la televisione è scritto questo romanzo, ma non solo, perchè come lo stesso autore dice: <>.
Un romanzo capace con quella destrezza e quella tecnica di dichiarare che <> meriti di stare negli scaffali di tutte le librerie perchè, per quanto io abbia letto tanto sull'argomento, nessuno scrittore ha mai affrontato prima la frustrazione di quei bambini che per caso, nell'arco della loro breve vita, sono arrivati alla conclusione che un genitore oltre a regalare la vita regala un'enormità di dolore, d'ignoto e per ultima, la morte. Per questo un genitore non va ringraziato.
Decido di contattare Alessandro Cascio, un giovane uomo che non passa di certo inosservato. Il suo profilo Facebook si presenta con una dichiarazione di dissenso verso lo sfruttamento della manovalanza del terzo mondo usata per la censura oltremodo smodata nel più diffuso social network al mondo. E' combattivo come mi aspettavo. Tatuato, la sua casa è il mondo, vive a Praga, ha trentaquattro anni e parla per ore di Cobain e di come Walt Disney non abbia in realtò disegnato nessuno dei personaggi Disney. Mi dice: <>.
<>
Quando leggi un libro e sai che lo scrittore è sincero, allora è come se qualcuno ti avessere regalato un po' della sua vita. Questo ti rende orgoglioso di essere un lettore.
Nella mia breve intervista, due chiacchiere visto che io non sono un giornalista, Alessandro Cascio mi è sembrato Neil Cassidy che Jack Kerouac rappresentò nel suo <> come uno scapestrato talentuoso che avrebbe fatto una miglior fine se avesse rinunciato ad un po' di vita. Cascio quella vita sa viverla e scriverla, lo si legge nelle sue parole.
<>.
Per scrivere rischierei la vita.
Sto leggendo due suoi inediti, uno in realtà l'ho letto in un solo giorno, è un'inequietante fiaba sulla schizofrenia ambientata in una Londra senza tempo. Il titolo è Tre Candele. Cascio odia questo romanzo, tipico comportamento da critico di se stesso, lo stesso comportamento che portò Rachmaninov alla ricerca della perfezione, vana perchè è solo un concetto.
L'altro romanzo è un appassionante noir stracarico di ironia e battute da cabaret eleganti e divertenti che ti fanno comprendere quanto questo autore sia davvero versatile e pieno di capacità che se accompagnata alla passione è il massimo. Ci sono autori pieni di passione, altri pieni di talento, ma solo quando riesci ad arginare entrambe le cose per farle fluire sei un professionista.
Vi lascio qundi scoprire un nuovo autore che poi tanto nuovo non è, lo metto nella lista perchè è uno dei pochi italiani che ha qualcosa da dire e lo dice bene, con tanti di quegli stili che da solo potrebbe gestire una scuola di scrittura e di vita.
Lo dico io che come sanno i miei allievi, non sono uno dai gusti facili.
I suoi libri non sono semplici da trovare in libreria, ma li trovate facilmente e senza dovere usare la carte di credito su www.ibs.it
Vi lascio con questa, un paragrafo soltanto che incollo qui senza chiedere il permesso.

Love Fitness, Corso speciale per gente incapace d'amare
Alessandro Cascio inedito

Sono un beat nella chimica dei rave che non si confronta senza alterazioni e che ha preferito il sesso a Dickens. Canto libertà con chitarre made in China, con corde made in Thailand, plettrate made in Vietnam. Sono un byte in un Mac ingrassato al Mac, scolpito al crunch, abbronzato ad UV e vestito al Brooks, che gira il mondo comodo in economy. So amare più di quanto ami tu, ma è ciò che amo che ti fa ribrezzo, è come amo che ti rende avverso.
“E poi?” chiedo.
“Mi hanno violentata sulla scala, mi hanno derubata e picchiata, mi hanno reso quel che sono”.
Lucy è lo stand by di un TV Color, il backstage di un sogno scelto tra le pagine di una minuscola brochure. La show più sexy di Erotomania.com, la dandy leader delle eiaculazioni dei restless teen, un break da pochi pounds in un display. Sa amare più di quanto ami tu, ma è ciò che ama che ti fa ribrezzo, è come ama che ti rende avverso.

Da leggere e capire.

Mike La Volpe

 
 
 

Doris dei gatti

Post n°17 pubblicato il 03 Aprile 2012 da Michaelibri
Foto di Michaelibri

Si rischia sempre a parlare dei propri miti e comprendo anche che far conoscere Doris Lessing ai più giovani è un'impresa al di fuori delle mie e delle altrui possibilità. Ai miei allievi è piaciuta molto la lezione sui Simpsons e su Tarantino, ma vederli con quei visi tristi quando ho portato con me in aula "La storia di un uomo che non si sposava" edito in italia dal coraggioso editore Guanda, non hanno fatto i salti di gioia. Eppure, nonostante il suo aspetto da nonna quieta, Doris è la scrittrice più posatamente inquieta che abbia mai letto (e io la leggo fin da piccolino). Non ha i ritmi deprimenti di certe autrici giapponesi, ma quando nel modo esplodeva la beat e i beatnik erano all'avanguardia, lei c'era, c'era, lei osservava e scriveva rappresentando una generazione allo sbando senza mai lasciarsi andare nè ad autocompiacimenti nè ad autocommiserazioni. Lo faceva da autrice cinquantenne, ma senza per questo mai distaccarsene. La sua fioritura la ebbe durante la guerra, durante il comunismo, fu quello che la colpì maggiormente e che influenzò la sua scrittura, ma non abbandono alcuna era, mai.
Non partecipò a nessuna lotta apertamente se non attraverso la narrativa e si distacco da quella nomea di autrice femminista che ebbe per molto tempo. Del femminismo disse:

« Quello che le femministe vogliono da me è qualcosa che loro non hanno preso in considerazione perché proviene dalla religione. Vogliono che sia loro testimone. Quello che veramente vorrebbero che io dicessi è "Sorelle, starò al vostro fianco nella lotta per il giorno in cui quegli uomini bestiali non ci saranno più". Veramente vogliono che si facciano affermazioni tanto semplificate sugli uomini e sulle donne? In effetti, lo vogliono davvero. Sono arrivata con grande rammarico a questa conclusione »

Le opere di Doris Lessing sono comunemente divise in tre periodi: Il comunismo (1944-1956) quando scrive radicalmente su temi sociali, Il tema psicologico (1956-1969) e il Sufismo che viene esplorato nella serie di Canopus. Dopo i temi sufi Doris Lessing ha lavorato in tutte e tre le aree.

Il suo romanzo Il taccuino d'oro ("The golden notebook") è considerato un classico della letteratura femminista da molti studiosi, ma stranamente non dall'autrice stessa. Il romanzo la fece entrare nella rosa dei possibili candidati al Premio Nobel, ma i suoi successivi romanzi di fantascienza la screditarono, eliminandola dalla rosa dei possibili vincitori.

Quando le chiedono quali dei suoi libri considera il più importante, sceglie la serie fantascientifica di Canopus in Argos. Questi libri mostrano, da molti punti di vista, come una società avanzata può combattere l'evoluzione forzata (vedi anche il Ciclo delle Cinque Galassie di David Brin). La serie di Canopus è basata in parte sul sufismo, cui l'Autrice fu introdotta da Idries Shah. I suoi primi lavori sullo "spazio interno" come Memorie di una sopravvissuta sono anch'essi connessi a questo tema.

A parte questo, ha scritto numerosi racconti sui gatti, che sono i suoi animali preferiti.

Da comprendere.

Mike La Volpe

 

 
 
 

Autori - Le angosce di Banana

Post n°16 pubblicato il 30 Marzo 2012 da Michaelibri
Foto di Michaelibri

Non sono un appassionato di Banana, ma sotto consiglio dei miei alunni, ho postato anche lei perchè è una di quella utrici che vanno lette, più per capire un mondo a noi lontano che per un'acquisizione letteraria senza precedenti. Banana rappresenta per la prima volta il lato oscuro di una società apparentemente perfetta, ma interiormente tormentata, come dimostrano poi quei manga che tanto hanno angosciato anche noi.

Mahoko Yoshimoto, in arte Banana, è nata il 24 luglio 1964 a Tokyo. Suo padre, Takaaki Yoshimoto, è un famoso critico letterario e poeta di formazione marxista i cui lavori hanno influenzato profondamente i movimenti radicali studenteschi giapponesi degli anni ‘60. L’infanzia di Mahoko è caratterizzata da una libertà molto superiore a quella delle sue coetanee dovuta principalmente alle idee politiche del padre. Già prima della laurea, infatti, esce di casa e si trasferisce in un appartamento che condivide con il fidanzato. Dopo il diploma in arte e letteratura preso nel 1987 presso la Nihon University in Tokyo, Mahoko assume lo pseudonimo deliberatamente androgino di “Banana” ed inizia la carriera di scrittrice. Qualcuno ha supposto che la scelta del nome “Banana” sia legata alla passione dell’autrice per i fiori rossi del banano, pianta di cui tiene un esemplare nella casa di Tokyo, ma “Banana” è anche, e soprattutto, un nome che si pronuncia quasi ugualmente in tutte le lingue e si ricorda molto facilmente. Lei, intervistata sull’argomento, ha risposto semplicemente di avelo scelto perchè... è carino.
I primi tempi non sono molto facili, Mahoko lavora come cameriera in un golf-club guadagnando 480 dollari al mese (una vera miseria in Giappone) e nelle pause del lavoro abbozza i suoi racconti sui tavolini del caffè del club. L’attesa è però breve e già nel 1988, con la pubblicazione di “Kitchen” (oggi tradotto in venti lingue), il nome di Banana Yoshimoto balza agli onori della critica letteraria. Per questo romanzo d’esordio, infatti, le viene assegnato il premio Kaien per gli scrittori esordienti nel Novembre 1987 e, successivamente, il premio letterario Izumi Kyoka nel Gennaio 1988. Il verdetto è unanime: è nata una stella! Anche se non tutti i critici sono concordi per quel che riguarda il valore letterario delle sue opere, queste vengono ampiamente tradotte (e vendute). La semplicità, almeno apparente, dello stile viene compensata dalla forte carica polemica (e politica) e dai temi, anche scabrosi, che vengono affrontati con la massima disinvoltura. A quasi vent’anni dall’esordio letterario Banana Yoshimoto ha recentemente dichiarato di essere oggi interessata a nuovi argomenti, come l’esoterismo e l’humor nero, ha avvisato i lettori di tenersi pronti per qualcosa di veramente nuovo e non ha nascosto di aspirare al premio Nobel... (Marco Roberto Capelli)

Curiosità:
- Il padre Takaaki è anche autore di un saggio su sua figlia intitolato "Yoshimoto Takaaki X Yoshimoto Banana".
- "Kitchen" è in realtà costituito da tre romanzi brevi, tra i quali "Moonlight Shadow" che è in assoluto il primo romanzo scritto da Banana Yoshimoto, essendo stato presentato come saggio di laurea nel 1987.
- I suoi registi preferiti sono Dario Argento e Nanni Moretti, che definisce, in un'intervista, "serio ma comico allo stesso tempo".
- Gli scrittori stranieri che preferisce sono Isaac B. Singer, Truman Capote e David H. Lawrence; il suo scrittore giapponese preferito è Marakami Ryu (autore di "Blu quasi trasparente"); il libro del cuore è "Cime tempestose" di Emily Bronte.
- La versione in inglese del suo libro Lucertola è stata dedicata alla memoria del defunto cantante rock Kurt Cobain.
- Anche la sorella di Banana, Haruno Yoiko, è un personaggio pubblico in giappone. E’ infatti famosa per la sua attività di disegnatrice di cartoni animati.

Altre informazioni: http://www.yoshimotobanana.com/

Premi letterari vinti
1987 - Premio Kaien per scrittori esordienti per "Kitchen"
1988 - Premio Izumi Kyoka per "Kitchen"
1988 - Premio del Ministro della pubblica istruzione per scrittori esordienti per "Kitchen" e "Utakata/Sankuchuari"
1989 - Premio Yamamoto Shugoro per "Tsugumi"
1998 - Premio Izumi Kyoka
1993 - Premio Scanno per "N.P."
1995 - Premio Murasaki Shikibu per "Amrita"
1996 - Premio Fendissime Under 35 per "Lucertola"
1999 - Premio Maschera d' argento
2000 - Premio Bunkamura Duet Magot per "Furin to nanbei" (La Piccola Ombra)

Bibliografia
Tutte le opere di Banana Yoshimoto sono state pubblicate in Italia dalla casa editrice Feltrinelli.
Dopo il titolo viene riportato (quando disponibile) l’anno di prima edizione giapponese, tra parentesi la data di prima edizione italiana.

- L'abito di piume - Feltrinelli 2005
- Arcobaleno - Feltrinelli 2005 (2003) Traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini
- Il corpo sa tutto - raccolta di racconti - Feltrinelli 2004
- La piccola ombra 2002 - Feltrinelli 2004 (2002) Traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini
- H/H 1998 - Feltrinelli 2003 (2001) Traduzione di Giorgio Amitrano
- Honeymoon 1997 - Feltrinelli 2003 (2000) Traduzione di Giorgio Amitrano
- Presagio triste 1988 - Feltrinelli 2003 Traduzione di Giorgio Amitrano
- Sonno profondo 1989 - Feltrinelli 2003 (1995) (1994) Traduzione di Giorgio Amitrano e Alessandro Giovanni Gerevini - Contiene: Sonno profondo, Viaggiatori nella notte, Un'esperienza
- Amrita 1994 - Feltrinelli 2002 (1998) Traduzione di Giorgio Amitrano
- Kitchen 1988 - Feltrinelli 2002 (1992) Traduzione di Giorgio Amitrano - Contiene: Kitchen, Plenilunio (Kitchen 2), Moonlight shadow
- Lucertola 1993 - Feltrinelli 2002 (1995) Traduzione di Giorgio Amitrano - Contiene: Giovani sposi, Lucertola, Spirale, Sogno con kimchee, Sangue e acqua, Strana storia sulla sponda del fiume
- N.P. 1991 - Feltrinelli 2002 (1993)Traduzione di Giorgio Amitrano
- Sly 1996 - Feltrinelli 2002 (1998) Traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini
- Tsugumi 1989 - Feltrinelli 2002 Traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini
- L'ultima amante di Hachiko 1996 - Feltrinelli 2002 Traduzione di Alessandro Giovanni Gerevini

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