Catallaxy

"A WAR THAT ITALY FORGOT - Long live Insulo de la Rozoj!"


Sul sito del Corriere qualche giorno fa è apparso un articolo che aveva come oggetto una storia molto singolare, se non straordinaria, cui già c'è un gruppo su facebook. Ieri, visitando il sito del "Movimento Libertario", ho visto il filmato che ho riportato qui sopra, e mi sono deciso a dedicargli un post.Protagonista della vicenda Giorgio Rosa, ingegnere bolognese, figlio di un ufficiale dell'esercito Regio."Sono un liberale, un indipendente che non crede nelle religioni e nei partiti. Quindi anche oggi l'Italia non è il posto giusto per me."Giorgio Rosa Modi e parole da gran borghese, un signore che ha realizzato, seppur per poco tempo, il sogno anarchico di ogni anima indipendente: "costruire qualcosa che fosse libero da lacci e lacciuoli ... "."Insulo de la Rozoj", ovvero tradotto in italiano "L'Isola delle Rose" - perché come stato indipendente aveva anche una lingua ufficiale, l'esperanto - nasce il primo maggio 1968 con atto unilaterale. Stampa anche dei suoi francobolli.Ma l'Italia, con insolita prontezza, risponde all'affronto e soffoca il sogno di autentica libertà che durava da meno di un anno.Così, mentre il 13 febbraio 1969 la Marina militare mina l'isola, che poco tempo dopo verrà inabissata da una tempesta, le piazze d'Italia sono piene di ragazzi che urlano per la "fantasia al potere", manifestano e si uccidono per ideali. Sono gli anni di piombo e la politica sopporta - se non strumentalizza - una generazione che sbraita il nulla e poco altro, piuttosto che rispettare la creazione di un' anima anarchica ma pacifica, che non vuole né potere, né nulla che non sia già suo di diritto.Ma diciamolo, a noi italiani la libertà fa paura: qualcosa che esce dagli schemi, senza offendere il diritto di nessun altro, è inconcepibile e così gli facciamo la guerra: "l'unica che l'Italia sia stata capace di vincere" come dice l'ingegnere.Ma c'è una sorpresa: su Google map una bandiera rossa in mezzo al mare sta a ricordare il sogno iniziato nella primavera del 1968.