Catallaxy

Una questione di educazione. 2


Istruzione non è educazione: educazione è formazione attraverso un complesso ed ampio insieme di esperienze e approfondimenti individuali. Istruzione è invece un protocollo imposto verticalmente, che mira a standardizzare e diffondere il virus dell'omologazione e del conformismo collettivo.La retorica sulla scuola pubblica italiana, una delle tante e funeste "religioni civili", è un inno alla appiattimento critico dei cittadini. Attraverso i dogmi e la socializzazione forzata della scuola pubblica, si sfornano persone annoiate, che hanno delegato gran parte dei loro doveri - e diritti - ad un'autorità superiore. Prima ai genitori, alla comunità e infine allo Stato - oggi si può aggiungere la Comunità Europea.Si accreditano alla scuola pubblica conquiste non sue. Come ad esempio la più diffusa alfabetizzazione della popolazione, ma la verità è che questa deriva dall'aumento di capitale, dalla ricchezza creata dal capitalismo e dalle opportunità di raffinamento tecnologico e culturale che ne conseguono.La scuola pubblica ha sempre avuto un solo obbiettivo di base: l'istruzione del cittadino medio e mediocre. Come dice il batterista dei Beatles Ringo Star "Tutto quello che il governo tocca si trasforma in merda", così anche la cultura e la formazione una volta prese in mano dallo Stato, diventano il mezzo per plasmare il cittadino non-pensante, privo di spirito critico, abituato a bersi tutto ciò che gli viene propinato a scuola.Per questo che è essenziale l'abitudine ad una assoluta fiducia dell'autorità.Abituiamo sin da piccoli i ragazzi ad una vita pianificata, fatta di appuntamenti che scandiscono i loro pomeriggi così da espropriarli del loro tempo e della responsabilità ad esso connessa: della proprietà di se stessi. Li abituiamo sin da piccoli ad essere schiavi di qualcosa di indefinito e superiore, un ordine sociale che subordina l'individuo, così che è l'individuo stesso, incapace di gestire il proprio tempo, lieto di affidare ad altri la propria vita: così si legittima e alimenta il potere."Le nostre scuole sono ... fabbriche in cui i prodotti grezzi (i fanciulli) devono essere modellati e foggiati ... Ed è compito della scuola costruire i suoi alunni secondo le specifiche stabilite."Ellwood P. Cubberly "Public School Administretion"  1922Nelle scuole la noia è un fattore comune e scontatamente considerato come proprio di questo luogo: da una parte " ... i ragazzi ... davano sempre le stesse risposte: dicevano che il lavoro era stupido, che non aveva senso, che lo sapevano già. Dicevano che volevano fare qualcosa di reale ...", dall'altra "chiunque abbia passato del tempo in un' aula insegnanti può garantire che vi si possano trovare scarsa energia, lagnanze e abbattimento. ... Chi non si annoierebbe ad insegnare a dei ragazzi che sono maleducati ed interessati solo ai voti?".  Così scrive John Taylor Gatto, ex insegnante dell'anno della città di New York, descrivendo la situazione dell'istruzione in America, che sembra calzare a pennello anche alla nostra.Sempre Gatto ci elenca tutta una serie di noti americani che non sono passati sotto il compressore dei dodici anni di istruzione obbligatoria: George Washington, Benjamin Franklin, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln, Edison, Carnegie, Rockefeller, Melville, Twain.Ciò ci fa comprendere quanto sia ingiusta e illegittima la tendenza a posticipare la maturità, non solo allungando il percorso della "scuola dell'obbligo", ma anche introducendo tutte quelle questioni che mirano a desensibilizzare e deresponsabilizzare le persone. " ... La maturità è stata bandita da quasi ogni aspetto della nostra vita. Le leggi sul divorzio facile hanno rimosso la necessità di lavorare sulle relazioni; il credito facile ha rimosso la necessità dell'auto controllo fiscale; il divertimento facile ha rimosso la necessità di imparare a divertirsi; le risposte facili hanno rimosso la necessità di fare domande. ..." *La scuola pubblica rappresenta l'arma più efficace per trasformare la persona in cittadino, ovvero per guidare la metamorfosi in ognuno di noi, da individuo indipendente e incontrollabile, a parte di un collettivo: non bisogna cercare il significato in noi stessi, ma bisogna elevare i nostri scopi: bisogna trascendere l'individuo per alimentare la collettività.Attraverso un bagaglio storico, etico, civile, possibilmente religioso, condiviso e indiscutibile ci identifichiamo con insiemi collettivistici come la nazionalità, razza, ideologia, fede. Scrive Butler Shaffer: " Identificando così il nostro senso di scopo e significato in queste astrazioni, ci prepariamo ad essere dominati dalle istituzioni ...".Chiunque mette in discussione il "dogma", viene crocifisso alla gogna collettiva. E' capito non rare volte anche a me:  alle elementari ad esempio ero solito mettere in discussione molte delle regole che mi venivano imposte, soprattutto quelle cui motivazione sembrava  meno importante dell'imposizione stessa. Allora mi accorsi che era inutile difendere le mie ragioni davanti all'indefinito, ad un autorità auto legittimata, che pretendeva "la ragione"  senza spiegare "le ragioni", ma solo facendo valere il proprio potere. E' importante invece crescere, sentire l'obbligo e il peso delle proprie scelte, averne il coraggio: è un esercizio di libertà, per vivere senza chiedere il consenso a nessuno, per non essere soggiogati dalle varie istituzioni pubbliche, per dimostrarsi vaccinati alla propaganda delle religioni civili è necessario fare lo sforzo della propria indipendenza."La scuola addestra i bambini ad essere impiegati e consumatori; insegnategli ad essere leader e avventurieri. La scuola addestra i bambini ad obbedire riflessivamente; insegnate ai vostri figli a pensare criticamente ed indipendentemente. I ragazzi ben istruiti hanno una bassa soglia della noia; aiutate i vostri a sviluppare una vita interna in modo da non essere mai annoiati. Sollecitate i vostri ragazzi a provare del materiale serio, in storia, letteratura, filosofia, musica, arte, economia, teologia - tutto quello che gli insegnanti sanno benissimo evitare. Sfidate i vostri ragazzi con molta solitudine, così che imparino a godere della loro stessa compagnia, a condurre dialoghi interni. Le persone bene istruite sono condizionate a temere la solitudine, e cercano una costante compagnia con la tv, il computer, il telefonino, e con amicizie poco profonde, presto acquisite e presto abbandonate. I vostri figli dovrebbero avere una vita più significativa e possono averla."* * John Taylor Gatto "Come l'istruzione mutila i nostri ragazzi e perché"