"Decidete una volta per tutte di non servire più, e sarete liberi. Non vi chiedo di scacciare il tiranno, di buttarlo giù dal trono, ma soltanto di smettere di sostenerlo; allora lo vedreste crollare a terra e andare in frantumi per il suo stesso peso, come un colosso a cui è stata tolta la base."
Étienne de La Boétie
« E ora solo silenzio. | L’insostenibile ingegner... » |
Ho 22 anni, vivo in campagna vicino ad un paesino. Tutto sommato a venti minuti da Perugia, città che organizza vari eventi di cui andare orgoglioso. Alcuni, di cui sono affezionato partecipante, sono nei link, ma il teatro mi mancava.
L'occasione è stata la messa in scena della commedia del mio amato Eduardo De Filippo, "Filumena Marturano". Ho collezionato vari DVD, con spettacoli interpretati da Eduardo stesso, e mi sono subito appassionato alla sua recitazione: amara e ironica, condita di tic e gesticolazioni tipicamente italiane e che donano il marchio inconfondibiile della sua opera. Insieme alla sua fisicità asciutta, dal viso notevolmente scavato ed espressivo. Ovviamente dal vivo è un' altra cosa, Luca De Filippo, figlio di Eduardo, conserva alcuni tratti del padre e un affermato talento, ma la sorpresa è stata Lina Sastri, un' inerpretazione toccante, aiutata sicuramente dal ruolo.
L'altra sorpresa sono stati i "loggioni" - credo si chiamino così i posti alti del teatro, intimi, da dove si può godere in pace lo spettacolo, nelle pause conversare senza paura di essere spiati o sovrastati dalle altre voci. Abituato come sono al cinema, dove si è ormai bloccati in una "comoda" poltroncina, senza nessuna pausa e costretti in un unica posizione per tutto il tempo, è stato veramente una piacevole sorpresa.
Infine il saluto della compagnia, con inchini ad ogni apertura di sipario, ripetuto il tutto per sette o più volte e puntuali gli applausi sempre più scroscianti.
Finito, non è come al cinema dove c'è una generale fuga, ma tutti ordiantamente tra le chiacchere, ci si direziona alla porta.
"C'aggi' a fa? Tu saie tutto..saie pure pecché me trovo int' 'o peccato. C'aggi'a fa?" Ma essa zitto, nun rispunneva. E accussì faie è ovè? Cchiù nun parle e cchiù 'a gente te crede? Sto parlanno cu te!.... Rispunne! 'E figlie so' figlie!' Me gelaie. Rummanette accussì, ferma. Forse si m'avutavo avarrìa visto o capito 'a do' ne veneva 'a voce: 'a dint' 'a na casa c' 'o balcone apierto, d' 'o vico appriesso, 'a copp' 'a na fenesta.... Ma penzaie: 'E pecchè proprio a chistu mumento? Che ne sape 'a gente d' 'e fatte mieie? È atat essa, allora... È Stata 's Madonna! S'e vista affruntata a tu pe tu, e ha vuluto parlaà... ma ... allora, 'a Madonna pe' parlà se serve 'e nuie.....E quanno m'hanno ditto: 'Ti togli il pensiero!', è stata pur'essa ca m'ha ditto, pe' me mettere 'a prova! E nun saccio si fuie io 'o 'a Madonna ca facette cu 'a capa accussì!"
Una bella serata dopo giornate amarareggiate dalla cronaca politica e dure nel lavoro.
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