Spesso ci impelaghiamo -ed io per prima- in situazioni tali per cui, nonostante tutto, scegliamo di omettere senza pensare che l'altrui chiave di lettura finale sia invece uguale a mentire. Non credo invece ci sia nell'omissione alcunchè di cattiveria... anzi spesso accade proprio l'esatto contrario. Ovviamente mi riferisco a cose di poca importanza... ma anche qui entriamo nella soggettività e ciò che può non essere importante per me, diventa trascendentale per l'interlocutore che magari lo vive come un tradimento.La situazione si complica maggiormente quando si tratta per esempio di un gruppo di persone... In linea di massima sono per la verità sempre e comunque -ma questo è il mio pensiero che in nome di un principio mi taglierei una mano e che anche a costo di strozzarmi con il boccone di una verità dolorosa non la uso per rinfacciarla alla prima occasione- ma tanto per fare un esempio... dove sta il confine tra il dire tutto in nome della verità e tradire chi ha fatto in modo che raccogliessimo in un suo momento di sfogo una qualsiasi confidenza anche su altre persone?Anche in questo caso si parlerebbe di mentire o l'omissione non solo sarebbe ammessa, giustificata, auspicata e persino pretesa???Ebbene, allora diciamola tutta... quando si entra nel campo della soggettività vale tutto e il contrario di tutto... non per cattiveria ma perchè l'essere umano è per sua definizione intrinseca imperfetto e commette degli errori... e ripeto quasi mai per cattiveria ma spesso proprio in buona fede.Ad ogni modo poi ognuno fa i conti con il suo... e sceglie di conseguenza -e ci sono motivazioni che cantano a voce ben più alta di altre ed essendo anche queste soggettive cambiano per ognuno- soprattutto perchè per quanto possiamo essere imperfetti... siamo tutti degli ottimi sarti e ognuno di noi veste il santo come meglio crede... talvolta scegliendo la via più semplice perchè, checchè se ne dica, la verità è sempre... una sedia scomoda e non tutti sono in grado di sedercisi.EndokeReaNelModoMaNonNellaSostanza