LIBERA NOS, DOMINE

Memento mori...


(Memento mori in avorio in un rosario del Cinquecento conservato nel Metropolitan Museum of Art, New York) Poche cose sono certe nella vita e senza ombra di dubbio una su tutte è quella che un giorno dovremo morire.Davanti alla morte, che peraltro a nessuno accade di... vigilia ma quando è la propria ora, come per ogni evento della vita possiamo stare seduti ad attenderla magari con l'aggravante di tentare di ammorbare il prossimo con lamentose e oltremodo contraddittorie giaculatorie inframmentate da sperticamenti vari nell'elogiare qualità supposte o reali con la recondita speranza che attutiscano, o peggio influenzino un ragionamento consequenziale e scevro da malevole seconde (ma anche terze o quarte) intenzioni, oppure semplicemente... vivere!Ed essendo io una persona propositiva e poco incline al vittimismo, sia esso conseguenza di un malessere reale e soprattutto definitivamente inguaribile o di una non voglia alimentata e autoalimentata, la frase memento mori la leggo come un monito per non smettere di lottare per ciò che vale la pena per me perchè, come ricordavo qualche giorno fa con un'amica di vecchia data, chi vuole: fa.Mentre non posso negare e negarmi un'espressione un po' basita perchè mi risulta impossibile non guardarmi attorno a 360 gradi (considerando tutto e non solo quello che mi fa comodo), non posso neanche evitare di sorridere pensando all'intrinseca altrui convinzione che ci sia una malcelata incoerenza nel mio comportamento testardo solo perchè non riuscendo a vedere oltre il proprio naso non si è in grado di comprendere che la vera contraddizione -e quindi l'incoerenza- starebbe proprio nel gettare alle ortiche le proprie convinzioni (supportate dall'esperienza e dall'onestà intellettuale) ma soprattutto i propri valori che vanno ben oltre le circostanze, a maggior ragione quando si conosce perfettamente la differenza tra il cercare un punto di incontro equo ed equanime con dignità e rispetto al fine di un completamento che non può mai essere sopraffazione e l'essere (apparentemente) accondiscendenti.Come sempre la differenza non sta solo nei gesti che compiamo bensì nelle motivazioni che ci inducono a compierli: sempre e comunque.  L'unico problema vero è che spesso e volentieri quando si compie scientemente un'azione in linea con il proprio io ma assolutamente condannabile perchè è un giocare sporco (specialmente quando non ce ne sarebbe davvero alcun motivo perchè il libero arbitrio appartiene a tutti indistintamente!!), si sente la necessità di darsi -e talvolta persino di dare- delle motivazioni tutt'altro che spregevoli per tacitare la propria coscienza, sempre ammesso che se ne abbia una... ça va sans dire! jajajajajaEndokeAmorOditInertes