liberineuroni

Il maratoneta


  Un 11 settembre, o marzo,  che fa crollare grattacieli.Potrei alla prossima siepe svoltare a sinistra, e scappare lasciandomi alle spalle le strade principali.E calata la notte scroccare un passaggio su un camion, libero.Libero tra cespugli e stagni gelati e correre campi che non capisco e boschi che mi mettono paura. Scavalcare colline senza sapere se sto salendo o scendendo, saltare ruscelli che mi gelerebbero il cuore se ci cascassi dentro...Ghiaia che scricchiola sotto i piedi. Nelle budella, come un sacco di chiodi stretto nella morsa da falegname. Cerco di non fermarmi. Corro ancora. Per concludere il km che manca, mi immagino gli altoparlanti che annunciano che sono in testa...E nella solitudine della notte rifletto:mi hanno di nuovo spostato il traguardo.Sono solo a correre.Devo trovare il tempo di fermarmi.Fermarmi a coltivare rose.Stavano in quella magia quando il destino le cancellò.Al destino piacciono le ripetizioni,le varianti, le simmetrie. E' il cuore che parla in musica, Disperato. Senza più percorso, senza mèta.