liberineuroni

Burdos maleittos


  I sogni scapparono il giorno in cui la terra cominciò a tremare sotto i piedi di uomini scalzi. Scapparono prima che la terra si crepasse come una melagrana matura, prima di cacciare fumo nero che sapeva di bestiame  marchiato col fuoco. Si sentì il boato salire. Il cielo prese il colore violaceo dello zafferano selvatico. Per le campagne un lenzuolo di silenzio. Habent sua fata, homines!I sogni si si erano messi a correre all’improvviso. Impauriti. Inseguiti dall’alito caldo del vento di maestrale che li spingeva lontano, oltre le nuvole gonfie di scuro che bollivano come il mosto che fermenta.Il giorno in cui quel tuono salì dal ventre della terra per far ballare le fondamenta delle case, i sogni perduti degli abitanti di Tuili sono diventati bestie mutilate, “burdos maleittos”, lecci nani e piana di basalto.E ancora oggi, di quella pioggia di fogli scuri caduta dal cielo, sembra di sentire il fischio lamentoso di capretto appena sgozzato.