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Un libro per capire “l’eterno presente”


Leggendo la recente pubblicazione di Fiorella Casucci dal titolo “Il futuro è nel nostro passato”, e dal sottotitolo “Frammenti di saggezza antica per un nuovo umanesimo” (Editore Calosci – Cortona, novembre 2016) , mi è tornato in mente il libro di Italo Calvino Perché leggere i classici: un’opera che contiene saggi e articoli sui suoi autori preferiti e sono scrittori, poeti e scienziati che più avevano contato in diversi periodi della sua vita. E l’autore di fiabe e racconti e di tanti romanzi di successo giustifica l’assunto perentorio con proposte di definizioni del tipo un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire, oppure i classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più, quando si leggono davvero, si trovano nuovi, inaspettati, inediti.E il libro di Fiorella Casucci, raccoglie e ci affida lo stesso  convincimento, che giunge, in qualche misura, provvidenziale in un momento storico, in cui la distruzione del passato o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono l’esperienza dei contemporanei a quella delle generazioni precedenti, rappresenta uno dei fenomeni più tipici e insieme più strani del secolo passato e di quello che stiamo attraversando. E il ricorso al pensiero di Seneca, presente nella introduzione del libro, fa da solido architrave alla composizione della ricca e armoniosa architettura delle cento testimonianze sottratte al mondo dei classici greci e latini, oggetto, poi, di sviluppo, indagine e commento nella pubblicazione. Così, chi può dubitare che i grandi del passato nobis nati sunt, nobis vitam praeparaverunt?  E’ una preziosa ed esaustiva raccolta di citazioni quella che Fiorella Casucci ci consegna ed è in grado di aiutare a vincere l’indifferenza del lettore o a stimolare ancor più la sua curiosità fino a spingerlo a prendere in mano l’opera dalla quale quel pensiero o quella massima ha la sua scaturigine.In ogni frammento si avverte l’eco di convinzioni forti, di riflessioni profonde e sofferte, di speranze sincere e progetti lungimiranti. Come non riflettere su quel late biosas (vivi nascosto) di epicurea memoria, nell’epoca dei selfie e della smania di apparire dovunque e con chiunque e che hanno il compito di strapazzare la riservatezza e l’interiorità dell’uomo? Le grandi opere della letteratura o della filosofia non si dovrebbero leggere per superare un esame - sembra ammonirci il libro della Casucci - ma soprattutto per il piacere in sé che suscitano e per cercare di capire se stessi e il mondo che ci circonda. Nelle pagine dei classici, anche a distanza di secoli, è possibile sentire pulsare la vita nelle sue forme più diverse. Insomma i classici non sono altro che la vita interiore dell’umanità, la riserva di consapevolezza di cui l’uomo ha bisogno soprattutto nei momenti di crisi. Non c’è verso di Saffo, o di Catullo, di Orazio che non contenga una lezione di educazione sentimentale. Queste e infinite altre le lezioni che emergono dal libro di Fiorella Casucci e che hanno animato la sua efficace e apprezzata didattica, nel corso del suo insegnamento della lingua e letteratura greca e latina al liceo a generazioni di giovani studenti.Nicola Caldarone