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Sotto il cielo di Cortona.Dialoghi e incontri da tramandare. Ovvero : l'ultimo libro di Ivo Camerini


Avevo incontrato in occasioni precedenti Ivo,ma fu a Roma, per una ricerca, con lo stesso Ivo e con Giulio Mauri, pubblicata nel 2001 da Filca-Cisl Area Sud e Archivio storico Cisl (Alle origini della Filca-Cisl nel Centro - Sud -1948-1959) che ebbi modo di frequentarlo più assiduamente.Conobbi così una persona di grande competenza e generosità e l’occasionale collaborazione rese possibile un’amicizia, che, anche se a distanza, è durata negli anni.Furono anche la sua gentilezza e la sua disponibilità a farmi consapevole che per Ivo il lavoro non era solo mera esecuzione, ma soprattutto passione nella ricerca della verità, offerta con semplicità e rispetto, ricca di  risvolti non solo professionali ma anche profondamente umani e culturali.Quando ho saputo del libro Sotto il cielo di Cortona. Incontrie dialoghi da tramandare, ho chiesto a Ivo dove potessi comprarlo e Ivo me ne ha fatto dono.Il libro mi è arrivato qualche giorno fa: l’ho spacchettato, ho letto la quarta di copertina, l’ho sfogliato e poi me lo son conservato per la sera, con l’intenzione di sfogliarlo ancora un po’ e cercare di rendermi meglio conto del suo contenuto.O meglio: pensavo di sfogliarlo e di leggerne qualcosa. Senonché, ho cominciato a leggerlo e l’ho terminato alle quattro del mattino. È certo una gran bella sorpresa, per noi meno giovani cislini, ritrovare nel libro memorie e testimoni degli anni del nostro impegno politico e sindacale.Ma non credo che Ivo abbia pubblicato questa prima raccolta delle sue interviste per noi, che pure abbiamo vissuto quelle esperienze storiche con passione e con profonde contraddizioni.È per i più giovani, non solo amici e compagni sindacalisti, questo libro; e trai più giovani dovrebbe trovare ampia diffusione, perché, con le parole di Giulio Sapelli (intervista del 1999), diffondere lo studio della storia fra i giovani è una verità tanto importante. che spesso la si dimentica. È importante conoscere la storia perché penso che studiarla bene faccia capire ai giovani quali siano prima di tutto i gradi di responsabilità morale. Perché la storia è uno studio che insegna a formarsi una vita etica,quindi a porsi ogni giorno il problema dell’eticità e quindi della responsabilità morale.Si rimane stupefatti dal numero e dalla qualità degli intervistati e dall’importante contributo storico e problematico delle interviste e dei temi trattati, tuttora attuali.Solo qualche esempio, davvero, necessariamente, solo qualche spigolatura giusto per ribadire l’importanza di un libro che, se fossi ancora formatore Cisl e Filca,lo adotterei nei corsi da progettare.Sulla democrazia.Alessandro Pizzorno, intervistato nel 2009 in occasione di un convegno: Il nostro convegno (…) studia e analizza (…) l’evoluzione che lo Stato democratico ha via via assunto in questi ultimi centocinquant’anni e in particolare gli esiti che stanno venendo fuori dalla fine del Novecento ad oggi (…) abbiamo voluto vedere quale continuazione democratica ci sia ci sia stata nelle forme di Stato e come vada evolvendo la democrazia dopo oltre un secolo e mezzo di modelli di rappresentanza.Sul ruolo del sindacato e sull’unità sindacale.Sergio D’Antoni, intervista del 1991: Oggi, il ruolo del sindacato italiano si sta evolvendo in maniera positiva e quindi questo fa riprendere il cammino dell’unità sindacale tra CGIL, CISL e UIL.E Pietro Scoppola, nell’intervista del 1990, propone una visione fondamentale: Il sindacato oggi (…) è in grado di assumere la rappresentanza di interessi veramente generali che interessano tutti i cittadini e che investono il lavoro in quanto esso oggi si identifica con la condizione stessa del cittadino. Sul ruolo delle donne nella società e nel sindacato.Nell’intervista del 2006 al sociologo francese Alain Touraine, Ivo pone domande che, ad oltre un decennio di distanza, appaiono di estrema attualità, soprattutto sulla diversità dei soggetti del conflitto sociale. Interessante è la convinzione di Touraine che “solo una società al femminile può dare futuro e salvezza alla modernità dell’Europa e dell’Occidente”. Pierre Carniti, nell’intervista del 2008,alla “provocazione di Ivo (… permettimi di dire che, forse, fu sempre il 1969 furono le vostre lotte sindacali ad aprire il sindacato alle donne?),risponde: Sì. Questo si può dire, perché allora entrarono nel sindacato milioni di persone comprese molte donne, anche se ce n’erano già prima in maniera insoddisfacente e con più difficoltà, insisto, rispetto agli uomini(…). E  devo dire che (…) siccome la contrattazione è anche un fatto di buon senso, le donne potevano allora e possono oggi dare una buona mano, un apporto positivo alla contrattazione.Devo per brevità sorvolare su tutti i numerosissimi personaggi intervistati da Ivo. Vorrei, però, infine, soffermarmi un po’ su quella bella e lunga intervista del 2008 a Pierre Carniti, una persona che io ho profondamente amato per le idee nuove e coraggiose che ha portato nel sindacalismo italiano, per la sua umiltà che era grandezza di sentimenti e di valori.Mi ha molto divertito la vertenza del giovane Carniti con il direttore del Centro studi di Firenze in difesa del diritto dei partecipanti ai corsi di formazione di poter uscire liberamente la sera, senza limiti (da collegio inglese) di orario.Carniti ripercorre la sua storia a partire dalle lotte dei salariati agricoli del cremonese, la sua adesione alla Cisl, la sua formazione e lo svolgersi delle esperienze sindacali, quelle che sembravano portassero all’unità sindacale, la sua eccezionale indipendenza di pensiero. Cortona, città gentile, è il fil rouge del libro, una città amata da molti (ricordo qui le citazioni di Berlinguer, diMitterand) per  le sue ricchezze culturali e artistiche, per le particolarità della sua gente. Nelle parole di Giulio Capelli: Qui trovo sempre un grande fatto di civiltà: il rispetto del pluralismo, cioè quella civiltà di far convivere nel rispetto reciproco culture, ideali diversi.  E in quelle, significative di padre Xavier Leon Dufour: Non conoscevo Cortona. È la prima volta che ci vengo e devo dire che è una città piena di fascino. I cortonesi sono simpatici. Ammiro molto questa terra…Che dire altro, se non: leggetelo questo bel libro e godetevi quelle foto che nella loro immediatezza sono altrettanti documenti della vita di tutti i giorni dell’Ivo giornalista, scrittore e sindacalista. Sarebbe utile, anche per la preannunciata seconda raccolta, che un editore, magari un editore del sindacato, potesse assumersi il compito di una pubblicazione meglio organizzata e che potrebbe avere, com’è auspicabile, una migliore diffusione. Manlio Talamo