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Frantoi cortonesi a pieno ritmo per lavorare l’oro verde delle colline cortonesi.


Nel rispetto delle norme anticovid laraccolta delle olive e la loro molitura è entrata nella fase di grande attivitàe l’olio nuovo è ottimo e abbondante. La nostra visita mattutina al MulinoColli di Cortona. Con novembre ,è entrata nella sua fase clou l’attività 2020 dei frantoicortonesi che sono, da sempre, i forzieri dell’oro verde delle collinecortonesi. Cioè del nostro olio extravergine di oliva, unico al mondo per bontàe qualità organolettiche. In questi primi giorni di novembre la raccolta delleolive è intensa e  da giorni i mulini “molendano” giorno e notte.Naturalmente nel rispetto rigido delle norme anticovid che in questimesi di pandemia rovinano la festa del ritrovarsi insieme tipico deglialtri anni, ma vengono da tutti accettate e messe in pratica, perché unachiusura generale o lockdown  sarebbe un  disastro per la piccola egrande economia del settore, che, non solo dà da mangiare a tantefamiglie, ma permette ormai impresa di qualità e di successo a tanti nostriagricoltori cortonesi , che esportano in tutta Italia e in tutto il mondo ilnostro olio extravergine di oliva.Nella primissima mattinata di martedì 3 novembre abbiamo avuto la fortunadi poter visitare il rinomato Frantoio Colli diCortona di Francesca Brini , che , alle cinque e trenta del mattino, come mostranole foto del nostro collage, abbiamo trovata intenta a scaricare nella tramoggiai cassoni di olive del cliente di turno e assistita  dai suoicollaboratori ( Valdambrini Marcello, Luca Mazzieri eMirko Banella, anche loro ritratti nella foto collage di corredo) a gestire tutta lafase della molenda (o molitura delle olive) che va ,appunto, dal lavaggio delprodotto , alla separazione delle foglie residue, alla frantumazione dellepolpe e dei noccioli, alla decantazione della pasta nelle gramole, allaspremitura e filtraggio dell’olio, che viene, infine, immesso negli ziri ocontenitori vari del cliente.Abbiamo potuto constatare che tutta la lavorazione avviene con grandeprofessionalità e rispetto delle norme di igiene e delle distanze fisiche tra operatoridel mulino, muniti di mascherina anticovid e cliente pure lui ammesso solo seadeguatamente mascherato e autocertificatosi sano e senza sintomi riconducibili al  coronavirus.Soprattutto abbiamo constatato in Francesca e neisuoi collaboratori tanta voglia di lavoro e di amore alla piccola economia disussistenza, alla qualità di un prodotto alimentare unico al mondo. Un modo di fare e diagire da italiani di una volta che (nonostante la pandemia e l’analfabetismoistituzionale e il disamore al bene comune della politica odierna) faancora la differenza tra l’Italia contadina e l’Italia cittadina, tra l’Italiadella piccola e media impresa e l’Italia e l’Europa delle grandi concentrazionidel “grande è bello”, tra l’Italia del lavoro  e quella di “lor signori”neoliberisti che credono solo nel profitto.Vedere questa giovane donna che, seppur  in dolceattesa del suo secondo figlio già da cinque mesi, lavora di notte senza darsegni di stanchezza e anzi andare su e giù per il mulino, assieme ai suoigiovani collaboratori Marcello, Luca e Mirko, per  dare ogni soddisfazioneai proprietari delle  olive cortonesi e chianine che qui al frantoiodiventano oro verde e prezioso alimento della nostra cucina  e di tanta parte di quella  internazionale, ci fa veramentepiacere  e ci dà forte speranza di futuro.Questa Cortona, questa Italia, che lavora di notte per chi giustamentedorme e di giorno invece, assieme tanti altri, lavora  per chi fa ilvagando o delinque, ci piace. A queste cortonesi e a questi cortonesi , aqueste giovani  italiane ed a questi giovani italiani L’Etruria rende volentieri omaggio, augurando loro che sappiano costruire quelnuovo, migliore futuro che tutti ci attendiamo. Un futuro sereno e positivo chesi attendono soprattutto i  genitori di questi giovani, che , a differenzadi altri, si danno da fare e lavorano con scienza e coscienza.Genitori che in questo caso si chiamano Graziano e Rita e che sono fierinon solo della loro Francesca , ma anche della sorella Valentina, che gestisceil negozio di frutta e verdura che sorge accanto al frantoio.Genitori che di giorno e di notte (a dispetto dei tanti politici che nontrovano di meglio che scaricare le loro nevrosi sugli italiani dai capellibianchi) non si arrendono agli acciacchi dell'età e chestanno accanto alle  loro due figlie per aiutarle a mandare avantil’azienda familiare, il podere agricolo e lasciare una strada aperta anche agliamati nipoti e nipotini.Ad maiora, famiglia cortonese doc del sempre giovane e sorridente patriarca Graziano Brini!Ivo Camerini