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Il Pendolo di Focault- Umberto Eco


Il Pendolo di Focault è del 1988. Umberto Eco ci presenta una storia geniale, coinvolgente, misteriosa, con molti elementi esoterici e molti riferimenti storici. Da un manoscritto arrivato in una casa editrice milanese, i protagonisti inizieranno per gioco ad intravedere un Piano cospirativo. La Massoneria, I Rosa-Croce, I Templari, Newton, Shakespeare, Hitler...ma ben presto ne saranno travolti Un brano tratto dal libro: - E Lei cosa fa?-   - Studio. Sto finendo una tesi sui Templari- - Oh, che brutta cosa- disse-  Non è una faccenda per matti?-- Io studio quelli veri. I documenti del processo. Ma cosa ne sa lei sui Templari?--  Io lavoro in una casa editrice e in una casa editrice vengono savi e matti. Il mestiere del redattore è riconoscere a colpo d'occhio i matti. Quando uno tira in ballo i Templari è quasi sempre un matto - .........-  Il matto non si preoccupa di avere una logica, procede per cortocircuiti. Tutto per lui dimostra tutto. Il matto ha una fissa, e tutto quello che trova gli va bene per confermarla.....e le parrà strano, ma il matto prima o poi tira fuori i Templari -   -Sempre?-  - Ci sono i matti senza Templari ma quelli con i Templari sono i più insidiosi-Secondo brano :- Ma quale segreto hanno scoperto i Templari? -   - Calma, ci arriviamo. Ci sono voluti sette giorni per fare il mondo. Proviamo. -.......La ricostruzione ci prese giorni e giorni, interrompevamo i nostri lavori per confidarci l'ultima connessione. Leggevamo tutto quello che ci capitava sottomano.......Ci scambiavamo le risultanze del nostro fantasticare....Il nostro cervello si abituava a collegare, collegare, collegare ogni cosa.....Credo che non ci sia più differenza, a un certo punto, tra abituarsi a fingere di credere e abituarsi a credere....Tutti stavamo lentamente smarrendo quel lume intellettuale che ci fa sempre distinguere il simile dall'identico, la metafora dalle cose, quella qualità misteriosa ,  folgorante e bellissima per cui siamo sempre in grado di dire che un tale si è imbestialito, ma non pensiamo affatto che gli siano cresciuti peli e zanne, e invece il malato pensa 'imbestialito' e subito vede colui che abbaia o grufola o striscia o vola.