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Giambattista Basile e le Fiabe


   
    La parola fiaba, derivante dal latino flaba, da fabŭla, narrazione della tradizione popolare, basata sulle vicende di personaggi fantastici, viene inevitabilmente associata ai fratelli Grimm, a Charles Perrault ed ad Hans Christian Andersen, famosissimi nel mondo per aver scritto numerose fiabe, che hanno fatto sognare milioni di bambini. In realtà il primo a divulgare la fiaba, come espressione popolare, fu un napoletano, originario di Giugliano in Campania: si tratta di Giambattista Basile, scrittore ed appassionato di letteratura del periodo barocco, nato il 15 Febbraio 1566 e morto il 23 Febbraio 1623. Fu lui il primo a pubblicare una raccolta di novelle per i bambini, chiamata “Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenemiento de peccerille”. Tutti noi conosciamo le bellissime fiabe della Bella Addormentata nel Bosco, Hansel e Gretel,( Nennillo e Nennella),Raperonzolo (Petrosinella), Cenerentola (Gatta Cenerentola)… ma pochi sanno che queste fiabe vennero scritte per la prima volta dal nobile napoletano Giambattista Basile (1566-1632) nel “Cunto de li cunti”, la raccolta di 50 racconti completata nel 1630 ad Acerenza (PZ), quando lo scrittore prese servizio per il Duca di Acerenza Galeazzo Pinelli. Nel corso dei suoi viaggi, tra le foreste e i borghi della Lucania e della Campania, raccolse le storie e le leggende popolari e le trascrisse in dialetto meridionale. 
  Sapevate ad esempio che la bellissima principessa dalle lunghe chiome, Raperonzolo, era ambientata nel  Castello di Lagopesole vicino Melfi (Provincia di Potenza). Nel racconto di Basile era chiamata Petrosinella. Il suo nome deriva sia da prezzemolo, la pianta che coltivava la strega e che la futura mamma della protagonista del racconto aveva rubato per soddisfare una “voglia” (dovuta alla gravidanza) sia da pietra, ed ancora oggi è visibile la  statua della donna con le trecce di pietra posta sopra una torre nel castello in attesa  dell’amato. La fiaba venne poi diffusa da Normanni in Sicilia, dove continua ad essere raccontata dai pescatori la storia di Petrosinella chiusa nella torre, dalla cui  finestra faceva penzolare le sue magnifiche trecce.Il Monte Pollino (Potenza- Basilicata)fa da scenario a quella che è la favola della Bella Addormentata nel Bosco. Ancora oggi la cima della montagna si chiama serra Dolcedorme e Cozzo della Principessa.  Dalla penna e dall'immenso estro letterario e linguistico dell'autore da una parte, e dall'osservazione meticolosa della realtà e dei racconti popolari del suo tempo, il suo capolavoro multi fiabesco in antico dialetto napoletano, «Lo Cunto de li Cunti», o «Pentamerone», è da sempre uno dei principali punti di riferimento scritti della più classica tradizione italiana della Fiaba. è tra le più antiche e importanti del nostro patrimonio letterario nazionale, e la sua rilevanza è tale, da essere riuscita persino ad influenzare il lavoro di altri illustri raccoglitori, rielaboratori e scrittori di fiabe tra i quali i tedeschi Grimm e il francese Perrault. (Fonti: Web)