Quando iniziai a scrivere Incubo su Marte, era l'ormai lontano 2003. Piano piano il romanzo prese forma e tra tagli ed aggiunte, tra pause lunghe anche più di sei mesi, alla fine riuscii a finirlo. Con grande emozione da parte mia perchè era la prima volta che finivo un racconto così lungo. Ero cresciuto con Incubo su Marte ed accorgendomi, durante la sua stesura, che avevo cambiato il mio stile di scrittura. Era divenuto più profondo, più particolareggiato.Lo inviai per caso alla casa editrice Il Filo (www.ilfiloonline.it) e quando, tre mesi più tardi, mi arrvò la loro proposta di pubblicazione, rimasi sconcertato. Ero molto contento, davvero.Ad oggi, devo dire che anche se per pubblicare ho dovuto sborsare un "pochino" di euro, sono ugualmente contento, perchè, magari non avrò venduto nemmeno una copia, ma ogni volta che guardo la mia piccola libreria e vedo il mio libro, la creatura frutto della mia mente, sento un'emozione dentro che mi ripaga di ogni sforzo fatto. Sarebbe ipocrita dire che non sarei contento se riuscissi a vendere quindicimila copie all'anno, ma la soddisfazione sta anche nel fatto che un giorno, ai miei figli potrò dire:"hei, guarda, questo lo ha scritto papà quando era più giovane!"O no?
Incubo su Marte
Quando iniziai a scrivere Incubo su Marte, era l'ormai lontano 2003. Piano piano il romanzo prese forma e tra tagli ed aggiunte, tra pause lunghe anche più di sei mesi, alla fine riuscii a finirlo. Con grande emozione da parte mia perchè era la prima volta che finivo un racconto così lungo. Ero cresciuto con Incubo su Marte ed accorgendomi, durante la sua stesura, che avevo cambiato il mio stile di scrittura. Era divenuto più profondo, più particolareggiato.Lo inviai per caso alla casa editrice Il Filo (www.ilfiloonline.it) e quando, tre mesi più tardi, mi arrvò la loro proposta di pubblicazione, rimasi sconcertato. Ero molto contento, davvero.Ad oggi, devo dire che anche se per pubblicare ho dovuto sborsare un "pochino" di euro, sono ugualmente contento, perchè, magari non avrò venduto nemmeno una copia, ma ogni volta che guardo la mia piccola libreria e vedo il mio libro, la creatura frutto della mia mente, sento un'emozione dentro che mi ripaga di ogni sforzo fatto. Sarebbe ipocrita dire che non sarei contento se riuscissi a vendere quindicimila copie all'anno, ma la soddisfazione sta anche nel fatto che un giorno, ai miei figli potrò dire:"hei, guarda, questo lo ha scritto papà quando era più giovane!"O no?