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L'era dell'accesso - Rifkin


Cominciamo da un libro impegnativo il cui motivo di fondo è sintetizzabile nella frase "hanno bisogno dell'oggetto o della funzione che esercita?""Quando comunichiamo attraverso il telefono, la radio, la televisione o il computer, la nostra collocazione fisica non determina più dove e chi siamo a livello sociale.E questo concetto è particolarmente vero nel nuovo mondo del ciberspazio, in cui un numero crescente di persone trascorre una parte sempre più ampia del proprio tempo integrata in una rete di relazioni prive di riferimenti geografici di qualsiasi tipo.L’indirizzo virtuale (quello della posta elettronica) sta rapidamente soppiantando l’indirizzo geografico: la facilità con cui la gente ha accettato di eliminare quasi completamente i riferimenti geografici nelle proprie intraprese economiche e sociali è notevole ed è un’ulteriore testimonianza della perdita di significato del luogo nella vita delle persone.La proprietà della casa e della terra lega le persone alle radici della loro esperienza terrena, ma allo stesso tempo crea fratture e promuove la xenofobia: conflitti, sofferenze, guerre sono il lato oscuro dell’imperativo territoriale.Alcuni potrebbero arrivare ad affermare che solo riducendo il significato dei luoghi e aumentando, parallelamente, quello dell’esperienza e del rapporto, potremo elevare la convivenza fra gli uomini.Altri, però, potrebbero ribattere che nella nuova era dell’accesso, in cui il problema del mio e del tuo comincia a perdere terreno, rischiamo di smarrire il nostro radicamento e il senso di comunione con il mondo fisico e biologico a cui dobbiamo la nostra esistenza.Le domande, dunque, sono l’integrazione in reti temporali può essere un surrogato sufficiente e significativo del radicamento in luoghi? Il territorio è un contesto condivisibile o semplicemente un relitto di un’epoca ormai tramontata?Per alcuni il sentimento del luogo rimane forte; ma per altri il desiderio di annichilire lo spazio e temporalizzare interamente l’esistenza è altrettanto profondo.L’entità della trasformazione che investirà il modo di abitare dell’uomo, passato dalla proprietà all’accesso, sarà un prova generale dello scontro fra due diverse interpretazioni di chi saremo e cosa decideremo di essere nel ventunesimo secolo."