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Con il culo sulla sella


Con il culo sulla selladiFranco
Edizioni Laceno                                                                                       Una scrittura aspra e diretta.Un seguito di vicende e vicissitudini rese con decisa semplicità, alcuni tratti di dolcezza, aspetti duri, una certa sincerità"Prima che il sole tramonti le guide africane cercano il posto buono per l’accampamento, dietro qualche roccia, dietro qualche duna, al riparo dal vento del Sahara e nel rispetto del vento.  Si ricavano un giaciglio spostando la sabbia dove, quando è scuro, stendono robuste coperte nelle quali rifugiarsi e rimettere il destino di una notte sotto le stelle di un cielo ancora chiaro, ancora pulito. L’azzurro della costa Maya non è tutto uguale, non è facile trovare la spiaggia migliore, del più bel colore al limite di una parte di vegetazione tropicale.  L’acqua trasparente e i templi indiani, le pietre enormi e lavorate a regola d’arte, in altri tempi,  di fronte in faccia  all’oceano. La natura selvaggia dell’isola Corsica, le montagne che scrutano le onde, navi lontane, qualche barca a riva, i sentieri sterrati.  Le cantine e le taverne, alcune quasi nascoste,  ricavate tra le campagne, i borghi, le stradine secondarie. La sella deve essere adagiata nel giusto verso, accarezzando il pelo, il corpo umano e animale devono riconoscersi e rispettarsi. Le gole, i passi, i passaggi, a volte si aprono vallate dove dire che si sta bene è troppo poco a dirsi. Non sarebbe male inseguire qualche ideale, tendendo a qualche valore vero."Una storia di cavalli,viaggi, lavoro, campagna,sottofondi musicali,trattorie e buona compagnia,distinta e di fiancoall’amicizia seria."Il sole era ancora arancione e tra i rami più alti delle querce anziane mandava uno spiraglio di luce e colore, affiancandosi alle cime delle colline in fondo.  I cani erano sul terrazzo e Rocco, il maremmano bianco, fiutava l’aria soprattutto quando spirava un  significativo soffio di vento a tratti socchiudendo gli occhi, che riapriva presto  perchè doveva controllare palmo a palmo il nostro territorio. Quando facevamo festa, tra un rock ed un blues, un tocco di formaggio e quattro bicchieri di vino, Rocco si portava fino all’ingresso della Taverna, con due zampe dentro e due fuori. Se non mi vedeva, pure se io lo vedevo e facevo finta di non vederlo, apprezzando la presenza di gente simpatica e buoni odori, portava anche le altre due gambe all’interno, con quel suo sorriso storto a mezza bocca. Poi mi sentiva ed usciva, sempre sorridendo a mezza bocca in uno splendido muso. Mia nipote aveva quattro anni e temeva quel cane robusto e più alto di lei, per cui cercava di starne lontana. Però una volta, di sorpresa, le aveva passato dolcemente la lingua su tutta la faccia. Lei, al tempo stesso spaventata e contenta, ridendo e con un'espressione vagamente schifata, era corsa dalla madre: "mi ha leccato! mi ha leccato!"  E da allora divennero grandi amici.Domenica pomeriggio, mentre aspettavo Eliseo,  ero dietro alla consolle mia e di Amleto,  alla radio che non era radio; con pochi compact disk e molti vecchi long playing, a microfono aperto per raccontare storie, magari riferite all’ultima lettura, cercando di contenere il colloquio e lasciando spazio alla musica. Un altro bicchiere, la sigaretta tra le labbra ed i cavalli pronti."Info: e-mail  edizioni@laceno.it; effe@mephite.it L'AUTORE