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Un blog creato da artecinematografica il 17/03/2013

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E lo chiamavano amore, un romanzo di Angelo Antonucci

 

"E lo chiamavano amore..." - Sei storie vere tra amore ed odio di uomini vittime delle donne.

Pubblicato per conto di Gruppo editoriale l'Espresso Spa

Distribuzione: Librerie Feltrinelli  ed on line

 Dichiarazione del regista ed autore Angelo Antonucci: "Ho voluto scrivere questo libro partendo da esperienze personali ed anche dall'osservazione della realtà intorno  a me: Quando ho visto coppie litigare  mi sono sempre chiesto "Una volta si amavano w si dicevano -Amore-" , e quello che chiamavano amore ora è odio. Il libro non vuole essere un atto d'accusa verso le donne o a favore degli uomini, ma un romanzo sull'amore inteso come comprensione, sincerità, sacrificio, valori , spesso, oggi dimenticati a favore di una società dove l'apparire ha preso il posto dell'essere" . L'introduzione di Sandra Milo al libro è stata da me voluta oltre che per un rapporto di amicizia con l'attirce Felliniana che ho diretto in ben due  film, anche perchè con il metodo del "Dubbio cartesiano" ho voluto "sospendere il giudizio" verso la sfera femminile ed ho  voluto che fosse una donna, dall'esperienza umana e professionale della Milo a giudicare le stesse donne. Il giudizio finale è un invito a recuperare i valori dell'amore puro e vero che vada oltre al cinismo, arrivismo ed egoismo che porta a distruggere molte coppie..."

 

da www.corriereinformazione.it  

Nel romanzo "E lo chiamavano amore"Angelo Antonucci mostra di essere uno scrittore a tutto tondo. Un autore, insomma, capace di osservare e descrivere un suo personaggio con l'attenzione di un' analista.

Chiaro è che in questo libro l'uomo è vittima dolente dei tentacoli dell'amore, agnello sacrificale di Venere, Lesbia o Arpia. Un essere vittima, non della violenza fisica, come purtroppo accade tragicamente a molte donne, ma di una sottile perfidia che affascina e respinge allo stesso tempo.

Ma non c'è malanimo verso la  «Donna», che diventa arbitra della sua vita, di colei che del dolor di lui si «cinge la testa», che, indifferente, gioca coi sentimenti, così come nei tornei gioca a «Burraco» , con una leggerezza quasi inconsapevole, come se ferire o usare il maschio, fosse il compito assegnatole dal destino: lei la donna, in definitiva, è la vera guerriera.

Ma l'aspetto sorprendente di questo autore , che trapela dal suo romanzo,  è la sua voglia di ricominciare , di riprovarci, di non arrendersi, di credere nella prossima opportunità che la vita può offrire.

Un credo antico che fa sì che l'uomo non sia mai sconfitto, la capacità di rialzarsi dopo la caduta, di andare avanti perché comunque lui è «l'eroe» solitario ma imbattibile.

Le doti narrative di Antonucci  sono notevoli. Ha il dono della sintesi per ciò che è ininfluente e la capacità di coinvolgere il lettore con l' emozione dei personaggi, tanto da rendere il lettore totalmente partecipe.

Una narrativa moderna, sincera, senza compiacimenti, forte di una realtà vissuta, vista e raccontata da chi riesce a risorgere dalle proprie ceneri alla ricerca di un rinnovato amore.

I sei racconti si presentano come sei piccoli film , che se fossero realizzati ed uniti in un tutt'uno, diventerebbero una profonda ed interessante riflessione sulle relazioni d'amore e sui loro risvolti sull'essere umano.

Introduzione di SANDRA MILO, nota attrice Felliniana.
Pubblicato per conto del Gruppo ed. L'Espresso spa e in distribuzione on line sui migliori siti del settore editoriale e presso le librerie Feltrinelli.

 

 
 
 
 

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