Pictures Exibition

Post N° 99


Una brutta giornata... anzi, magnifica!
foto: cesareDomenica, ore 5:30Il trillo impietoso della mia sveglia elettronica si infrange contro la tenacia del sonno in cui sono sprofondato, dopo che l'adrenalina protrattasi fin dopo le 2:00 si è arresa a Morfeo, e ora tace, quasi frustrato per non aver assolto al suo compito. Ancora qualche istante di silenzio, di falsa rassegnazione e l'apoteosi del sonno naufraga, miseramente affondata da una nuova bordata di schiamazzi digitali. Sono sveglio, mio malgrado. Il fastidio dura pochi istanti, quelli che occorrono a far si che mi renda conto del perchè di questa levataccia. Già sorrido mentre penso all'entroterra garganico che aspetta, impaziente di posare ancora per me. Con qualche difficoltà mi metto in moto e in poco tempo sono pronto. Prima di uscire ancora un controllo all'attrezzatura e via, appuntamento sul mare. Mentre scendo le scale nell' oscurità della mattina, spero di cominciare fotografando una splendida alba e non mi rendo conto che una fitta pioggerellina scende impunemente, è chiaro il suo intento di rovinare tutto. Esco dal portone e le gocce gelide rivelano tutte le loro nefaste intenzioni e a dar loro manforte, resistente all'arancio dei lampioni, una nebbia piuttosto maleducata, sfoggia le sue abilità.Dovrei arrabbiarmi, questa giornata è stata programmata con discreto anticipo e coinvolgerà diverse persone, invece alzo gli occhi al cielo a raccogliere sulle lenti quell' acqua e mi viene da sorridere mentre respiro a fondo, beandomi di quella sensazione. Amo la natura e tutte le forme che essa sceglie per manifestare la sua grandezza, mi adeguerò e poi sarà che ho appena finito di leggere Camus, (grazie Cristina, standing ovation per te),  evidentemente deve avermi influenzato in qualche modo. Salgo in macchina e mentre lascio scaldare il motore, asciugo le lenti degli occhiali con le dita e poi le passo sui jeans, in un atteggiamento che non riuscirò mai a perdere e che da sempre mi contraddistingue. Parto.In meno di dieci minuti sono sul mare, percorro il litorale per altri cinque e sono sul luogo dell'appuntamento, solo che preso dal paesaggio tiro dritto per alcuni metri. Dal retrovisore, vedo i miei amici sbracciarsi e rido di gusto mentre faccio manovra e li raggiungo. Come accade in questi casi, accennano ad un commento ma subito dopo sorridono anche loro. Parcheggio l'auto e dopo un caffè saliamo sul pick up che ci porterà a destinazione. Nessuna foto ancora, il mare e il cielo hanno lo stesso grigiore informe e se si potessero scambiare di posto nessuno se ne accorgerebbe. Ora non piove ma non durerà a lungo. Una quarantina di minuti di strada e ci fermiamo. Sono circa le 7:00 e la sosta è obbligata per un nuovo caffè, che poi sarà l'ultimo dell'intera mattinata. Ripartiamo, una mezz'ora e siamo a destinazione. Ci fermiamo dopo aver percorso un tratto di strada sterrata, nei pressi di un vecchio casolare. E' chiuso e non offre riparo dalla pioggia che ha ripreso a scendere fitta e dolce, quasi discreta. Ci separiamo, io per la mia strada, i miei amici per la loro. Intenti diversi ci hanno condotto in queste zone e io mi  concentro sui miei, seguendo solo il profumo dell'erba e della terra. Il paesaggio è collinare e piuttosto pietroso, con una parte dedicata al pascolo ed una dove un giovane bosco si è ormai radicato. Ovunque ci sono segnali evidenti di una presenza umana antica di secoli. Muri a secco a creare terrazzamenti o divisioni, casine e casolari sparsi, una discreta rete di tratturi a collegare i vari appezzamenti, una cospicua presenza di animali al pascolo. Su tutto questo continua a piovere. Sono discretamente attrezzato e non corro il rischio di ammalarmi, il mio unico vero problema è la macchina fotografica che continua a bagnarsi ma sono sicuro che resisterà. Cammino, osservo e respiro forte mentre l'acqua scende e sorrido spesso, ora fotografando una pianta, ora una pietra, asciugando la macchina spesso per evitare cortocircuiti. Trascorre così l'intera mattinata e sono bagnato come un pulcino, almeno dalle cosce in giù. Mi avvicino al posto dove abbiamo lasciato il pick up e scorgo da lontano le sagome dei miei amici. Saliamo a bordo e partiamo alla volta di un agriturismo non molto distante, che avevamo precedentemente scelto per la sosta pranzo.
 E' la prima volta che ci vado e noto subito che gli interventi di recupero del piccolissimo borgo di campagna in cui è situato, presentano qualche incongruenza, in particolare li dove il cemento armato ha sostituito la pietra. Nel complesso però, è carino. Entriamo e all'interno della sala troviamo ad accoglierci un enorme camino acceso. Lo raggiungiamo mentre salutiamo amichevolmente  i proprietari della struttura e, letteralmente, ci sediamo al suo interno. Il tepore è molto gradevole ed anche necessario ad evitare conseguenze sulla salute. I proprietari ci lasciano fare tranquillamente ed io esprimo la mia personale gratitudine verso di loro.Quindi mangiamo, piacevolmente. Mi colpisce molto il buonissimo liquore al "cicorione" di fine pasto. Saluti e di nuovo in macchina. Ritorniamo al posto di prima. Questa volta però non piove più. M' infilo nel boschetto e riprendo a camminare. Sono un po' appesantito dal pranzo ma determinato a smaltirlo. L'aria è piuttosto dolce, anche se non c'è il sole e anzi, la nebbia non ne vuol sapere di diradarsi. Continuo a sorridere e a respirare a fondo. Ho almeno due ore buone di luce e non voglio sprecarle. E così sia, mi ributto a capofitto in questa natura fantastica fino all'imbrunire. Ho le gambe a pezzi quando torno a casa, un "bottino" di sessantatre fotografie e sono felice.Chissà perchè, quando piove, si dice che "è brutto tempo"?     cesare