Creato da: ilredegliuomini il 02/11/2005
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E non abbiam bisogno di parole...

Post n°93 pubblicato il 03 Dicembre 2005 da ilredegliuomini

... oggi mentre tornavo in macchina a Torino ripensavo a questa ultima settimana di dialoghi con Alba Chiara, agli sguardi, al ricercarsi in mezzo alla gente, poi alla radio ho sentito questa canzone cantata da Ron e da Baglioni e ho pensato che facesse proprio al caso nostro.

Adesso vieni qui
e chiudi dolcemente gli occhi tuoi
vedrai che la tristezza passerà,
il resto poi chissà verrà domani.
Voglio star con te,
baciare le tue labbra e dirti che
in questo tempo dove tutto passa,
dove tutto cambia noi siamo ancora qua...

E non abbiam bisogno di parole,
per spiegare quello che
è nascosto in fondo al nostro cuore
Ma ti solleverò tutte le volte che cadrai
e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai
e seguirò il tuo volo senza interferire mai
perché quello che voglio è stare insieme a te
senza catene stare insieme a te... dai... dai... dai

Vieni più vicino, e scogli i tuoi capelli amore mio
il sole ti accarezza,
ti accarezzo anch'io e tu sei una rosa rossa...
Vieni più vicino, accendi questo fuoco amore mio
e bruceranno tutte le paure adesso lasciati andare...

E non abbiam bisogno di parole
per spiegare quello che
è nascosto in fondo al nostro cuore
ma ti solleverò tutte le volte che cadrai
e raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai
e seguirò il tuo volo senza interferire mai
perché quello che voglio è stare insieme a te
senza catene stare insieme a te... dai... dai... dai

 
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Balrog...

Post n°92 pubblicato il 03 Dicembre 2005 da ilredegliuomini
Foto di ilredegliuomini

...in questi giorni con Alba Chiara riflettevamo sul percorso individuale che porta alla purezza dell'anima. Le ho spiegato ciò che intendo portando l'esempio del Balrog di Mortor che la Compagnia dell'Anello incontra nelle miniere di Moria. Quella specie di Drago infuocato, che attacca Gandalf il grigio, in realtà, è il lato oscuro del suo "io". Tutto il cammino della compagnia, è un cammino di purificazione. Per potere distruggere l'anello di Sauron è necessario essere puri, e il Balrog deve essere sconfitto per potere raggiungere la purezza. Infatti Gandal combatte fino alla morte e ottiene, con la sua vittoria sul Balrog, di diventare "Bianco". Questo è il significato profondo del cammino di purificazione dell'anima, avere cioè il coraggio di affrontare se stessi, e combattere il nostro lato oscuro. Questo è il percorso per raggiungere Alba Chiara.

 
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Nuova situazione: Ansuz...

Post n°91 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
Foto di ilredegliuomini

Ansuz incarna i principi dell’ordine e della ragione, della coscienza e della comunicazione. Il linguaggio è vitale ma non è che una faccia della comunicazione. Il suo significato tradizionale: "Il Dio" implica la presenza di un governo sopra questi principi. Prima di Ansuz troviamo Thurisaz e le due forze agiscono in contrapposizione e insieme allo stesso tempo, come lo Yin e lo yang. Ansuz rappresenta il rilascio dell’individuo dalle barriere restrittive mentre Thurisaz rappresenta l’incessante agitazione di queste barriere Quando in una lettura appare Ansuz ci si può aspettare di guadagnare saggezza sia attraverso un consiglio da una fonte esterna sia da noi stessi. Ansuz è luna runa messaggero e chiede che noi facciamo attenzione ai segnali che ci si presentano. Il caso e gli inganni possono avere un ruolo, come un messaggio inaspettato. Molto più probabilmente il messaggio verrà recapitato sul posto di lavoro, durante una riunione o da un superiore. Il consiglio ricevuto sarà sincero e vi aiuterà.

 
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L'azione: Feuh...

Post n°90 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
Foto di ilredegliuomini

Simboleggia "la ricchezza". Prima Runa in tutti i sistemi runici, dominante nel primo aett, Fehu rappresenta il possedimento e lo status sociale. Sul piano esoterico questa Runa incarna sia la ricchezza materiale che il benessere spirituale, che dovrebbero essere generosamente distribuiti alle persone che ci stanno attorno, per non chiudersi e godere da soli della nostra fortuna, ed evitare quindi di cadere nell’aridità del freddo dell’inverno.Questa Runa simboleggia anche il potere di conservare i frutti dell’esperienza per trasmetterli, a nostro totale beneficio, nelle esistenze future.
Il suo potere aiuta a: 
Riconoscere la nostra vera ricchezza, discernere il vero valore delle cose, portare a compimento tutto ciò che si fa, portare le cose a buon fine con soddisfazione, trasferire il potere del Sole della Luna e delle Stelle nel nostro universo interiore.

Capovolta: Feuh capovolta di solito indica che a meno che non modifichiate le vostre attuali azioni e comportamenti, potreste subire una perdita materiale o emotiva. Le rune circostanti vi daranno maggiori indicazioni. Per esempio, se Fehu capovolta è circondata da rune positive, state avendo a che fare con ostacoli a breve termine e la perdita è solo temporanea. In una lettura completamente negativa (tutte le rune capovolte) è più seria e può indicare che la perdita è a fin di bene. Fate attenzione quando Feuh è capovolta. Cercate di non peggiorare il problema con ulteriori investimenti o promesse. La pazienza guarirà la frustrazione e vi aiuterà ad abbassare gli ostacoli sul vostro cammino.

 
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La situazione: Perth...

Post n°89 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
Foto di ilredegliuomini

E’ la Runa dell’identità personale: è la forza che assicura ad ognuno di noi la propria individualità. E’ la forza che ci garantisce che, qualunque piega prenderà la nostra vita, saremo sempre noi a viverla. Un altro importante aspetto legato a questa Runa è la sua capacità di aiutarci a “pensare Runicamente”, ovvero di percepire la composizione a strati della realtà: la nostra realtà è infatti una sequenza di livelli posti uno sull’altro: c’è la realtà oggettiva, quella soggettiva, ed infine la realtà creativa che altro non è che il nostro stesso destino, che ci costruiamo attraverso le idee, i desideri e le aspirazioni che proiettiamo sulla realtà oggettiva affinchè si realizzino.
Il suo potere aiuta a: Realizzare i sogni, conservare ciò che è essenziale, godere dei piaceri, portare alla coscienza le potenzialità nascoste.

 
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Robberto...

Post n°88 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
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...con due B lo disse Sofia quella sera, chi non se lo ricorda?

"Spero che questa storia vi sorprenda, vi distragga, vi inquieti, vi diverta e vi commuova. Forse sono troppe. Vabbè, ma anche una sola di queste già sarebbe una cosa straordinaria per un film". Questo l'auspicio di Benigni che di sicuro verrà soddisfatto. Perché tutte queste reazioni si verificano dinanzi a La tigre e la neve anche se in alternanza tra loro.
Attilio è un poeta che ogni notte sogna di sposare la donna della sua vita, Vittoria (la ex-moglie), che nella realtà lo sfugge di continuo. Quando lei, partita per un'intervista al più importante poeta iracheno rientrato in patria in prossimità della guerra, verrà gravemente ferita Attilio la raggiungerà e farà di tutto per salvarla. Non ci saranno ostacoli che potranno fermarlo nel tentativo di farla sopravvivere: dalla mancanza di medicinali al posto di blocco in cui verrà ritenuto un terrorista.
È una storia di amore quella che Benigni ci propone questa volta. Quell'amore che, partendo dai singoli, può portare la vita al suo massimo splendore. Il regista e attore toscano non ci offre un film "comico" (anche se le sue usuali gag non mancano) ma una riflessione poetica (di grande qualità la "lezione" sul fare poesia) sul bisogno di speranza che il mondo moderno nutre, anche quando sembra che il cinismo domini. Una speranza che non pretende di abbracciare teoricamente l'umanità ma che parte dal darsi da fare per la concreta salvezza di un essere umano. Magari pregando Allah con un Padre Nostro e nel frattempo cercando di far spostare una mosca dal capezzale di chi sta soffrendo. C'è chi ha braccia così grandi da credere di poter abbracciare il mondo ma troppo corte per accogliere un amico. L'Attilio di Benigni è esattamente l'opposto.

 
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Autogestione al Sigonio 1980...

Post n°87 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
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... su Digiland, ho avuto modo di conoscere una persona, che c'era a quella settimana autogestita all'istituto magistrale "C. Sigonio" di Modena. C'era e si ricordava due disperati che erano saliti sul palco del cinema Adriano a cantare una canzone. Quei disperati eravamo io e il mio compagno di classe Zanetti di Rocca Malatina. Tutti e due suonavamo la chitarra, e tutti e due avevamo la fidanzata nella sezione D. Suonammo una canzone che faceva cosi:

Respiri piano per non far rumore
ti addormenti di sera
e ti risvegli con il sole
sei chiara come un'alba
sei fresca come l'aria.
Diventi rossa se qualcuno ti guarda
e sei fantastica quando sei assorta
nei tuoi problemi
nei tuoi pensieri.
Ti vesti svogliatamente
non metti mai niente
che possa attirare attenzione
un particolare
solo per farti guardare.

E con la faccia pulita
cammini per strada
mangiando una mela
coi libri di scuola
ti piace studiare
non te ne devi vergognare.

E quando guardi con quegli occhi grandi
forse un po' troppo sinceri, sinceri
si vede quello che pensi,
quello che sogni....

Qualche volta fai pensieri strani
con una mano, una mano, ti sfiori,
tu sola dentro la stanza
e tutto il mondo fuori.

 
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The Right Stuff...

Post n°86 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
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... come al solito i titoli dei film, ma anche dei libri, tradotti in italiano non rendono gloria all'originale.

Mi trovai alcuni anni fa in una circostanza un po' particolare, ebbi l'occasione di incontrare un astronauta.

Quel giorno non aveva ancora partecipato a missioni spaziali, ma ora ne ha già fatte due.

Parlammo un po' e ad un certo punto gli chiesi se aveva visto il film "The Right Stuff". Lui mi disse che non lo conosceva, e io con la mia solita cafonaggine, gli dissi: "Ma come cazzo fa la NASA a mandare in orbita uno che non ha mai visto quel film".

Il libro, ma anche il film che in italiano si intitola "Uomini Veri" è il racconto della vita appasionante di Chuck Yeager e dei primi astronauti del progetto Mercury.

E' bellissimo il rapporto tra Yeager e la moglie, e vi sono raccontati degli episodi molto dolci e romantici.

Yeager fù il primo uomo a superare il muro del suono con il Bell X1 che lui chiamò "Glamorous Glennis" in onore di sua moglie.

Glamorous tradotto in italiano significa affascinante, ma non significa esattamente quello, è molto di più, descrive un'emozione, un colpo al cuore, un sentimento che nasce dentro.

Alba Chiara is glamorous!!!

 
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P.A.N...

Post n°85 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini
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...è la sigla che sta a indicare Pattuglia Acrobatica Nazionale.

Chi segue questo blog si renderà conto che ci sono in tutti i post pezzi di vita, riflessioni, racconti e l'intreccio di questi è davvero impressionante, anche per me che lo scrivo.

Devo anche dire che la mia vita, forse a causa mia, non è proprio una di quelle vita che si possono definire del tutto monotone, e a causa di questo succede che contemporaneamente succedono tante e tante cose.

Quel giorno fu uno di questi, dove le cose sono tante, e le emozioni si succedono ad una ad una in contemporanea.

Quel giorno era un sabato mattina di novembre di qualche anno fa, lo ricordo bene l'anno, era il 1998, il 1998 fu l'ultimo anno sereno con Alba Chiara, come posso dimenticarlo.

Quel sabato mattina, io ero andato all'appuntamento, che emozione, avrei potuto, da quel momento, usare il marchio di Alitalia nella costituzione della nascente compagnia aerea virtuale, appunto Virtualitalia.

Quel sabato mattina l'appuntamento era in una sala riunioni all'aeroporto di Linate.

C'eravamo tutti, e io avevo portato in dono le copie del mio libro, appena sfornate di stampa. Fu una cosa che i presenti gradirono molto.

La relazione che feci sull'utilizzo del marchio, sulle sinergie, sulla possibilità di sviluppo del collegamento tra la simulazione di volo e il volo reale fu' molto apprezzata, e la stretta di mano tra me e i rappresentanti di Alitalia suggellò questo accordo.

Ero al settimo cielo, quando, per un attimo di pausa, scesi a prendere un caffè e al bar incontrai Edo, incredibile ma vero, eravamo di nuovo insieme nello stesso luogo. Lui sempre gentile, chiese che facevo, io altrettanto e con il suo solito "Ciao Cuagliò!!!" si congedò.

Tornato in sala riunioni, c'era un personaggio in più, e c'era una sorpresa che mi venne spiegata.

Non esistevano fotografie della pattuglia acrobatica in formazione sul Duomo di Milano, cosi complice la giornata limpida c'era tutta l'organizzazione pronta per fare questo nuovo reportage.

Io non capivo o non credevo alle mie orecchie.

Ci affacciamo alla vetrata e vedemmo ad uno ad uno i 10 velivoli atterrare e parcheggiare in un'area isolata del piazzale.

Mi fanno cenno di seguire un maggiore dell'aeronautica, quello che aveva iniziato a spiegare questa cosa delle fotografie.

In uno spogliatoio del personale dell'aeroporto, c'era pronta per me una combinazione di volo completa.

Continuavo a non capire.

Indossai la combinazione di volo lentamente, come se ad ogni indumento corrispondesse un rito.

Uscii dalla sala vestizione con il casco in mano.

L'auto di servizio mi portò alla linea di volo della PAN dove c'era il comandante ad attendermi.

"Giovanni, tu siedi dietro, va bene!".

Salgo, l'assistente mi aiuta ad agganciare l'anti-G, le cinture del seggiolino, il tubo dell'ossigeno.

Siamo pronti!

Si chiude il tettuccio e inizia la sequenza di accensione, in un'attimo l'MB339 è pronto per il decollo, ci portiamo in formazione in testata pista, prova motori con freni tirati, autorizzazione al decollo.

Il motore al massimo da una vibrazione incredibile, tolti i freni e via!

In un momento raggiungiamo la velocità di rotazione, guardai al miei fianchi e vidi gli altri velivoli della formazione alzarsi insieme a noi.

Il comandante ordinò il ricongiungimento della formazione e iniziammo cosi dei passaggi sul Duomo, fotografati, sia da terra che in volo da un'elicottero appositamente appostato.

Quel giorno fù indimenticabile.

 
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Settembre...

Post n°84 pubblicato il 30 Novembre 2005 da ilredegliuomini

... Alba chiara mi ha raccontato che un'estate ando' ad un concerto di Antonello Venditti. Ascoltando una canzone si mise a piangere, era la nostra canzone, la canzone di un viaggio, la canzone di un momento dolce e intenso vissuto insieme.

Io ebbi anche la fortuna di ringraziare personalmente Antonello per quelle parole, anzi queste parole:

Stai con me, com'è difficile
stringerti a me, con tutta l'anima
restiamo insieme fino a quando gli occhi tuoi,
ancora chiusi troveranno gli occhi miei.

Stai con me, per ogni lacrima
che cade giù da questa nuvola,
quando la notte piano piano finirà,
chissà chi è il primo di noi due che parlerà.

Settembre poi ci prenderà,
coi suoi venti di pioggia vincerà.

Adesso no, ferma il tuo attimo,
stringerti a me per questo secolo,
quando la musica piano piano finirà,
come un miracolo poi l'alba nascerà.

Restiamo insieme fino a quando gli occhi tuoi,
ancora chiusi troveranno gli occhi miei.

Settembre non ci troverà,
coi suoi venti non può, non vincerà.

Adesso si, tutto è possibile
farlo così con tutta l'anima,
quando la musica pian piano finirà,
chissà chi è il primo di noi due che parlerà.

 
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