Nelle poche volte che riesco a dormire sogno,
a volte mi ritrovo a sognare dentro il sogno stesso……
Vorrei fermare il tempo, per finirlo, ma c'e' sempre qualcuno o qualcosa, come i rintocchi delle campane
della chiesa, che mi riportano alla realtà.
Allora mi alzo, apro la finestra ed un'ondata di aria pura mi investe,
mi entra nei polmoni, mi ripulisce in parte dalle sigarette che ho fumato la sera prima.
Tiro fuori la testa, mi guardo intorno, spero sempre in qualche novità, che so'… una palazzina in meno,
un prato in più, ma niente……. sempre lo stesso paesaggio, sempre lo stesso tran tran.
Non esiste luogo, a meno che non lo incontriamo in noi stessi, dove vive una città di passione,
dove il fuoco della vita rischia sempre di trasformarsi nel fuoco dell'eccesso, dove convivono i più forti contrasti:
la felicità con la più bassa miseria della tristezza, con piazze gremite di gente, che sono l'anima
del posto, alternate da immense macchie di solitudine, che sono il verde tropicale del nostro luogo e
ti permettono di respirare quell'aria di rispetto e solidarietà personale.
Mentre cammini , un’emozione pericolosa, meravigliosa, insidiosa, ti fa pensare che esiste la gioia e la speranza
di una libertà che nutre attimi raggianti di momenti di’allegria.
Sovente mi assale la malinconia per la giornata che mi appresto a trascorrere.
Temo il domani, solo perché non so’ costruire il presente, mi illudo che sarò capace di farlo……… domani,
ma rimango fregato perché domani finisce sempre per diventare oggi.
Sono davanti allo specchio……perché la bellezza degli uomini, per essere tale, deve corrispondere a
un’aria consumata della vita? Gli uomini acquistano fascino quando la vita li sgualcisce, come
un lenzuolo.
Devo radermi……. togliermi l’invecchiamento di questo fine settimana passato sopra di una poltrona
a guardare vecchi film d’amore.
L’estetica, non e’ altro che l’iniziazione alla via dell’adeguatezza, all’accurata autenticità del
confezionamento, come i prodotti che troviamo negli scaffali dei supermercati.
Faccio scorrere l’acqua della doccia,entro, mentre l’acqua scende giù a catinelle , mi prendo una pausa.
Mi siedo a contemplare la mia vita, allora mi lamento senza capire, come mosche che sbattono
sempre contro lo stesso vetro, faccio come loro mi agito, soffro, e mi chiedo quale meccanismo
mi abbia portato dove non volevo andare.
Mi sento come un pesce rosso nella boccia di vetro.
Sento dentro di me un caos, rumori come fuori in strada, non mi rendo conto di come il silenzio
serva a penetrare dentro di me, devo sforzarmi di ripetere che ciò che conta adesso e’ costruire e farlo ora,
qualcosa, ad ogni costo, con tutte le mie forze, scalare passo dopo passo il mio Everest personale,
e farlo in modo tale che ogni passo sia un pezzetto di eternità.
E’ tardi, devo arrivare a lavoro prima del mio capo, ma non posso fare a meno di osservare la gente. La maggior parte delle persone, quando si muove beh si muove in funzione di ciò che ha intorno, non concentrato su se stesso. Capisci subito quando incontri qualcuno di diverso, hai la sensazione di vederlo muoversi pur restando fermo. Mentre i gesti degli altri vanno verso qualcuno o verso quelli che lo guardano, il ‘ diverso’Compie gesti che rimangono in lui, concentrati su di se e questo gli da una presenza, un’intensità Incredibile. Per non parlare delle coppie, che invece devono essere sincrone. Non più o meno insieme, ma perfettamente insieme al millesimo di secondo. Piove, pioggia d’estate. All’inizio la bellezza pura che irrompe nel cielo, quel timore rispettoso dei temporali, sentirsi al centro del sublime con braccia allargate a cogliere l’essenza della freschezza, rapiti dalla magnificenza della natura. Poi come lacrime le gocce si lasciano una lunga lavata di tristezza ripulendo non solo le strade polverose, ma dare all’uomo un respiro infinito di pulizia interiore.
Ho sempre pensato che sotto il logo della società per cui lavoro bisognerebbe aggiungere:
Viviamo in un società in cui l’ascolto e l’espressioni delle proprie opinioni sono praticamente impedite a priori.
Per nostra fortuna le parole vanno oltre, più rapide del vento più forti dei muri e delle distanze, più capaci dei piedi a raggiungere destinazioni. Uno le perde anche se le ha create, perde il possesso della carta che le conteneva, perde il senso che avevano per lui, perché nel momento in cui vengono dette già non sono più’ tue, ma di qualcun altro.
Inviato da: elena.20111
il 17/08/2011 alle 18:12
Inviato da: nadiaemanu
il 11/07/2011 alle 17:31
Inviato da: pastelli_e_cristalli
il 14/11/2010 alle 19:05
Inviato da: esme12
il 30/10/2010 alle 11:11
Inviato da: jamy2006
il 26/10/2010 alle 22:18