Andrea Liponi

8 giugno 2019


Bolzano, Chiesa dei Domenicani, 8 giugno 2019 E’ il decimo anno che ci ritroviamo in una chiesa a ricordare Andrea nell’anniversario della scomparsaE molte volte ci siamo ritrovati qui, nel Duomo degli Italiani di Bolzano.La prima, nel 2009, quando ancora la scomparsa era recente e speravamo ancora che presto l’attesa si sarebbe sciolta nella gioia di un ritorno, con la messa celebrata dal Vescovo di Bolzano-Bressanone Mons. Karl Golser e la successiva fiaccolata terminata nella sala Consiliare del Municipio di Bolzano.Peraltro qui, nella Cappella di Santa Caterina, Andrea è stato battezzato il primo maggio del 1986, quando la caliginosa nube di Cernobyl aveva raggiunto il nostro cielo.Infatti, allora la nostra famiglia risiedeva non lontano da qui e questa era la nostra parrocchia.Purtroppo gli anni sono passati, le fiaccolate pure, le cerimonie, i convegni, gli incontri si sono succeduti, siamo stati a “Chi l’ha visto?”, siamo stati ospitati da numerose emittenti televisive, siamo apparsi in tanti articoli dei giornali locali… Ma di Andrea, nulla, il silenzio più profondo e spaventoso.Abbiamo conosciuto tante persone sfortunate come noi o che, diversamente da noi, hanno ritrovato i resti mortali del proprio figlio o genitore o fratello od amico.   Abbiamo fondato l’Associazione Penelope, dei Familiari ed Amici delle Persone Scomparse, qui nella nostra Regione, abbiamo anche tentato di aiutare coloro che si trovavano nella nostra stessa situazione.   Ma di Andrea, a tutt’oggi, solo il vuoto e il più profondo silenzio.  Rubo le parole all’introduzione di Antonio Maria La Scala al libro di Nicodemo Gentile sugli scomparsi:  ..”la scomparsa, come un’allergia, come la puntura di un velenoso insetto, può veramente colpire chiunque”..    Un’allergia, una puntura di zanzara o di tafano possono colpire tutti, anche casualmente.   Ebbene, non ci si pensa finché non lo si prova di persona, ma è proprio così: sono migliaia le persone scomparse in Italia e nel mondo di cui non sa più nulla.  E la scomparsa rimane, per chi la vive, una ferita aperta che non si rimargina più: può chiudersi solo se la sparizione finisce, se il figlio, il padre, la madre, il fratello, l’amico ritorna o viene ritrovato.   Anche morto: un lutto, per quanto grave, si supera se c’è una certezza, non si può superare mai se l’assenza non si risolve.   Anche a questo serve un’associazione come Penelope: a dare un sostegno, un aiuto a chi subisce, innocente, un male senza fine, il dramma della scomparsa senza ritorno.