Andrea Liponi

Caro Andrea


Ciao, Andrea, è tanto che non ti scrivo, ma ti penso sempre.Ti penso con dei flashback che mi colpiscono nel profondo: delle illuminazioni improvvise del nostro passato, cui torno sempre volentieri, anche se qualche volta mi fanno male.Ti penso con dei sogni brevi, in cui ti vedo com'eri qualche anno fa; l'altro giorno ti ho rivisto qui a casa, nel soggiorno: avevi trovato un nuovo notebook e cercavi di capirne l'uso (un minicomputer che nel sogno credevo di aver appena acquistato);  quando ti ho guardato in faccia, un viso giovane con dei capelli cortissimi, e ti ho chiesto che cosa ti fosse successo, hai balbettato qualcosa, come se non volessi parlarne, ma mentre dicevi "nulla, sono andato in giro qui intorno, non sono andato lontano" ti è spuntata una lacrima, come se volessi nascondere le sofferenze patite in questi mesi di lontananza.  Poi mi sono svegliato e ho constatato l'amara verità, che non c'eri, che non sappiamo nulla di te da ormai troppo tempo.  E mi è rimasta l'impressione triste che tu abbia sofferto, che stia soffrendo e che non possiamo fare nulla per te.Perchè è successo a noi tutto questo?Nei flashback ricordo volentieri la tua infanzia, il tuo essere sveglio e sempre attivo, allegro e vivace;  la tua curiosità intelligente, la tua passione per le macchine, la politica, la geografia.   Il tuo fare i compiti e studiare in autonomia: non hai quasi mai chiesto aiuto, salvo forse durante le vacanze, quando era più duro mettersi davanti a libri e quaderni.. E la tua capacità di capire e interagire con le macchine di qualunque genere, dalla radio al computer...Qualche volta mi domando se non ho vissuto troppo di te, alla tua ombra, nella tua luce, se non ti ho sfruttato troppo.   Eri tu che spingevi la mamma a muoversi, a fare le gite, a viaggiare;  siamo andati in aereo fino in Grecia, per te e con te.  Al ritorno, ricordi, la mamma aveva paura dei vuoti d'aria e tu ridevi e ti divertivi doppiamente: per le "montagne russe"e per la sua paura.  E' stata l'ultima nostra vacanza serena.Poi, è cominciato quel tunnel che ti, che ci, ha portato in ospedale.  Ma anche di questo mi ricordo con nostalgia: eri con noi, e noi potevamo aiutarti o, almeno, provare a farlo.Perderti, non vederti più, è molto peggio, per noi..  E per te?  Il sogno dell'altra notte mi fa sperare che presto ci farai visita, tornerai, sarai con noi...   E' amore? è egoismo? Speriamo che tu possa vivere decentemente, anche se non sappiamo come.E ci interroghiamo in ogni momento sui nostri errori.A noi basterebbe sapere che ci sei.Quando penso ai nostri ultimi momenti insieme, mi sento diviso tra la speranza, la fiducia nella tua forza fisica e morale, e il dubbio che tu abbia vissuto, che tu viva nell'angoscia, nella sofferenza, incapace di liberartene, di riprendere quel dialogo con noi, che improvvisamente, traumaticamente, si è spezzato.Caro Andrea, ricordati che per noi sei sempre il migliore, il più grande di tutti e che ti vogliamo bene ogni giorno di più.Ciao.