La Locomotiva

L’AMORAZZO NOSTRO LA RUBRICA DI TONINO


Ora che le liste sono chiuse possiamo dirlo: per mesi, il mio amico Omissis e io abbiamo atteso che bussassero alla porta per offrirci un posto da Consigliere comunale che avremmo immediatamente accettato. Votammo Ettore, prima, e poi Fausto. Subimmo onte, le reggemmo; prese per il culo, le reggemmo; tentazioni di rifuggire lontano, ma rifuggimmo. Difendemmo il quasi indifendibile, con nostro onore e nessun disonore, se non quel poco che di percepito. Saremmo stati fedeli, proni, in tempi di vergogna per i costi della politica, avremmo votato qualsiasi cosa, qualsiasi delibera, qualsiasi ordine del giorno, qualsiasi minchiata ci fosse stata suggerita, senza battere ciglio, fedeli al mandato iniziale nel nome di uno stipendio. Decurtato? Non decurtato? Comunque stipendio. Nessuno ha bussato alle nostre porte. Una sola, così, adesso, è l’idea nostra, una sola parola d’ordine: dieci, cento, mille Amorazzi nostri!