Parsifall.g

Gabbiani


 Il volo dei gabbiani in Versilia "Voglio ringraziarti ,Signore,dono della vita.Nelle mie letture quotidiane, fra l'altro, ho letto.Che gli uomini sono angeli con un'alaSoltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.L'autore del brano, che é mons. Tonino Bello.E che a volte, osava pensare che anche il SignoreAvesse un'ala soltanto".Ma io non sono un monsignore e so poco pregare.E mi rivolgo benignamente a te, o Signore dell'universo.Per ringraziati, di avermi dato il bene della vita e la forzaDi salire sempre più in alto sulle nostre meravigliose montagne.Ancora una volta, passo dopo passo.Fino a raggiungere la vetta parzialmente innevata.Di questa montagna bianca.Dei monti Apuani.Su questa montagna aspra e amara.Che contiene nelle sue viscere il marmo di Carrara.In passato anche Michelangelo è salito fin quassù.Per scegliersi i blocchi di marmo pregiato.Per immortalare le sue opere religiose.Alla fine della lunga scarpinata.Mi sono fermato.In un luogo bellissimo fra questi monti.Da dove si ammira l'infinito orizzonteNell'ora della quiete e del tramonto della sera.Che t'invitava alla riflessione e alla preghiera.Anche il mare era spennellato con i colori acquerellatiDell'arcobaleno splendente.Ero lontano dalla folla della gente. E stavo per abbandonarmi come un gabbianoAll'ebbrezza del vento.Per vivere e assaporare in ogni momento.L'avventura della libertà e della vita.Oh si, la libertà!Che cosa meravigliosa è vivere.Sognare e di essere libero.E librarsi come un bianco gabbiano sulle onde del mare.E vivere e stendere l'ala,L'unica ala con la fiducia di chi sa di vivere.E di amare la vita.Volteggiare nello spazio dell'infinito.Dove il silenzio si può anche ascoltare.Viverlo e assaporarlo fino in fondo.Come l'avventura della libertà."Vivere è stendere l'ala,L'unica ala con la fiducia di chi sa di vivere.Nel volo un partner grande come te, Signore.Perché il silenzio è un lembo di cieloChe scende verso l'uomo.Per aiutarlo e confortarlo." Ma non basta di saper volare con te, Signore.Tu mi hai dato il compito di abbracciare Anche il fratelloE di aiutarlo a volare.Ti chiedo perdono, perciò, per tutte le ali.Che non ho aiutato a distendersi.Nell'azzurro del cielo.Che in fondo altro non è, che il sentieroImpervio della vita.Che è rimasto con l'unica ala inesorabilmente.Impigliata nella rete della miseria e della solitudine.E si è persuaso di non essere più degno che volare.Con te.Soprattutto per questo fratello sfortunato.Dammi, Signore, un'ala di riserva.Per portare a compimento ciò che nellaVita non ho potuto fare, perché ero soltanto.Un esecutore di ordini.Imposta dalla legge dell'uomo.Ma mi sono accorto.Che vivere la vita di ogni giorno è un'altra cosa.