Losguardodalontano

Speciale Albania. Sapori da scoprire - seconda tappa


Al mercato popolare di Durazzo, città di mare e porto mercantile, una delle cose che maggiormente mi hanno colpita  è stato lo spazio dedicato ai latticini: un intero capannone dedicato al burro (gjalp), al formaggio (djath), allo yogurt (kos) e alla ricotta. In effetti, in base a quanto ho potuto vede con i miei occhi, non esiste pranzo o cena, che siano a base di carne o di pesce, durante i quali, sulla tavola, non compaia qualche fetta di formaggio bianco (fresco, granuloso, dal sapore acceso, simile alla feta greca) o una ciotola di yogurt bianco naturale, condito con olio di oliva, un po’ di aglio e qualche fetta di cetriolo. Tutto a base di latte di pecora, più raramente di capra. Un pasto non è completo se manca il formaggio bianco. E questa mancanza è avvertita davvero, fatto che induce a credere che questo sia un vero e proprio “tratto culturale” (perché di cultura del cibo qui stiamo parlando),  retaggio di un’antica tradizione di tipo pastorale, di un tempo in cui l’allevamento di ovini e  caprini era una questione di sopravvivenza. Forse non è un caso che l’agnello, in particolare la testa di agnello al forno, sia il piatto tipico dei giorni di festa o delle occasioni particolari; e forse non è un caso che, soprattutto sulle montagne del Nord, dove molte sono ancora le comunità che vivono (nel bene e nel male) seguendo usanze vecchie di secoli, vengano ancora commercializzati abiti e tappeti di lana di pecora, tessuti dalle mani delle donne.