Losguardodalontano

Assaggiare l'antico


Sabato12 aprile, presso la sede del Museo Civico Archeologico di Bologna, ha avuto luogo il primo incontro della serie “Assaggiare l’antico. Percorsi gastronomici dagli Egizi ai Romani”. Protagonista della mattinata è stata l’alimentazione egiziana, accuratamente ricostruita dalla dottoressa Daniela Picchi, con la collaborazione del cuoco Claudio Cavallotti, esperto di cucina antica, che ha curato il menù della degustazione conclusiva.Sulla tavola…Pane di farro (farina di farro, acqua, lievito di birra)Pane di farro al coriandolo (farina di farro, acqua, lievito di birra)Pane di farro ai datteri (farina di farro, acqua, lievito di birra, datteri)Grasso di burroMieleCarrube,datteriBirra egiziana (orzo, lievito di birra, datteri)Il lavoro non è stato facile, data la totale assenza di testimonianze documentarie relative a ricettari. Per riassumere, possiamo dire che cinque furono i capisaldi della dieta egiziana:- primo elemento: i cereali. Farro, orzo, più tardi anche il frumento, venivano abbondantemente coltivati nelle terre nere della valle del Nilo e i chicchi si conservavano in appositi locali interrati, i Silos. All’occorrenza si macinavano, la farina si mescolava con acqua  e vari condimenti (semi di lino, cumino, grassi, interiora, ecc.) e l’impasto si cuoceva nel forno. Tutto questo dava origine a pani di diversa forma e sapore, ciascuno con la propria denominazione, che venivano consumati per l’alimentazione quotidiana, oppure ritualmente consacrati a una qualche divinità;- secondo elemento: i dolcificanti. Datteri, fichi (nelle varietà sicomoro e carica) e carruba, erano gli ingredienti che più spesso concorrevano alla composizione dei pani dolci. Ma un posto di rilievo era riservato al miele, offerta rituale per eccellenza e importante componente medicamentoso, che si poteva trovare di diverse qualità e colori;- terzo elemento: la birra. Strettamente legata alla produzione del pane, si otteneva dalla fermentazione dell’orzo in acqua, con l’aggiunta di lieviti e datteri. Questi ultimi, oltre a velocizzare la fermentazione, conferivano un sapore dolciastro e un colore rosato alla bevanda. Il consumo di vino si diffuse in tempi relativamente recenti, prima come prodotto importato dall’oriente,  poi come frutto dell’impianto e della coltivazione della vite, allevata prevalentemente a pergolato o a cespugli. Altra bevanda importata dall’oriente era il succo di melograno, una sorta di melassa che si otteneva facendo sobbollire lungamente il liquido, fino ad ottenere un prodotto simile alla Saba emiliano-romagnola, che si dice avesse proprietà inebrianti…- quarto elemento: l’olio. Olio di moringa, di sesamo e di lino. Ma anche olio di oliva, preziosissimo, anch’esso importato dall’oriente e diffuso a partire dal Nuovo Regno;- quinto elemento: la carne e i grassi animali. I bovini venivano macellati raramente e  prevalentemente a scopo rituale. La carne più consumata era quella di volatili e cacciagione, che veniva arrostita oppure salata o disidratata. Molto usato era il grasso di burro, ottenuto dalla bollitura e schiumatura del burro integrale,  e frequente era il consumo di uova di struzzo, di quaglia, di faraona o anitra.Prossimo appuntamento, sabato 19 aprile con... gli Etruschi!