Lo stiletto

La lettera infinita (parte 1)


Potrebbero chiedermi, un giorno, quando ho iniziato ad amarti ed io so solo che non saprei rispondere. Tacerei. Ma tu forse lo sai? Sai qual'è il giorno in cui incrociando il mio sguardo ti è venuta voglia, per la prima volta, di dirmi "Ti ricordi...?".Dobbiamo tacere di fronte a certe domande, per essere veri amanti non dobbiamo avere paura a sentire il nostro silenzio. Ma lo so, lo so, che tu sei come me! So che a volte mentre scrivi ti guardi le dita e vedendo le parole scorrere i tuoi pensieri iniziano a vagare, così che  dopo hai paura di aver scritto frasi senza senso e allora lo rileggi e vedendo che tutto fila inizi a ridere. Quant'è bella la tua bocca! Meravigliosa, in ogni istante, tant'è che quando parli a volte mi ritrovo ad osservarla mentre si muove e, allora, sono ancora più desiderosa di continuare a parlare con te, perchè le tue labbra mi incantano. Sai, mio caro, c'è chi dice che prima di scrivere dovresti decidere che cosa scrivere, ma io invece oggi ho deciso di essere libera,; così che se vorrai potrò dirti tutto o non dirti niente, se non capirai; sai a volte mi viene in mente e allora mi dici cose che non mi diresti e mi racconti cose che non accadranno: come di quella volta che stavamo passeggiando lungo il fiume, te lo ricordi?, forse, chissà, l'hai sognato anche tu; eravamo zitti perchè già intorno a noi c'erano tanti, troppi, infiniti rumori.Quel luccio grosso che è saltato nell'acqua, il gracidio secco delle rane, le cicale che frinivano sugli alberi e il Sole che muoveva l'aria e gli dava il suono tipico dell'estate. A un certo punto mi ha preso la mano, Dio com'era morbida, ti ricordi?, faceva caldo e la terra bruciava sotto i nostri piedi scalzi; tu allora mi hai sorriso e il tuo zigomo si è alzato sotto il peso delle tue labbra, anche se ancora non parlavi eri già più sonoro con quella spiccata felicità che si manifestava in ogni tuo gesto. E poi ha iniziato a piovere, il Sole continuava a luccicare sulle onde del fiume, ma le gocce pesanti si infrangevano al suolo per evaporare poco dopo e tu allora mi hai portato nel bosco ed io ho riso perchè pensavo che i fulmini ci avrebbero preso. E mentre pioveva mi hai chiamato Ermione e per un attimo tu eri il mio poeta che mi chiamava fra gli alberi ed io ero la tua musa che ti nutriva di sguardi e sorrisi. E tu mi hai sollevato per la vita e mi hai detto, ti ricordi?, e allora io ti ho detto "Ricordo tutto come se fosse ieri" e tu sorridendo mi hai risposto "Allora raccontamelo ancora, voglio sentire il suono della tua voce echeggiare fra i boschi"                                                                                                                 Brismars ©