Tokyo Andata+Ritorno

Post N° 212


Vivere tutti quei mesi a Tokyo, mi ha fatto male allo spirito.Non riesco più ad adattarmi ai ritmi della vita che ho qua. Vivevo le giornate piene, intense, mi sfinivano. Ero stanca, ma godevo di ottima salute, io che sono sempre di salute cagionevole..per un anno, mai avuti problemi. Roba talmente rara da richiedere divulgazioni alla scientifica. Uscivo alle 8, con 45 minuti di buon pendolarismo- treno affollatissimo japanese style, e tornavo alle 18. Mezz'ora di riposo per cena, e poi a studiare sui libri fino a mezzanotte..con la solita sveglia fissa alle 7...Qua, non ho orari, nè lezioni, studio quello che mi resta da studiare, potrei prendermela con calma, ma mi stufo, mi annio, ogni ora in casa per studiare è come un'ora di galera. E dire che prima passavo giornate in casa a studiare per gli esami ed ero soddisfatta. Adesso questo non mi soddisfa più. E a forza di sentirmi in gabbia, mi alzo ogni giorno con qualcosa, una volta è il mal di testa, un altro le ulcere, un altro le vertigini. Io sono ipocondriaca, lo so benissimo. Ma continuo imperterrita nelle mie finzioni mentali. Il problema è che a stare così, i miei film si ingigantiscono..sfioro e supero anche l'esagerazione. Si si, credo che non ci possa essere miglior opera per me del Malato Immaginario di Molière. La vita a Tokyo è ultra rapida, tutti corrono, corrono, corrono..beh ho ancora voglia di quel casino, di mille luci per strada, di canzoncine banali ed assordanti ( Come Popstar di Hirai Ken). Ho vogli di emozioni da fiori di ciliegio, di vento caldo è primavera fra poco torno in Italia...mi manca l'attesa..mi manca la mancanza dell'Italia. Che darei per uscire ancora, poter metter il naso fuori dalla porta, ficcarmi nel primo treno per Shinjuku o per Ikebukuro. In Giappone mi sentivo molto sola, forse tutto quel movimento esterno mi faceva sentire ancora di più una goccia nel mare, però qui tutto è così piatto..a forza di starci, mi ero abituata a vivere sola, ad essere indipendente, ad avere amici lontani da rivedere al più presto. E' svanita presto la favola del ritorno. Forse è questo quel reverse cultural shock di cui mi avevano avvisata. Ho rivisto gli amici, ma è da un po' che mi sono isolata. Ho capito che gli amici vanno e vengono, e difficilmente saranno gli stessi che mi accompagneranno per tutta la vita. Che le amicizie, sono il più delle volte dei rapporti di reciproca convenienza, che al primo favore mancato le amicizie si rompono, deludono, che non erano degne di quel nome. Preferisco starmene da sola, piuttosto. Ma da sola, non qui, qui si muore di noia. Meglio il Giappone, dove in fondo si può vivere da soli con più serenità.