Tokyo Andata+Ritorno

Non è rose e fiori...


Ancora in paranoia per le ricerche per la tesi...il lavoro è divertente ma ogni tanto mi incazzo con qualcuno...Ho riflettuto sulle mail che mi arrivano dai miei amici in Italia. Tutti scrivono le stesse cose quando pensano a me:Chissà che bello passare il compleanno laggiùChissà quanto ti divertiSai che figo studiare all'estero.Bene, è ora di dire come stanno le cose. Ma è mai possibile che nessuno considera gli sforzi, la fatica che si fa per conquistare giorno dopo giorno un posto in una società che non mi appartiene? E' mai possibile che nessuno pensa al senso di estraneità con cui tutti i giorni convivo, alla fatica mentale di usare sempre inglese e giapponese per esprimermi, per farmi conoscere, per parlare ma con pochissime possibilità di parlare italiano?Può sembrare un sogno, o una fortuna inaudita o chissà quant'altro... in realtà io credo sempre di più di aver avuto un gran coraggio a venire a Tokyo completamente da sola. Che c'entra, conoscevo un paio di altri ragazzi che avrebbero studiato con me, ma niente di più, solo conoscenti, neanche amici. E non mi sto facendo complimenti. Dico che è davvero dura. Specie quando mi sono resa conto che, se volevo vivere bene qui, bisognava che lottassi da sola e mettessi da parte le paure e le angosce, e andassi avanti. Bisognava che mi buttassi.Nessuno ha idea di come ci si senta a passare le feste lontani da tutti gli amici di una vita, dai genitori, dai nonni a cui voglio bene, e ripiegare sulle conoscenze che mi sono fatta qui. gente con cui sto bene ma di cui fondamentalmente non mi frega niente. E' come fare un salto nel vuoto, cominciare una vita TUTTA nuova, e ciò non implica che sia meglio di quella che vivo in Italia. Mi manca tutto dell'Italia, tutto, perfino le cose più stupide tipo la tv demenziale. Ma anche quello fa Italia. Qui è come non avere passato, non c'è nessuno a  ricordarti i momenti vissuti insieme o che sappia chi tu sia. Qui io sono quello che riesco a dimostrare di essere, giorno dopo giorno. Ed è una prova difficilissima riuscire ad essere sè stessi senza avere la possibilità di parlare la propria lingua. Parlare una lingua straniera comporta dei limiti sulla propria personalità, non ci si può esprimere con i propri codici culturali, ma si prende in prestito un'altro metodo di comunicazione che alla lunga modifica il senso delle battute, dell'ironia, dell'offesa, si entra in un'altra cultura. E' un po' come cancellare il proprio background, in senso lato...E poi, tutte le volte che mi sento stupida perchè magari sbaglio qualche parola e scazzo sulla grammatica..avete idea di come ci si sente a vivere almeno ogni giorno una situazione in cui non si è capiti? Sono orgogliosa, certo, di quello che faccio, e so che per me è una grande conquista. Ma io e solo io so la fatica che c'è dietro, ogni singolo giorno, per essere arrivata dove sono. E per andare avanti.Sarò più forte, e ho già imparato cose preziose da questa esperienza. E' formativo, di sicuro. Ma vorrei che tutti la smettessero di pensare che basta prendere un aereo per essere felici. Qua io non sto facendo i giri turistici..non sto vivendo alla giornata come un turista fa. No No. Vivere all'estero non è la stessa cosa che farcisi una vacanza e vedere e vivere tante belle cose. La vacanza lascia bei ricordi perchè si è vissuti per quindici giorni uno stile di vita diverso, il che fa bene allo spirito. Ma vorrei vedere quanti riuscirebbero a modificare il proprio stile di vita per un anno intero..mangiando cibo diverso, ascoltando musica diversa, ecc ecc