DAR FRUTTAROLO

MINA: FACILE


Ultimamente mi accosto ai nuovi lavori di Mina sempre con un po' di timore poichè non so mai cosa aspettarmi, soprattutto dopo il cd-lagna "Sulla Tua Bocca Lo Dirò" e l' inutile raccolta celebrativa pubblicata sotto forma di collana. Lo stesso timore l'ho provato anche prima di ascoltare "Facile", l'album appena uscito e del quale si ascolta in radio, come primo estratto, il singolo "Il Frutto Che Vuoi". Per il primo ascolto ho voluto concentrarmi seriamente, per non dover dare un giudizio frettoloso e... con gran stupore devo ammettere che questo album è interessante, godibile e "di spessore" dal punto di vista qualitativo. Lo considero forse il cd migliore di Mina dai tempi di Lochness. Saranno le collaborazioni con grandi autori come Mingardi e Malgioglio, sarà la scelta di generi musicali variegati (dalle chitarre rockeggianti al tango per arrivare al jazz tanto caro a Mina), questo cd è concreto, serio, ben arrangiato e soprattutto cantato con grande professionalità. Ammetto che qua e là sparsa nell'album c'è qualche lagna ma in fondo questo a Mina glielo si può perdonare, è nel suo genere. L'album si apre con la tenera "Questa vita loca" di Malgioglio e prosegue con il primo pezzo intimo "Con o senza te". Intrigante è la terza traccia "Volpi nei pollai", accompagnata da fisarmoniche, cori e da un testo graffiante. Struggente è "Ma tu mi ami ancora" in cui Mina raggiunge altezze veertiginose con voce potente. Arriva poi quello che secondo me è il pezzo forte dell'album: "Non si butta via niente". In questa canzone il testo è intelligente, fa riflettere e sorridere. Musicalmente parlando poi il simpatico ritornello è sempre "una nota sopra", come mi piace definirlo. Interessante e ben riuscito è il duetto con Manuel Agnelli degli Afterhours, intitolato "Adesso è facile".Altro momento apicale del cd, sempre firmato da Malgioglio, è "Carne Viva". In questo pezzo il tango fa da leit motive e la temperatura sale. La traccia successiva, "Ma c'è tempo", è jazzata e in classico stile Mazziniano. E' forse il pezzo che mi ha colpito meno ma comunque non toglie di qualità al lavoro nel suo complesso. Altro momento intimo si trova in "Non ti voglio più" in cui interessante è la scelta musicale e sorprendente è la conclusione. "Il frutto che vuoi" non è, a mio parere, il pezzo principale dell'album però ben si adatta al contesto in cui è inserito. Divertente ed insolito è il modo di esprimere il proprio amore in "Più del tartufo sulle uova", un bel pezzo jazz in stile "Non gioco più". Infine arriva il "capolavoro" "Eccitanti conflitti confusi" che contiene qualche richiamo alla musica di Renato Zero (e che contiene una traccia fantasma che io personalmente avrei tenuto separata per non sporcare la bellezza della canzone).Sintetizzando, in questo nuovo album di Mina è contenuta della musica davvero buona, sebbene si dirà che la Mina delle grandi canzoni ormai non esiste più.Francesc'o