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La dimensione del lavoro è stata rappresentata, in Genova, da un ologramma di organizzazione politica. Il partito scienza, che, orfano di Cervetto, getta in campo una formazione imbottita di vegliardi, mezzi sordi e mezzi ciechi, e giovani, ma proprio zueni, come si dice dalle nostre parti (mi permetterete, una volta tanto, il riflesso dialettale).
Un movimento che dichiara di entrare nella lotta, solo in un ipotetico e futuribile istante, in cui le lotte mature (già mature) richiederanno la luce del "partito guida".. lotta comunista appunto.
Basterebbe questo per chiudere i discorsi.
L'impostazione libresca (o meglio pigro-libresca) del marxismo erige icone su dimensioni (il lavoro) rendendole un fine statuario della conservazione positiva dell'umanità proletaria.. Un fine da difendere, costi quello che costi.
Come già espressi, in altri documenti, la dimensione di analisi del reale, che Marx ha posto nelle ore di lavoro necessarie per determinare il valore d'uso delle merci, è sublimata nella specializzazione delle caratteristiche operative della manodopera (di qualsiasi tipo: manuale o impiegatizia).
Risulta, conseguentemente, evidente, seguendo questa impostazione che la divinità deve essere sapientemente nutrita, e i sacerdoti del sistema si prestano al giuoco, dandole in pasto i giovani fanciulli.. con assurdi richiami alla diversificazione delle scolarità.. ecco quindi i periti, gli agrari, i liceali, ecc.
Per concludere nel pubblico laureificio delle intelligenze. C'è chi si scopre medico, chi architteto, chi ingegnere ecc. e questo, magari, per avere seguito qualche emozione, il riflesso di un consiglio materno o del primo amico, incontrato per strada.
Ecco che il totem si impossessa delle proprie vittime ancor prima che queste abbiano superato l'asticella della operatività, cioè l'impiegabilità alla dipendendenze di qualcuno. La macchina padronale si mette in moto con un certo anticipo, ma il potenziale salariato in pectore non ha anticorpi.
Nessuno tranne me vi dice di sfuggire la specializzazione accademica, perchè essa genera le condizioni della ricattabilità e della alienazione indotta.
Il danno che la deprecabile pletora di radicali, sindacalisti e trozco-operaisti produce di anno in anno è confrontabile con l'effettiva espropriazione dei capitalisti a danno del lavoro. Forse è quasi peggiore perchè è simile al fuoco che, dalle retrovie, trapassa la schiena del soldato in prima linea.
La ricerca di nuove definizioni del reale, sperimentata, in passato, ma superata e, violentemente, disattesa dai cattivi mestri, professorini rossi, comprati dal sistema, deve essere immediatamente ripresa.
In questo senso il marxismo va superato, per il bene dell'umanità.
Luca Pastura
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