LA LUCE DOPO IL BUIO

Post N° 644


:Per troppo tempo ho cercato inutilmente un qualcosa che sentivo essere per me molto importante ed impellente. Per troppo tempo il dolore, l’insoddisfazione è stata mia compagna di vita. Per troppo tempo la ricerca ha occupato la mia mente. Per troppo tempo le cose oneste, semplici e belle della vita mi sono sembrate un lusso, quasi un peccato.Per troppo tempo ho seguito il corso del fiume, senza pormi neanche la domanda dove mi volesse portare. Il dolore e la paura di una ricerca introspettiva è notevole, ti sconquassa, ti lascia il più delle volte esanime. Tutto quello che sai che deve essere fatto nella tua vita come .. il lavoro, le tasse, la spesa, e quanto mai altro, lo fai e rientra nella comune routine di un giorno di un mese qualunque, di un anno qualunque. Verifiche personali e controverifiche senza alcuna certezza se esse siano “universalmente” giuste o sbagliate. Il continuare a cercare dentro di tè le risposte che ti assillano nella vita quotidiana e durante i sogni. Per poi ammettere solo che hai aumentato solo la tua sensibilità, che sei più vulnerabile alle cattiverie o incomprensioni degli altri. Constatare che i tuoi amici migliori, si sentono appagati dalla routine, che per paura del dolore e della solitudine accettano di buon grado il compromesso della “routine” intesa come addomesticamento della propria anima ed un loro imporsi nel non pensare e nel non continuare la propria crescita spirituale, adducendo come motivazione.. il lavoro, la famiglia, i figli, lo stato, le guerre civili, i loro interessi personali, le ferie……… ah… Forse loro hanno ragione ed io torto ?Eppure quando ci incontriamo la sera ..a mangiare la solita pizza … io sprizzo energia da ogni poro, loro sembrano degli zombi-vampiroidi, pronti ad assorbire la tua energia e tu che ti difendi in ogni modo per non fartela rubare. Dopo un paio d’ore, tu sei stanco e vorresti andare via .. a casa tua, loro vorrebbero rimanere ancora.. a non dire nulla, grati di avere “passato” una serata con tè. ah… Da qualche mese, non ho più il coraggio di “calare” dentro il mio “Sé”, sono lì che nicchio .. sono seduto al di fuori del muro che cinge all’esterno la mia anima ..che rimugino .. che penso. Penso se ne vale la pena e se devo cadere anch’io nell’oblio della mia anima. Se spegnere l’interruttore e cominciare a dormire, come fanno tutti e come non fanno solo pochi. Ne vale veramente la pena di ricominciare a soffrire, pur di realizzare il ricongiungimento col proprio sé ?Tempo fa era riuscito a cominciare a percepire il mio sé, in modo diverso più intimo, più reale. Sentivo, che mentre ero in uno stato di dormiveglia un’altra mano toccava il mio braccio, come se uscisse dal mio interno ed attraversando il mio involucro esterno, avesse una sua consistenza tattile. Altre volte in piena situazione di veglia, con gli occhi aperti, riuscivo quasi a staccarmi dal mio corpo … solo una volta questo mi è successo, ed un amico di Firenze, addentro a questa tecnica, si  preoccupò  e mi disse di stare molto attento e di non ripetere più l’esperimento : ma a me era venuto spontaneo il farlo, senza alcuna tecnica, o semplicemente detto a me stesso .. e daiiiii.Perché non riesco a leggere più nulla da qualche tempo, invero da alcuni anni, ed ho anzi un moto di avversione, quasi di repellenza nell’accingermi a farlo? Tutto quello che so o che penso di sapere mi viene dall’interno, sotto forma di intuizione o di sapere già… Poi mi accorgo che quello che dico, o delle tecniche di rilassamento individuali erano già conosciute .. portavano un ben preciso nome ed altri che mi sentono parlare o che mi vedono attuarle .. le definiscono con nomi per me sconosciuti .. “mah .. questo è… questo è invece…si questo è..”. Io non so neanche di cosa stiano parlando. Mi vengono spontanee e so che in particolari condizioni il farlo mi porta benessere, sto sicuramente meglio di prima : è il mio pensare..è il mio fare. Cosa devo fare ? cosa si deve fare ? cosa si dovrebbe fare ? Fermarsi o continuare ? ah… Sdf (SPERO DI FARCELA)(Scritto dal mio amico Renato)       Ed anche ora, oggi, sono combattuto