LA LUCE DOPO IL BUIO

Post N° 429


le tragedie rimangono tragedie e il dolore rimane se stesso. Ma dalle esperienze si traggono le lezioni.Qualsiasi morte collettiva è una grande lezione di compassione. La distanza (fisica) e la visione globale, ci permettono di partecipare alla sofferenza insegnandoci ad elevare la vibrazione della paura, fino alla rivalutazione di tutto quello che abbiamo, comprendendo la relazione tra quanto emettiamo e quanto possiamo vederci restituire come risultato. Che significa rendersi conto di cosa possiamo fare, in base alle nostre forze, di quanto abbiamo finto con noi stessi, di quanta voglia di uscire dalla condizione di rassegnazione c'è in noi. Elevando queste vibrazioni, cioè modificando coscentemente il nostro modo di interagire (non reagire) con gli eventi, applichiamo il distacco che dicevo ieri, quella capacità di osservare, v-e-d-e-r-e, intervenire scegliendo, piuttosto che farci travolgere.Perchè un conto è essere travolti da un'onda di 20 metri, che mette fine all'esistenza (a un ciclo), e un conto è permettere di essere travolti da onde mentali, che sono responsabili della qualità della propria vita, e che portano alla manifestazione di eventi corrispondenti, sempre più veloci ed evidenti.