Accade che gli stilisti Dolce & Gabbana abbiano avuto i loro guai con il fisco. Accade che si sia svolto un processo e che tale processo abbia portato ad una condanna. Accade che l'assessore al commercio del Comune di Milano (tale D'Alfonso) dichiari che il Comune non dovrebbe concedere spazi simbolo a personaggi famosi e marchi VIP che abbiano riportato condanne per reati fiscali. Accade che Stefano Gabbana si incazzi, giustamente, e si sfogi su Twitter contro l'assessore talebano. La moralità comunista e talebana dell'assessore non dovrebbe avere due pesi e due misure come invece accade sempre. Bisogna ringraziare Dolce & Gabbana se ancora sono in Italia e non sono scappati all'estero, come tanti loro colleghi, lasciando a casa le maestranze italiane. Bisogna ringraziare Dolce & Gabbana che riescono a restare sul mercato in questo momento di crisi. Bisogna portare rispetto a Dolce & Gabbana che hanno comunque sùbito un processo e non si sono dati alla fuga come tanti compagni (Cesare Battisti tanto caro ai comunisti) in passato. L'assessore talebano preferisce forse concedere spazi simbolo ai clandestini extracomunitari che vendono merce falsa sui lenzuoli di Piazza Duomo o Corso Vittorio Emanuele o Corso Buenos Aires o qualunque altro luogo simbolo della città? Si vorrebbe capire il motivo per cui la giunta talebana di Milano ha tanto a cuore chiunque, tranne i milanesi. Soprattutto gli imprenditori milanesi che, a fatica, continuano a portare avanti il loro lavoro e restano a Milano o in Italia. La giunta talebana di Milano stanzia milioni di euro per rom e clandestini e nulla per anziani e ceti deboli milanesi. La giunta talebana ipocrita e snob che ammazza di tasse i residenti per dare i soldi a ladri e delinquenti stranieri (a proposito : a Settembre aumenterà nuovamente il biglietto del tram). Ha fatto benissimo ad incazzarsi il Signor Gabbana. Nessuno si deve arrogare il diritto di giudicare, soprattutto se sei un assessore, quando dovresti essere il primo a tacere, visto che amministri malissimo una delle più importanti città italiane.
Moralità? No, Ignoranza
Accade che gli stilisti Dolce & Gabbana abbiano avuto i loro guai con il fisco. Accade che si sia svolto un processo e che tale processo abbia portato ad una condanna. Accade che l'assessore al commercio del Comune di Milano (tale D'Alfonso) dichiari che il Comune non dovrebbe concedere spazi simbolo a personaggi famosi e marchi VIP che abbiano riportato condanne per reati fiscali. Accade che Stefano Gabbana si incazzi, giustamente, e si sfogi su Twitter contro l'assessore talebano. La moralità comunista e talebana dell'assessore non dovrebbe avere due pesi e due misure come invece accade sempre. Bisogna ringraziare Dolce & Gabbana se ancora sono in Italia e non sono scappati all'estero, come tanti loro colleghi, lasciando a casa le maestranze italiane. Bisogna ringraziare Dolce & Gabbana che riescono a restare sul mercato in questo momento di crisi. Bisogna portare rispetto a Dolce & Gabbana che hanno comunque sùbito un processo e non si sono dati alla fuga come tanti compagni (Cesare Battisti tanto caro ai comunisti) in passato. L'assessore talebano preferisce forse concedere spazi simbolo ai clandestini extracomunitari che vendono merce falsa sui lenzuoli di Piazza Duomo o Corso Vittorio Emanuele o Corso Buenos Aires o qualunque altro luogo simbolo della città? Si vorrebbe capire il motivo per cui la giunta talebana di Milano ha tanto a cuore chiunque, tranne i milanesi. Soprattutto gli imprenditori milanesi che, a fatica, continuano a portare avanti il loro lavoro e restano a Milano o in Italia. La giunta talebana di Milano stanzia milioni di euro per rom e clandestini e nulla per anziani e ceti deboli milanesi. La giunta talebana ipocrita e snob che ammazza di tasse i residenti per dare i soldi a ladri e delinquenti stranieri (a proposito : a Settembre aumenterà nuovamente il biglietto del tram). Ha fatto benissimo ad incazzarsi il Signor Gabbana. Nessuno si deve arrogare il diritto di giudicare, soprattutto se sei un assessore, quando dovresti essere il primo a tacere, visto che amministri malissimo una delle più importanti città italiane.