Creato da lucyferoh2 il 03/09/2008

Un po' di chiarezza

Ciò nonostante il particolare nome associato al titolo di santo può apparire leggermente imbarazzante per alcuni cattolici! A riguardo, in sua difesa, nel XVII secolo l'arcivescovo di Cagliari Ambrogio Machin (1580-1640) scrisse, nel 1639, la Defensio Sanctitatis beati Luciferi

 

Il Poetto

Post n°13 pubblicato il 18 Marzo 2009 da lucyferoh2

La storia di una delle più belle spiagge del mediterraneo...

La spiaggia prende il nome da un pozzetto che si trovava accanto a una delle torri costiere e che in catalano si chiama "puet"

(http://web.tiscali.it/poettos2k/index.htm)

 
 
 

Bombe su Cagliari: Cronologia di una strage

Post n°12 pubblicato il 17 Marzo 2009 da lucyferoh2

Sono trascorsi 66 anni dagli attacchi angloamericani della Seconda Guerra Mondiale,che distrussero l'80% degli edificie provocarono più di 2.000 vittime

“Capoluogo dell’isola nobile e generosa, scolta invitta d’Italia al centro del Mediterraneo, sopportò per anni, con l’indomita fierezza della sua gente, lunghe, terrificanti ed assillanti distruzioni di guerra recate dall’intensa offesa aerea. Fiera del suo destino, accolse con fierezza ogni prova dolorosa. Dilaniata, stroncata e ferita a morte non smentì mai le sue alte civiche virtù e la fama gloriosa acquistata nei secoli dal suo popolo eroico, sublime in ogni sacrificio per l’onore della Patria. Sardegna, guerra 1940 – 43”. (Motivazione Medaglia d’Oro al Valor Militare al Comune di Cagliari, 19.05.1950)

 
 
 

Bombe su Cagliari: Cronologia di una strage

Post n°11 pubblicato il 17 Marzo 2009 da lucyferoh2

Pochi sanno che Cagliari, dopo Napoli, è stata la città italiana più bombardata durante la seconda guerra mondiale, quella che ha subito maggiori danni, come Coventry (Inghilterra) o Dresda (Germania): l’80% degli edifici fu distrutto. Sono passati 66 anni da quei bombardamenti, che provocarono la morte di oltre 2.000 persone e la devastazione del capoluogo sardo, ma per i testimoni è come se il tempo non fosse mai passato. Il ricordo è vivido: chi scampò agli spezzoni che trafissero Cagliari non ha più potuto dimenticare, e può oggi offrire il suo racconto alle nuove generazioni. Ma perché proprio Cagliari è stata investita da tanta distruzione? Due sono le ragioni; la prima (motivazione ufficiale data dagli americani) riguarda la strategia militare: deviare l’attenzione dei tedeschi verso la Sardegna, mentre si preparava lo sbarco in Sicilia. Anche se molti pensano che la città abbia avuto il solo torto di trovarsi a poche miglia dalle basi alleate in Marocco, Algeria e Libia. Un comodo poligono di addestramento, insomma.

 
 
 

Bombe su Cagliari: Cronologia di una strage

Post n°10 pubblicato il 17 Marzo 2009 da lucyferoh2

I primi anni di guerra.

Cagliari era diventata un avamposto di guerra già nel giugno del 1940. Nel pomeriggio del 16 giugno una squadriglia di velivoli francesi bombardò il porto e le sue navi. Il 17 ottobre 1941 aerei inglesi, durante una missione bellica esplorativa notturna, illuminarono a giorno e per lungo tempo il golfo e la città con un eccezionale lancio di bengala. Dal 2 giugno 1942, subito dopo l’ultima visita di Benito Mussolini in Sardegna, le incursioni aeree nemiche diventarono più frequenti e distruttive. La notte fra il 2 e il 3 giugno, gli aerei avversari si limitarono a lanciare alcune bombe di piccole dimensioni lungo viale San Bartolomeo, a causa dell’intenso fuoco di sbarramento difensivo delle batterie poste attorno alla città, e grazie al fuoco dell’antiaerea proveniente dalle navi da guerra ancorate nel porto. Morirono un vecchio di 86 anni e la figlia paralitica di 60. La stessa notte, però, fu lanciata su Cagliari la prima bomba di grandi dimensioni. Era stata caricata ad alto esplosivo e secondo gli esperti, pesava circa mezza tonnellata. Cadde sul viale Cimitero, rovinando un tratto delle ferrovie complementari e alcune tombe del cimitero stesso. Lo spostamento d’aria, nel raggio di un chilometro, abbatté dei muri, scardinò delle finestre e delle saracinesche, e infranse molti vetri. Nella notte fra il 7 e l’8 giugno aerei inglesi lanciarono delle bombe su via Pola, via Angioy, via Sassari, via San Mauro, piazza Garibaldi, largo Carlo Felice, via Sardegna e via Giardini. Le vittime furono 14. Ma il periodo peggiore iniziò l’8 novembre 1942, quando gli Alleati, dall’Africa settentrionale, decisero di sbarcare in Sicilia per invadere poi l’Europa. I bombardamenti in Sardegna, da febbraio a giugno, servivano a far credere a un imminente sbarco nell’isola. Si intendeva in questo modo diffondere un terrore generalizzato che avrebbe dovuto portare al distacco degli italiani dall’alleato tedesco.

panoramica occidentale

 
 
 

Bombe su Cagliari: Cronologia di una strage

Post n°9 pubblicato il 17 Marzo 2009 da lucyferoh2

1943, Annus Horribilis

“Noi abbiamo bombardato i vostri porti e le vostre industrie che lavorano nel solo interesse della Germania. Avete provato il peso delle nostre bombe. Altre seguiranno. E’ a voi la scelta tra la voce che noi vogliamo portarvi e la distruzione dei tedeschi ed i fascisti provocano sulle vostre città e su voi”. Con questo volantino, dall’italiano impreciso, si intendeva inviare un messaggio alla popolazione. Le conseguenze da parte degli angloamericani non si fecero attendere, e furono terribili: il 17 febbraio la città fu attaccata da 105 aerei fra B17 (le fortezze volanti) e caccia pesanti, P38 Lightning a doppia fusoliera. Alle due del pomeriggio gli aerei da bombardamento americani piombarono nel centro della città per sganciare a tappeto un gran numero di bombe di medio calibro e di spezzoni incendiari. In via Sant’Efisio, tra la chiesa di Sant’Anna e quella di Santa Restituta, fu una strage. Il bollettino ufficiale parlava di 100 morti e 255 feriti; ma in realtà i morti furono quasi 200. Il 26 febbraio una ventina di B17 arrivò sulla città da Capo Carbonara, rovesciando 50 tonnellate di bombe sulla direttrice Bonaria-Castello Stampace. Il bollettino parlava di 73 morti e 286 feriti. Il Teatro Civico fu sfondato, il Bastione di Saint Remy, colpito da tre bombe, perse l’arco con parte delle scale. In Piazza Costituzione si formò una profonda voragine. In Castello, il palazzo del Villamarina fu sventrato, mentre la chiesa di San Giuseppe, vicino alla Torre dell’Elefante, crollò completamente. Di Sant’Anna rimase in piedi solo la facciata e, in piazza del Carmine, una bomba lasciò una profonda buca larga otto metri. Il Municipio conservava solo la facciata. Parecchie costruzioni del Largo, del Corso, di via Sassari, via Maddalena, via Malta e via Caprera diventarono cumuli di macerie.

Stazione FFSS

 
 
 

Bombe su Cagliari: Cronologia di una strage

Post n°8 pubblicato il 17 Marzo 2009 da lucyferoh2

I giorni dell’ira

“Cominciarono quei giorni dell’ira in un implacabile ventoso febbraio, nel quale nuvole, vento, rovesci di pioggia e il magnifico folgorare di un sole che sapeva già di primavera si alternarono in un modo assurdo, sconclusionato, beffardo. Le case caddero ad una, a due, a blocchi, a rioni, senza difesa e senza logica. La polvere coprì in un volatile, impalpabile sudario, l’attimo dei crolli. La città morì senza litanie e sui cadaveri degli insepolti gli aliti dell’aprile fecero sbocciare pietosi fiori, figli del vento”.

(Francesco Alziator)

Il 28 febbraio, 85 aerei (fra bombardieri B17 e caccia P38) lanciarono, in tre ondate successive, 538 bombe per un totale di 123 tonnellate di esplosivo. Le sirene d’allarme, per mancanza di energia elettrica, erano ormai inservibili. L’incursione durò due ore: furono distrutti il porto, il Palazzo della Dogana e la Stazione delle Ferrovie dello Stato. Quasi tutta via Roma andò in rovina. I morti furono 200 secondo le cifre ufficiali e i feriti alcune centinaia. I caduti nelle tre incursioni di febbraio erano stati 416. Il 31 marzo una grossa formazione di fortezze volanti e di caccia pesanti di scorta bombardarono ancora il porto di Cagliari, provocando gravi danni alle navi. La Chiesa del Carmine fu completamente distrutta. Il bollettino parlò di 60 morti e 52 feriti.

 
 
 

Bombe su Cagliari: Cronologia di una strage

Post n°7 pubblicato il 17 Marzo 2009 da lucyferoh2

Le ultime bombe

Il 13 maggio, 197 bombardieri e 186 caccia sganciarono 893 bombe su Cagliari. Durante la notte i bimotori inglesi Wellington completarono l’opera con bombe e spezzoni incendiari: la città fu trasformata in un cumulo di macerie. Crollarono le ultime case, la chiesa dei SS.MM. Giorgio e Caterina fu distrutta e nella stazione delle Ferrovie dello Stato morirono 17 ferrovieri. Ma il bollettino rilevò solamente 10 morti e 56 feriti.

Dopo questa data la città diventò praticamente deserta. Per fortuna, con lo sfollamento, i cagliaritani e gli abitanti delle altre città avevano cercato rifugio nei piccoli paesini, in alloggi di fortuna, già dal mese di febbraio. I pochi rimasti ancora in città (45.000 secondo alcune stime), cercarono a quel punto di abbandonarla con ogni mezzo. A Cagliari rimasero solo gli sciacalli a saccheggiare le poche abitazioni rimaste illese. Da giugno in poi furono scelti soprattutto obiettivi militari: Cagliari fu bombardata altre quattro volte, ma ormai la guerra per la Sardegna volgeva al termine. L’ultimo bombardamento fu il pomeriggio dell’8 settembre sull’aeroporto di Pabillonis. Poche ore dopo Badoglio annunciò alla radio che l’Italia era uscita dal conflitto.

 
 
 

Sagra di S.Efisio

Post n°6 pubblicato il 03 Marzo 2009 da lucyferoh2

 

La tradizione della processione del 1 maggio in onore di Sant'Efisio nacque nel lontano 1657, come scioglimento di un voto fatto al santo dalla città di Cagliari. L'anno precedente la cittadinanza, colpita con particolare veemenza dalla peste propagatasi nell'isola dal 1652, aveva pregato il santo, promettendogli che, se l'epidemia fosse cessata, ogni anno si sarebbe svolta una processione in suo onore dal quartiere di Stampace fino a Nora, ove Sant'Efisio venne martirizzato il 15 gennaio del 303 secondo alcune fonti, secondo altre nell'anno 286. Per lo svolgimento della processione venne scelto il mese di maggio; momento di particolare rigoglio della natura, a significare sul piano simbolico la vittoria della vita sulla morte. La processione coinvolge oggi gruppi folk provenienti da tutta l'isola. Tutti indossano il costume tradizionale del proprio paese d'origine: è la festa di tutta la Sardegna. Non solo evento folkloristico, ma anche momento di forte coesione identitaria. Sfilano anche le traccas (carri a buoi decorati e addobbati a festa), che ospitano attrezzi da lavoro, oggetti di produzione artigianale, pani e dolci tradizionali finemente lavorati. Dopo il passaggio del cocchio col simulacro del santo, la processione prosegue, in tono più intimo e dimesso, fino a Nora, ove la statua resterà esposta alla venerazione dei fedeli fino a 4 maggio, quando farà rientro a Cagliari

 
 
 

 Vita (S. Lucifero)

Post n°5 pubblicato il 03 Settembre 2008 da lucyferoh2

Non si conosce la data della sua nascita, che quasi certamente deve essere avvenuta a Cagliari alla fine del III secolo. Giuseppe Manno, nella sua Storia moderna della Sardegna (1842) dice infatti che sia Eusebio che Lucifero erano nati a Cagliari alla fine del III secolo, e definisce Lucifero come vescovo della città di Cagliari.

L'Eusebio a cui si riferisce è Eusebio di Vercelli, compagno di Lucifero al concilio di Milano del 355.

Nel 321 circa Ario aveva iniziato a diffondere la dottrina che Gesù avesse non una natura divina ed una umana, bensì una sola natura, quella umana, in quanto creato da Dio Padre, ed era stato perciò condannato dal Concilio di Nicea del 325.

Tuttavia la dottrina ariana era stata appoggiata dall'imperatore Costanzo II. Molti vescovi aderirono all'arianesimo.

Atanasio, vescovo di Alessandria, invece, decise di restare fedele al dogma della duplice natura di Cristo e fu per questo accusato di eresia.

Dopo il Concilio di Arles del 353, in cui venne ribadita la condanna di Atanasio, condanna a cui Lucifero si oppose, nel 354 Lucifero, insieme ad Eusebio, fu inviato dal papa Liberio ad Arelate presso l'imperatore Costanzo II con l'incarico di protestare contro la sua politica pro-arianesimo.

Venne quindi inviato, sempre insieme ad Eusebio, al Concilio di Milano del 355, in cui l'imperatore Costanzo riuscì a far sanzionare la condanna ed il conseguente esilio di Atanasio. La maggior parte dei vescovi decise di accettare la condanna; Lucifero, invece, insieme ad Eusebio, a Dionigi vescovo di Milano e allo stesso papa Liberio, rifiutò di sottoscrivere la condannna di Atanasio. Per tale ragione l'imperatore lo mandò in esilio prima in Siria, poi in Palestina ed infine in Egitto.

Durante il suo esilio Lucifero scrisse ripetutamente all'imperatore chiedendogli di tornare nell'ortodossia, ma senza alcun risultato.

Alla morte di Costanzo II, nel 361, l'imperatore Giuliano promulgò un editto (362) che consentiva a tutti i vescovi esiliati di rientrare nelle loro diocesi.

Nello stesso anno Atanasio indisse un sinodo ad Alessandria d'Egitto per porre fine alle dispute dogmatiche, ed invitò ad andarvi anche Lucifero, il quale però si fece rappresentare dai suoi diaconi, preferendo andare invece ad Antiochia, dove, in contrapposizione al vescovo Melezio, che aveva aderito all’eresia ariana, consacrò vescovo il diacono Paolino, il quale appoggiava Eustazio, uno dei difensori del credo ortodosso al concilio di Nicea.

Una volta rientrato a Cagliari, egli si oppose alle risoluzioni del concilio di Alessandria, appoggiate da Eusebio, di reintegrare i vescovi che avevano aderito all'arianesimo nella dignità episcopale, benché ritenesse giusto concedere loro il perdono. Le sue idee gli attirarono molti seguaci, provocando così lo scisma luciferiano.

Lucifero morì nel 370 a Cagliari, dove la sua festa liturgica viene celebrata il 20 maggio.

 
 
 

Il ritrovamento del corpo di Lucifero

Post n°4 pubblicato il 03 Settembre 2008 da lucyferoh2

Durante la ricerca dei corpi dei martiri cagliaritani, voluta dall'arcivescovo spagnolo Francisco Desquivel nel corso del XVII secolo, si cercò di trovare il corpo del vescovo Lucifero nell'area attorno alla basilica di San Saturnino.

Qui, nel 1623 venne riportata in luce una lastra di marmo su cui erano incise le seguenti parole: "Hic iacet BM Lucif Crus Arcepis Callapitanus Primarius Sardine et Corice.ca fl s r me eclesiae que vixit.annis LXXXI.K.Die XX mai".

Venne anche ritrovata una tomba contenente ossa umane e una piccola lastra di pietra con inciso: "A. Llucifer Epp".

Le reliquie furono trasportate nel cosiddetto Santuario dei Martiri nella Cattedrale di Santa Maria a Cagliari il 24 giugno 1623.

 
 
 
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Entrata palazzo civico
 


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via roma
 


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