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I lupi che sono dentro di noi.....


Leggendo " io sono dio " di Faletti mi sono imbattuta in un racconto indiano, la cosa curiosa è che lo stesso racconto l'autore lo ha riportato in un altro suo libro " fuori da un evidente destino ". Probabilmente questa storia o leggenda che sia, lo deve aver colpito molto per raccontarla così spesso. In effetti anche a me piace molto e leggendola con attenzione non possiamo che dare ragione al vecchio indiano. Dentro di noi abbiamo due lupi uno buono e l'altro cattivo, se noi nutriamo quello cattivo dandogli tutto quello che c'è di brutto nell'uomo; odio,indifferenza, gelosia, razzismo, egoismo.....è logico che la persona sarà quello che compie. L'uso del lupo è emblematico, da tempo si è sempre usato questo animale per impersonare il male, da sempre l'uomo ha cercato di sopprimere questa specie, non a caso anche nelle favole il lupo ha sempre la parte del cattivo. Come spiegare nell'uomo la continua sete di guerre, violenze, ingiustizie, repressioni ma anche la violenza che scaturisce ogni giorno in casa sul lavoro....violenza nelle parole e negli atti, violenze che a volte si trasformano in delitti. Casi in cui per la loro eferratezza sia criminologi che psicologi sanno trovare una ragione. Io credo che la violenza è propria di tutti gli uomini,ognuno di noi è un potenziale violento, è il nostro lato primitivo al quale quando si manifesta non sappiamo dare una spiegazione. Questo nostro aspetto è ben nascosto nella parte del cervello che abbiamo ereditato dai nostri lontanissimi antenati " i primitivi ".Talvolta non se ne comprende il meccanismo, scatta una molla e questa violenza esplode......altrimenti come spiegarsi delitti commessi da persone al di fuori di ogni sospetto, persone che non farebbero male ad una mosca? Un vecchio indiano Cherokee è seduto di fronte al tramonto con suo nipote quando all'improvviso il bambino rompe l'incanto di questa contemplazione e rivolge al nonno una domanda molto seria per la sua età." Nonno, perchè gli uomini combattono?"   Il vecchio gli occhi rivolti al sole calante, al giorno che stava perdendo la sua battaglia con la notte, parlò con voce calma.   "Ogni uomo, prima o poi, è chiamato a farlo. Per ogni uomo c'è sempre una battaglia che aspetta di essere combattuta, da vincere o da perdere. Perchè lo scontro più feroce è quello che avviene fra i due lupi".   " Quali lupi, nonno?"   " Quelli che ogni uomo porta dentro di sè."   Il bambino non riusciva a capire. Attese che il nonno rompesse l'attimo di silenzio che aveva lasciato cadere fra loro, forse pe accendere la sua curiosità. Infine, il vecchio che aveva dentro di sè la saggezza del tempo riprese con il suo tono calmo.   "Ci sono due lupi in ognuno di noi. Uno è cattivo e vive di odio, gelosia, invidia, risentimento, falso orgoglio, bugie, egoismo."   Il vecchio fece di nuovo una pausa, questa volta per dargli modo di capire quello che aveva appena detto. " E l'altro?"   " L'altro è il lupo buono. Vive di pace, amore, speranza, generosità, compassione, umiltà e fede."  Il bambino rimase a pensare un istante a quello che il nonno gli aveva appena raccontato. Poi diede voce alla sua curiosità e al suo pensiero.   " E quale lupo vince?"   Il vecchio Cerokee si girò a guardarlo e rispose con i suoi occhi puliti.   "Quello che nutri di più."