Luna Park Mentale

LA TAVERNA DI PLATONE


E' stupefacente come cose scritte migliaia di anni fa si possano adattare, con qualche piccolo cambiamento, alla realtà odierna. Prendi il mito della caverna di Platone, cambiagli una lettera e riadattalo in qualche parte e ottieni un piccolo spaccato dell' Italia di oggi. Non ci credete? leggete! (l'originale lo trovate qui).Si immaginino dei prigionieri, residenti in un paese che per comodità chiameremo Italia, che siano stati incatenati, fin dall'infanzia, nelle profondità di una taverna, avanti ad un televisore. Non solo le membra, ma anche testa e collo sono bloccati, in maniera che gli occhi dei malcapitati possano solo fissare un tv color dinanzi a loro sintonizzato sempre e solo su canale 5 per vedere Mario De Filippi e Barbarie D'Urso.Si pensi come, nel corso degli anni, la realtà totalmente mistificata rappresentata in questi show per cerebrolesi abbia totalmente plagiato la percezione della realtà dei prigionieri, portandoli a credere che la fiction sia meglio della vita reale, e che partecipare al grande fratello o ad amici sia la massima aspirazione della propria vita. Mentre un personaggio esterno avrebbe un'idea completa della situazione, i prigionieri, non conoscendo cosa accada realmente ad un metro dal proprio naso e non avendo esperienza del mondo esterno (sono incatenati fin dall'infanzia), sarebbero portati ad interpretare le figure sullo schermo come l'unica realtà possibile. Si supponga  poi che un prigioniero venga liberato dalle catene e sia costretto ad uscire dalla taverna: in primo luogo, i suoi occhi sarebbero abbagliati dalla luce del sole ed egli proverebbe dolore. Inoltre, le forme della realtà fisica gli sembrerebbero meno reali delle sagome sullo schermo alle quali è abituato. Il prigioniero si troverebbe sicuramente a disagio e s'irriterebbe per essere stato trascinato a viva forza in quel luogo. Volendo però abituarsi alla nuova situazione, il prigioniero riuscirebbe inizialmente a distinguere soltanto le ombre della vita reale; solo con il passare del tempo potrebbe sostenere la luce e guardare in faccia la vera vita. Successivamente, egli potrebbe, di notte, volgere lo sguardo al cielo, ammirando i corpi celesti. Infine, il prigioniero liberato sarebbe capace di vedere il sole stesso, invece che il suo riflesso nella tv, e capirebbe che è esso a produrre le stagioni e gli anni e a governare tutte le cose del mondo visibile e ad essere causa, in modo certo, di tutto quello che egli e suoi compagni vedevano. Quindi, il televoto non c'entra nulla... "nella stanza degli specchi troppi demoni riflessi strani equilibri sono andati compromessi punti sospesi, ombre cinesi perché fossero compresi i dogmi necessari per l'ascesi dovemmo perderci per ritrovarci e poi fidarci perché c'era la stessa luce ad aspettarci stessi segni sulla pelle ci resero anime gemelle e quindi uscimmo a riveder le stelle " (Neffa, Deda, Kaos & Sean - Le strategie dell'universo)