Questo post avrei dovuto scriverlo oltre una settimana fa ma, un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di voglia, mi sono ridotto a farlo solo oggi. Anche i sassi ormai sanno che ci ha lasciato, in questi primi giorni di gennaio, uno dei più grandi musicisti della scena italiana: Pino Daniele. Non è la prima volta che apprendo della dipartita di artisti che apprezzo, ma di solito la cosa nasceva e finiva li. Stavolta questa scomparsa ha lasciato il segno. Non che lo conoscessi direttamente, purtroppo: il punto è che viene a mancare quello che per tutti i Napoletani e gli amanti della buona musica era una specie di parente acquisito. Se nasci all'ombra del Vesuvio dalla fine degli anni 70 in poi, nasci sotto il segno di Pino. Ed è stata la stessa cosa anche per me. Ricordo ancora un viaggio in macchina da Palermo a Napoli nel 1992 con io che obbligavo a mettere in loop "je so pazz". Oppure tutte quelle volte che, quando lavoravo come dj nei locali di Napoli e provincia, quando alle 4 dovevo chiudere la serata e "scendere" coi bpm perchè di lì a breve il locale doveva chiudere, aprivo una mini-selezione di Pino cominciando con "yes i know my way" per poi arrivare ai pezzi più lenti. E ce ne sarebbero altri 1000 di ricordi da raccontare legati alle sue canzoni, ma mi fermo qui perchè altrimenti non ne esco più.Certo, come con tutti i parenti/amici le strade spesso "si dividono": a me ad esempio non piace la strada artistica che ha preso dal 1995 in poi, ma nei 20 anni precedenti ha regalato perle memorabili alla musica italiana. Lui stesso ne era probabilmente consapevole: un paio d'anni fa in un' intervista dichiarò che sapeva che testi come "napule è" (che tra l'altro secondo me non è nemmeno il suo migliore) non ne avrebbe scritti più, ma che voleva continuare a divertirsi suonando. Perchè prima di tutto Pino era un musicista: indimenticabile la sua superband composta da Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese. Il meglio del meglio dei musicisti di allora (e di oggi) che nel 1981 a Piazza del plebiscito regalarono un concerto memorabile a oltre 200000 persone (e ora capite perchè spesso in queste pagine ho scritto che sarei voluto nascere almeno 10 anni prima).
"TU VAJE RERITT E JE REST A PERE...VA' TU VA TANT' JE SBAREO..."
Questo post avrei dovuto scriverlo oltre una settimana fa ma, un po' per mancanza di tempo, un po' per mancanza di voglia, mi sono ridotto a farlo solo oggi. Anche i sassi ormai sanno che ci ha lasciato, in questi primi giorni di gennaio, uno dei più grandi musicisti della scena italiana: Pino Daniele. Non è la prima volta che apprendo della dipartita di artisti che apprezzo, ma di solito la cosa nasceva e finiva li. Stavolta questa scomparsa ha lasciato il segno. Non che lo conoscessi direttamente, purtroppo: il punto è che viene a mancare quello che per tutti i Napoletani e gli amanti della buona musica era una specie di parente acquisito. Se nasci all'ombra del Vesuvio dalla fine degli anni 70 in poi, nasci sotto il segno di Pino. Ed è stata la stessa cosa anche per me. Ricordo ancora un viaggio in macchina da Palermo a Napoli nel 1992 con io che obbligavo a mettere in loop "je so pazz". Oppure tutte quelle volte che, quando lavoravo come dj nei locali di Napoli e provincia, quando alle 4 dovevo chiudere la serata e "scendere" coi bpm perchè di lì a breve il locale doveva chiudere, aprivo una mini-selezione di Pino cominciando con "yes i know my way" per poi arrivare ai pezzi più lenti. E ce ne sarebbero altri 1000 di ricordi da raccontare legati alle sue canzoni, ma mi fermo qui perchè altrimenti non ne esco più.Certo, come con tutti i parenti/amici le strade spesso "si dividono": a me ad esempio non piace la strada artistica che ha preso dal 1995 in poi, ma nei 20 anni precedenti ha regalato perle memorabili alla musica italiana. Lui stesso ne era probabilmente consapevole: un paio d'anni fa in un' intervista dichiarò che sapeva che testi come "napule è" (che tra l'altro secondo me non è nemmeno il suo migliore) non ne avrebbe scritti più, ma che voleva continuare a divertirsi suonando. Perchè prima di tutto Pino era un musicista: indimenticabile la sua superband composta da Tullio De Piscopo, Joe Amoruso, Rino Zurzolo, Tony Esposito, James Senese. Il meglio del meglio dei musicisti di allora (e di oggi) che nel 1981 a Piazza del plebiscito regalarono un concerto memorabile a oltre 200000 persone (e ora capite perchè spesso in queste pagine ho scritto che sarei voluto nascere almeno 10 anni prima).