Luna Park Mentale

FIABE MODERNE: BIANCA-NEVE


A grande richiesta (non è vero, non me l'ha chiesto nessuno, ma fa figo dirlo) torna la rubrica "Fiabe Moderne". Oggi racconteremo la storia di Bianca-neve.Bianca-neve, esponente di spicco della gang del bosco, come si può intuire dal nome era una narcotrafficante famosa per la qualità della sua "roba", pura appunto come la neve. Un giorno come tanti si reca all'appuntamento col lupo sotto la casa diroccata di uno dei 3 porcellini (che nel frattempo erano divenuti salsicce e wurstel) a ritirare il "carico" proveniente dalla colombia, ma si trova coinvolta in una retata. Riesce comunque a fuggire, pensando tra sè "E' stato senz'altro il lupo a "cantare", ma quale cattivo, quello è proprio un infame, un giorno me la pagherà: lo farò ammazzare e il suo corpo lo metterò nei pilastri della casa che devo far ristrutturare a Scajola".Dopo aver vagato per giorni nel bosco alla ricerca di un luogo sicuro ove nascondersi, si imbatte in una casa costruita nel cuore della foresta e nella quale abitano sette nani-spacciatori, che lavorano per lei: Bucalo, Sniffalo, Rollalo, Taglialo, Fumalo, Impasticcalo e Iniettalo. I nani, dopo un primo attimo di sgomento per l'intrusione, sono ben felici di ospitarla: lei in cambio li accudirà nelle faccende domestiche, non potendo uscire perchè ricercata. La ragazza per un pò pensa anche di cambiare vita e di divenire l'angelo del focolare di questi 7 manigoldi. Cade però quasi subito in uno stato di profonda depressione e comincia a parlare con gli animali cercando di insegnare loro a fare le pulizie perchè i suoi coinquilini erano si nani, ma sporcavano peggio di maiali di grossa stazza. I nani uscivano la mattina e tornavano la sera, e lei soffriva molto la solitudine. Anche perchè una ricercata nascosta in una catapecchia in mezzo al bosco chi cazzo la va a trovare. Comunque toccò il cielo con un dito quando una vecchia bitorzoluta bussò alla sua porta, tra l'altro perchè aveva sete. In lei Bianca-neve proiettava il suo desiderio di mettere in piedi un agriturismo, e l'accolse con ogni cortesia. L'avesse mai fatto. Poco dopo Bianca-neve si ritrovò in una bara di cristallo con un pezzo di mela  avvelenata (offertole dalla vecchia infame, che poi si scoprì essere un sicario della gang rivale) di traverso. Ma forse la ragazza sapeva che il frutto era avvelenato e aveva giudicato la morte per avvelenamento un'uscita di scena dignitosa se non spettacolare, in quanto aveva capito che trovare in mezzo al bosco un esperto che l'aiutasse a guarire dalla sindrome di stoccolma era impresa leggermente ardua. Chi può dirlo. Ed è qui che entra in scena il principe, un uomo dalla dubbia sessualità fasciato in una calzamaglia azzurra e con un caschetto biondo modello Carrà dei tempi d'oro. Persosi nel bosco si trova nel bel mezzo di questo funerale, dove altri sette uomini piangono per la scomparsa dell'unica donna che hanno visto nella loro vita, non contando la madre di cui nessuno fa menzione (non ve l'han mai detto, ma la madre aveva abbandonato i nani perchè esasperata dal loro modo di fare animalesco). Ignaro dei retroscena, questo fighetto in calzamaglia scende dal cavallo con l'aria di chi sa cosa fare e lo fa, tra l'altro senza sprecar tempo in superflue presentazioni: da bravo maniaco necrofilo bacia la ragazza morta e se la porta via -tra l'altro indisturbato-, promettendole che potrà tornare a far visita ai suoi amici ogni volta che vorrà. Cioè nel weekend per fargli il bucato della settimana.Alla prossima fiaba, egregi lettori.. (Robert Miles - Fable)