Luna Park Mentale

COSE PREZIOSE


Ultimamente la sera ho ripreso la buona abitudine di infilarmi le cuffiette del lettore mp3 nelle orecchie lasciando che siano  le note a far calare quel velo sugli occhi che scaccia via gli sbattimenti di un'intera giornata. Almeno per poche ore. Potere della musica insomma, e scommetto che se prendete la puntina del giradischi e la mettete sul solco iniziale del vinile che suona la vita del 90% delle persone su questa terra, vi accorgete che la musica è l'unica nota presente costantemente. Che poi ognuno la musica la vive a modo suo, e il concetto di suono è in costante evoluzione. Se a 6-7 anni  sei un piccolo terrorista l'idea di musica è prendere tutte le pentole di casa e poggiarle rovesciate su un tavolo usandole a mò di rullanti (e i coperchi a mò di piatti), prendere una bacinella e girarla usandola come grancassa, prendere le cucchiaielle usandole come bacchette e suonare tutto st'ambaradan come fosse una batteria. Ma soprattutto prendere un'infinità di cazziate perchè quello è casino, non è musica. Almeno a detta degli altri.A 11-12 anni puoi prendere dei vecchi vinili di varii parenti e cominciare a scratchare coi dischi di vivaldi, provando a miscelarli con quelli di Fausto Papetti. Ma continui a prendere cazziatoni perchè i vinili si rovinano. Più in là, verso i 14-15, la voglia di miscelare rimane sempre. Adesso ci sono le musicassette ed inventi un'innovativa tecnica per mixare: smonti l'involucro della cassetta, sbobini, trovi il punto esatto in cui c'è il bianco tra le 2 canzoni e tagli quel minuscolo pezzo di nastro. Poi riattacchi le 2 estremità con un lembo sottile di scotch e richiudi il tutto. 3 ore e mezza per farlo, ma il risultato non è male. Piace pure, e ti rivendi le cassette a scuola, alzandoti un pò di soldi. Negli stessi anni ti appassioni al rap, ma non quello basato sulla trilogia soldi macchinoni-pu**ane, impersonato da finti gangster che nel disco si spacciano per veri duri ma in realtà sono gli ultimi degli imbecilli (il rap di oggi). No, ti piacciono i pezzi che hanno dei contenuti, trasmettono messaggi. Quello che in radio non passeranno mai, e si diffonde grazie ad una rivista che si chiamava aelle e circolava tra le mani di poca gente. Cominci a scrivere testi (a cantare mica sei capace), cerchi di produrre basi, robe cosi.Passa ancora qualche anno, e gli orizzonti si allargano, i confini sono sempre meno visibili: jazz, rock, soul, elettronica, lounge, cantautori e chi più ne ha più ne metta. Basta che non sia musica "di plastica", di cui purtroppo il panorama odierno è pieno. Il viaggio continua, la musica è il linguaggio universale. Ogni persona che passa nella tua vita ti consiglia una canzone, e tu fai lo stesso con loro. Il bagaglio pesa sempre più, ma è un piacere portarlo, zero sudore. Poi più in là ancora con la musica puoi iniziarci a lavorare, e continuare tutt'ora. Poi chissà.L'unico mutuo che varrebbe la pena fare nella vita è per comprare i dischi. Poi si può vivere anche sotto i ponti.. (Kaos One - Cose preziose)