Il 23 marzo 1944 Rosario Bentivegna, Carla Capponi,Giorgio Amendola,Carlo Salinari e Pasquale Balsamo, partigiani comunisti, innescarono un ordigno che uccise a Roma, in via Rasella, 32 soldati tedeschi tra i 40 e i 50 anni (tutti scritturali del reparto logistico, disarmati, e non truppe d'assalto SS come hanno scritto per anni gli avvoltoi comunisti, essendo Roma "città aperta", e quindi sgombra da truppe combattenti). Un'inutile azione di terrorismo, a poche settimane dalla liberazione di Roma da parte degli Alleati, avente come unico scopo quello di scavare un profondo solco d'odio per alimentare la guerra civile. Nell'attentato morirono anche molti civili italiani, tra cui un ragazzino che nessuno ha mai ricordato: si chiamava Piero Zuccheretti, e non aveva ancora compiuto 13 anni. Il 23 marzo '44 si recava al lavoro in una ditta di ottica. Si trovava in Via Rasella quando esplose la bomba posta nel carrettino delle immondizie, e il suo corpo fu dilaniato, come quello dei 32 riservisti tedeschi. I comunisti fecero l'attentato per scatenare l'inevitabile rappresaglia dei 10 italiani fucilati per ogni tedesco ucciso, che fu eseguita il 24 marzo alle Fosse Ardeatine. Nel dopoguerra i responsabili tedeschi dell'eccidio furono condannati non per la rappresaglia, che era stata eseguita in base all'art.42 della Convenzione dell'Aja,ma per aver fucilato alcuni ostaggi in più di quello stabilito. Tra l'altro lo stesso articolo della Convenzione dell'Aja lo applicarono anche i francesi con rappresaglie di 30 e di 50 civili per 1 militare ucciso, i sovietici che arrivarono a fare rappresaglie di 120 civili per ogni soldato eliminato negli attentati, e gli americani del 110 a 1. Ma questa è un'altra storia. Oggi vorrei ricordare, assieme alle vittime innocenti causate dall'attentato comunista di Via Rasella, questo ragazzo di cui si è cercato in ogni modo di nascondere la morte, fino a stravolgere la verità storica. Da segnalare che il comunista Bentivegna,decorato con la medaglia d'oro per quel vile attentato, fino al 1942 era stato dirigente dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti) .
I BIECHI MANIPOLATORI DELLA STORIA
Il 23 marzo 1944 Rosario Bentivegna, Carla Capponi,Giorgio Amendola,Carlo Salinari e Pasquale Balsamo, partigiani comunisti, innescarono un ordigno che uccise a Roma, in via Rasella, 32 soldati tedeschi tra i 40 e i 50 anni (tutti scritturali del reparto logistico, disarmati, e non truppe d'assalto SS come hanno scritto per anni gli avvoltoi comunisti, essendo Roma "città aperta", e quindi sgombra da truppe combattenti). Un'inutile azione di terrorismo, a poche settimane dalla liberazione di Roma da parte degli Alleati, avente come unico scopo quello di scavare un profondo solco d'odio per alimentare la guerra civile. Nell'attentato morirono anche molti civili italiani, tra cui un ragazzino che nessuno ha mai ricordato: si chiamava Piero Zuccheretti, e non aveva ancora compiuto 13 anni. Il 23 marzo '44 si recava al lavoro in una ditta di ottica. Si trovava in Via Rasella quando esplose la bomba posta nel carrettino delle immondizie, e il suo corpo fu dilaniato, come quello dei 32 riservisti tedeschi. I comunisti fecero l'attentato per scatenare l'inevitabile rappresaglia dei 10 italiani fucilati per ogni tedesco ucciso, che fu eseguita il 24 marzo alle Fosse Ardeatine. Nel dopoguerra i responsabili tedeschi dell'eccidio furono condannati non per la rappresaglia, che era stata eseguita in base all'art.42 della Convenzione dell'Aja,ma per aver fucilato alcuni ostaggi in più di quello stabilito. Tra l'altro lo stesso articolo della Convenzione dell'Aja lo applicarono anche i francesi con rappresaglie di 30 e di 50 civili per 1 militare ucciso, i sovietici che arrivarono a fare rappresaglie di 120 civili per ogni soldato eliminato negli attentati, e gli americani del 110 a 1. Ma questa è un'altra storia. Oggi vorrei ricordare, assieme alle vittime innocenti causate dall'attentato comunista di Via Rasella, questo ragazzo di cui si è cercato in ogni modo di nascondere la morte, fino a stravolgere la verità storica. Da segnalare che il comunista Bentivegna,decorato con la medaglia d'oro per quel vile attentato, fino al 1942 era stato dirigente dei GUF (Gruppi Universitari Fascisti) .