Lunigiano

LETTERA APERTA AL CANDIDATO A SINDACO DI LUNI STEFANO PARODI


 Signor candidato a sindaco, leggo sulla "Nazione " di oggi che vorrebbe, qualora fosse eletto, restituire il nome di Ortonovo al  Comune di Luni, perché col cambio si sarebbero rinnegati "circa 1000 anni di storia". Ora la storia non è come la politica:  si basa sui documenti, e non sulle chiacchiere.  Il Comune di Ortonovo, inteso come entità territoriale che ricopre attualmente, (13 kmq) risale solo al 1806, perché prima d'allora  la Valle del Parmignola fino a Luni era divisa tra i due piccoli comuni di Nicola e, appunto, di Ortonovo.  Nel gennaio 1806 un decreto napoleonico stabiliva di abolire il Comune di Nicola per unirlo a quello di Ortonovo. La decisione era dettata dal fatto che  la parrocchia di S. Lorenzo, con il sottostante borgo di Casano-Annunziata, risultava più popolata di quella  di Nicola.Nel 1851 con la divisione del territorio comunale, non più per parrocchie, ma per frazioni, fu staccata da Ortonovo la comunità di  Annunziata che con Casano divenne la terza frazione del Comune. In consiglio comunale i casanesi chiesero che il Comune assumesse il nome della loro frazione, ma Nicola, che anch'essa ambiva al titolo, si oppose e non se ne fece niente. Nel 1877 Ortonovo perdeva  la sede del Municipio che venne spostata a Casano, e quegli abitanti tornarono alla carica per sostituire il nome, ma si opposero ancora i consiglieri nicolesi. Nel 1920 il sindaco Luigi Piola propose la modifica in Luni del nome del Comune,  ma a causa del difficile clima politico che porterà all'avvento del fascismo, non se ne fece nulla. Nel 1926 il podestà Dino Da Milano stabiliva di cambiare il nome del Comune in Luni,  ma questa volta si opposero i castelnuovesi. Arriviamo così al 1958 quando il Sindaco Cariddi Bianchi propose ancora di cambiare il nome al Comune.  Intervenne la Deputazione di Storia Patria che   espresse dubbi e sospese la pratica. Sui  tentativi del 1980 e del 2014 non mi soffermo perché sono recenti. Come vede la storia smentisce la sua affermazione. Sul discorso affettivo,  sull' orgoglio campanilistico, non mi pronuncio, perché non mi riguarda.