Leggo sul Secolo XIX di oggi , 8 Dicembre, l'intervista fatta a Nilo Parentini, uno dei più convinti oppositori alla fusione tra i Comuni di Ortonovo e Castelnuovo e la nascita del grande Comune di Luni. Non entro in merito al fatto che quel signore si faccia portavoce di tutto il Movimento 5 stelle, il che mi sembra strano perché ad Ortonovo, ad esempio, i Pentastellati ancora non si sono espressi sul voto. Mi secca però che, non avendo altri argomenti validi a sostegno della scialba intervista, il giornalista cerchi la rissa stuzzicando i sarzanesi per convincerli a scendere in campo e rivendichino, loro, "diritto"di assumere il nome di Luni. Per dare forza all'articolo e alle polemiche, si tirano in ballo argomenti storici alquanto obsoleti. Quasi tutti sanno che dopo l'abbandono della città di Luni da parte della Curia vescovile, tutta la pianura fino al mare passò sotto la giurisdizione dei Comuni di Ortonovo e Nicola. Solo verso la metà del '500, col prosciugarsi delle paludi, i sarzanesi iniziarono ad avanzare pretese su quelle terre, che ottennero solo dopo tre secoli di battaglie legali e scontri fisici, escluse però le vestigia di Luni che rimasero agli ortonovesi., come lo sono tuttora. Riguardo allo stemma comitale lunense col motto che campeggia sul palazzo comunale di Sarzana risale appena alla fine del secolo XIX. Infine non mi risulta che Sarzana abbia mai fatto richiesta di assumere il glorioso nome di Luni, e sarebbe ridicolo che solo ora ne rivendicasse il toponimo. Quindi è meglio lasciar cadere l'argomento "storia locale", anche perché i sarzanesi con la fusione tra i due Comuni di Castelnuovo e Ortonovo c'entrano come i cavoli a merenda.
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il 20/03/2024 alle 18:53
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