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CHI HA PAURA DELLA STORIA?

Post n°435 pubblicato il 26 Marzo 2019 da eliogente

In occasione del centenario della fondazione dei Fasci di combattimento, si è assistito  alle solite chiassate di pseudo "democratici" e pseudo "antifascisti", ossia categorie di persone piene di pregiudizi e storicamente ignoranti, solite ad aggredire fisicamente e a far tacere  chi non la pensa come loro. Per commemorare quell'evento storico pubblico  un articolo  fuori dal coro del  filosofo e docente universitario  Augusto Sinagra, che può piacere o meno, ma che però fa riflettere.

"All’ora del Vespro di 100 anni fa a Piazza San Sepolcro a Milano si adunarono reduci combattenti, arditi e futuristi, nazionalisti e socialisti, poeti e sindacalisti rivoluzionari, ebrei, cristiani e agnostici, operai e borghesi. Si unirono a “fascio” e nacquero i Fasci Italiani di Combattimento. Nacque il Fascismo; nacque quella che fu e rimane l’idea più audace, più moderna, più mediterranea e più europea che fosse mai stata prima concepita.
E fu Rivoluzione che si concluse vittoriosamente il 28 ottobre 1922 con la Marcia su Roma.Fu anche violenza? Si, fu anche violenza in risposta a più grave, altrui violenza. Né le rivoluzioni si fanno chiedendo permesso ed esse si legittimano per il loro esito positivo.
Nacque lo spirito nazionale che significa consapevolezza di sé e rispetto per l’estraneo. Fu senso della solidarietà e di appartenenza e sforzo comune per il bene collettivo. Fu esaltato il lavoro in tutte le sue manifestazioni.
Fu costruito lo Stato sociale con una imponente e poderosa legislazione sociale, dalla Carta del Lavoro, alla previdenza obbligatoria, all’assistenza sanitaria, all’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, e si potrebbe continuare a lungo. Fu il trionfo del lavoro e il superamento della lotta di classe contro il capitalismo e il collettivismo. Era la “terza via”. Alle vacue enunciazioni delle libertà civili e politiche fu anteposta la concreta realizzazione dei diritti sociali ed economici che danno senso e contenuto ai primi. Alla libertà individuale fu anteposta la libertà del Popolo senza la quale non esistono libertà individuali.
Furono difesi i legittimi interessi nazionali, furono difese le idee e la religione, e fu guerra di Spagna. Fu redenzione dei miseri contro la schiavitù millenaria, e fu guerra in Abissinia. Altri Popoli furono accomunati in un comune destino nel nome del Fascio Littorio.
Fu difesa l’integrità territoriale, l’indipendenza politica e la sovranità monetaria ed economica dello Stato.
Furono commessi errori anche gravi come l’inutile infamia delle leggi di discriminazione razziale, ma gli ebrei furono difesi in Italia e all’estero dagli stessi Comandi militari e civili fascisti. Ancora oggi lo testimoniano gli storici israeliani come per esempio Leon Poliakov o Selah Menachem.
Poi fu guerra mondiale provocata e voluta dalle cosiddette demomassoplutocrazie occidentali per distruggere il modello economico e sociale fascista e la sua sovranità monetaria. Con la vergognosa resa incondizionata (non armistizio) sembrò essere la fine della Patria ma uomini in piedi la difendono ancora.
Il Fascismo fu sconfitto sul campo di battaglia e la vittoria fu del nemico esterno e dei nemici interni che tradirono volgarmente. Fino alla oscenità di Piazzale Loreto. La sconfitta sul campo di battaglia non è però la sconfitta delle idee e sono 100 anni che si parla di Fascismo e se ne parlerà sempre proprio per le idee che esso propugna.
Facciamo paura? Si, facciamo paura ai traditori, agli speculatori, al capitalismo di rapina, ai cosiddetti globalisti di oggi, agli sfruttatori del lavoro altrui, ai nemici dei poveri. Facciamo paura a chi ci vuole servi e asserviti. Facciamo paura ai centri non più occulti della finanza internazionale. Facciamo paura ai mondialisti, a coloro che vorrebbero distruggere la nostra identità e la nostra dignità. Facciamo paura a chi vorrebbe privarci del nostro passato e del nostro futuro.
Facciamo paura alla destra reazionaria e a quella borghesia che antepone i suoi egoistici interessi agli interessi nazionali e alle ragioni del lavoro, creando ricchi sempre più ricchi e poveri sempre più poveri. Facciamo paura a coloro che in esecuzione di un perverso disegno criminoso vorrebbero, attraverso l’importazione di masse di clandestini, distruggere definitivamente ogni minimo criterio di socialità, di identità e di sicurezza, sostituendo al lavoro la schiavitù.
Siamo pochi o siamo tanti? Non importa. Quel che importa sono le idee e ciò che attraverso di esse si vuole realizzare. E il filo riconduce a Piazza San Sepolcro all’ora del Vespro.
Il futuro ci appartiene. Veniamo da lontano e andremo lontano.
Noi abbiamo ancora una Bandiera da spiegare al vento e una canzone da cantare al sole e il Crocefisso precederà sempre i Labari delle nostre legioni." 
                                                                      AUGUSTO SINAGRA


 
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