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RICORDIAMO CHI HA LIBERATO L'ITALIA

Post n°463 pubblicato il 18 Aprile 2022 da eliogente
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   24 APRILE 1945- 24 APRILE 2022

77°ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE DI NICOLA


E' giusto e comprensibile che gli italiani, col 25 aprile, festeggino la liberazione dal nazifascismo. E' del tutto improprio e controproducente che se l'attribuiscano. La nostra Repubblica nasce infatti su un equivoco: che a liberare l'Italia siano stati i partigiani e non gli Angloamericani. Che gli italiani si siano liberati da soli. In realtà la resistenza è stato un fatto del tutto marginale all'interno di quel tragico evento che fu la seconda guerra mondiale. Furono solo poche decine di migliaia di uomini (e donne) coraggiosi che vi parteciparono, ma ebbero un'incidenza insignificante nella liberazione della nostra Patria.

Così per più di 75 anni molti hanno cavalcato sull'equivoco della resistenza che ha consentito agli italiani di far finta di aver vinto la guerra, che invece avevano perso, e nel più ignominioso dei modi, e, a differenza dei giapponesi e dei tedeschi, ha impedito loro di fare fino in fondo i conti con se stessi. Gli italiani nell'aprile1945 si trasformarono da tutti fascisti, o quasi, quali erano stati, in tutti antifascisti sfilando sul carro dei vincitori. Ma poiché non si erano conquistata la libertà con le proprie mani, ma sui fucili e sull'eroismo degli Alleati, divennero ardentemente antifascisti in modo fascista, cioè con la stessa intolleranza e faziosità che divenne sempre più truculenta man mano che ci si allontanava dai fatti. Insomma non c'era praticamente nessuno che non potesse inventarsi patenti “resistenziali”, come minimo di esse restato ai monti almeno per una settimana come “staffetta”.

Quel pietoso fenomeno trasformista ha interessato ovviamente anche il nostro territorio, dove per decenni si è fatto credere che i nostri borghi erano stati liberati dai partigiani comunisti, e non dai soldati americani che sui nostri monti combatterono e versarono i lloro sangue. Ecco perché ogni anno celebriamo una Messa, portiamo fiori e ci raccogliamo sotto la targa affissa nella piazza della chiesa in memoria dei 161 militari americani del 473° Rgt fanteria morti in combattimento dal 7 al 23 aprile per la liberazione dei nostri paesi, e in particolare ricordiamo quelli che caddero per cacciare i tedeschi arroccati nella trincea del Pino, e nelle gallerie sulla collina di Nicola. I loro nomi sono scolpiti nel Cimitero militare americano di Firenze, e indelebilmente anche nei nostri cuori: Eckstrom Harold V.; Robert Crandall W.; Crawford Clifford E.; Crockett James H.; Dalton Robert L.; Dancy Marshall G.; Daniel James R.; Marian Norman H.; Martin Helmer; Mc Carthy John F.; Mac Lelland Clarence H:; Dowdy Jamers M.; Egan Patrick J.; Fountain Harold T.; Frazier Homer D.; Gallaway Harvey P.; Gramtky Leonard R.;Lynn Grover G.; Mackreth Hubert C.; Mann Forrest F.; Thomas Craig R.

                                ONORE


 
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10 FEBBRAIO, GIORNO DEL RICORDO.

Post n°462 pubblicato il 08 Febbraio 2022 da eliogente
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Il 10 febbraio, "Giorno del ricordo", viene celebrato con cerimonie solenni dalle massime autorità civili e militari per ricordare l'olocausto di migliaia di Italiani catturati alla fine della guerra dalle truppe comuniste iugoslave e gettati spesso ancora vivi dentro le "foibe" (profonde cavità carsiche), e lasciati morire dopo atroci sofferenze. Altre migliaia di italiani si videro costretti ad abbandonare per sempre le loro case in Istria e in Dalmazia. Anche la scuola italiana ogni anno viene coinvolta nelle attività di approfondimento e promozione di iniziative volte a diffondere la conoscenza di quei fatti, perché fanno parte integrante della nostra storia nazionale e devono essere radicati nella memoria.. Nel "Giorno del ricordo" manifestazioni si svolgono in tutta Italia, meno che a Ortonovo, (poi Luni), dove, amministrazioni fortemente ideologizzate mai hanno organizzato una commemorazione ufficiale. Però sono sempre in tempo a riparare, ad esempio dedicando uno spazio pubblico in ricordo delle migliaia di vittime, in gran parte, civili: donne, sacerdoti, semplici cittadini, colpevoli solo di essere italiani. A Nicola c'è il parcheggio sul lato nord che ancora non ha una titolazione, perché non dedicarlo ai "martiri delle foibe"? Attendiamo fiduciosi.

 
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Post N° 460

Post n°460 pubblicato il 27 Gennaio 2022 da eliogente
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Il 27 gennaio, Giorno della Memoria, è una ricorrenza internazionale celebrata per commemorare le vittime dell'olocausto.
Le Nazioni Unite scelsero quella data perché in quel giorno del 1945 le truppe dell'Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz, dove morirono decine di migliaia di ebrei. Esiste anche una "Giornata europea dei giusti", per ricordare in non ebrei che si batterono durante la Shoah per soccorrere gli ebrei perseguitati. Pochi lo sanno, ma anche nel nostro Comune durante il periodo 1944-45 vi furono persone che, a rischio della vita, aiutarono gli ebrei dotandoli di documenti falsi per passare il fronte. Tra questi vorrei ricordare il Commissario prefettizio di Ortonovo, Giulio Cesare Lorenzini, che contribuì con don Luciano Pesce-Maineri, abate e rettore del Santuario del Mirteto, a salvare alcune famiglie ebree. Nel marzo 1945 don Luciano nascose nei sotterranei del santuario il rabbino della Spezia Ahron Adolfo Crocolo, sfuggito ai nazisti, e lo aiutò a raggiungere Carrara dove prendeva contatto coi partigiani, continuando a lottare per la liberazione. E' bene in questa giornata ricordare anche i nostri "GIUSTI" Onore! 

 
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LA FIERA DELLE FALSITA'

Post n°459 pubblicato il 01 Gennaio 2022 da eliogente
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E' appena iniziato il 2022 che  già sono partiti all'attacco i soliti "storici" di sinistra per commemorare a modo loro il centenario dell'avvento del fascismo (1922-2022). Per certa gente  ogni occasione è buona per speculare politicamente su pagine di storia controverse interpretando a modo loro la realtà dei fatti. Un primo articolo è comparso sul quotidiano online "La gazzetta della Spezia" dove uno "storico" di sinistra, dopo aver lanciato un  appello ai giovani perché  si dedichino "alla cura della coscienza storica"  ricorda una "spedizione fascista" avvenuta a Ortonovo il 30 ottobre 1921 nel corso della quale, a suo dire,  "fu ucciso il giovane socialista Severino Pietra. Nella sparatoria morì anche l’ex sindaco liberale Pietro Montefiori, passato con i fascisti, che poi ne fecero un martire. La memoria antifascista locale -tratta dalle testimonianze dello scultore Giuseppe “Pippo” Gianoli e della figlia del sindaco socialista di allora, Luigi Piola- tramanda invece la versione dell’uccisione per gelosia. La gente ortonovese ha sempre avvalorato questa ipotesi. La vicenda va studiata, ma a partire da un punto fermo: fu una guerra civile, ma con una sola parte molto armata -la violenza era connaturata al fascismo- e con la vergogna di uno Stato che stava da una parte sola. Basta vedere il triste dato dei morti, dei feriti, degli arresti, delle distruzioni". Ricostruzione falsa e faziosa. A Nicola  la sede del fascio era stata aperta il 4 agosto 1921 dai fratelli Vincenzo e Ugo Da Milano, e contava una trentina di iscritti. Il 30 ottobre, dopo aver preso accordi con i due figli dell'ex sindaco Montefiori, e chiesto rinforzi agli squadristi carraresi, 11 fascisti di Nicola passando per viottoli e si trovarono alla periferia del paese  per attendere gli squadristi di Carrara. Vedendo che questi non arrivavano, o nicolesi decisero di far ritorno a casa. Mentre passavano davanti alla piazza della chiesa un gruppo di socialisti si misero a cantare  Bandiera rossa e a insultare Mussolini. Scoppiò un tafferuglio  proprio mentre dalla chiesa stavano uscendo i fedeli che avevano assistito al Vespro tra i quali c'era il Montefiori, devoto cattolico, presidente della Fabbriceria. Vedendo i due figli che stavano per esser sopraffatti si pose di mezzo per fare da paciere ma fu colpito mortalmente alla gola da un colpo di pistola sparato da certo Severino Pietra. I  fascisti per  aprirsi una via di fuga  spararono alcuni colpi di rivoltella che colpirono il socialista Angelo Pietra  affacciato al balcone  e altri due abitanti del paese, tra cui un ragazzino. I fascisti nicolesi si ritirarono  trascinandosi dietro tre feriti, i due Da Milano e certo Gherardi Ermanno  Tanto per gettare un po' di fango sul Montefiori l'autore ha rispolverato la vecchia calunnia dell'uccisione del Montefiori avvenuta "per motivi di gelosia" . Una falsità messa in giro nei giorni della liberazione per giustificare la distruzione della lapide posta a ricordo del fatto nella piazza del paese.  Quindi nessuna spedizione, nessuna aggressione. Lo "storico" conclude la sua fatica con questa "perla: La vicenda va studiata, ma a partire da un punto fermo: fu una guerra civile, ma con una sola parte molto armata -la violenza era connaturata al fascismo- e con la vergogna di uno Stato che stava da una parte sola. Basta vedere il triste dato dei morti, dei feriti, degli arresti, delle distruzioni. Il "nostro"  Neppure sa che la tenenza dei carabinieri di Sarzana nel 1922 scopri ben 7 depositi di armi degli "arditi del popolo, e che nella guerra civile 1919-22 morirono  3000 persone, 1500 dei quali erano fascisti.

 
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I MIS...FATTI DI SARZANA DEL 1921

Post n°458 pubblicato il 11 Luglio 2021 da eliogente
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 Man mano che si avvicina la data del 21 luglio, sui mass media si sta dando ampio spazio al centenario dei cosiddetti “fatti di Sarzana” (1921-2021), uno degli episodi più tragici di macelleria messicana della storia della nostra terra Quell'episodio, promosso fino all'esasperazione da politicanti e supportato da chi spesso si è specializzato a nascondere la verità storica dietro ambologi e titoli accademici, va inquadrato nella lotta fratricida che si scatenò nel primo dopoguerra in Italia tra chi con la violenza voleva imporre un governo simile a quello stava tiranneggiando la Russia sovietica, echi invece voleva un'Italia anticomunista e liberale. Nel biennio1920-22 gli scontri quasi quotidiani tra le opposte fazioni causarono la morte di oltre 1500 persone tra fascisti e antifascisti. La vittoria di Mussolini portò l'Italia per un ventennio sotto un regime autoritario, ma la salvò da una dittatura di tipo staliniano che sarebbe stata ben più lunga e sanguinaria. Quello che accadde a Sarzana il 21 luglio 1921 fu un episodio che va inquadrato nel clima di lotta civile che andò ben oltre lo scontro tra fazioni. Il tentativo delle squadre fasciste di entrare in città per liberare dalla prigione alcuni loro camerati, fu scongiurato dalla inaspettata reazione dei carabinieri che uccisero quattro squadristi. Gli altri cercarono di salvarsi disperdendosi per le campagne. Purtroppo 10 di loro, 8 dei quali poco più che adolescenti, furono raggiunti da belve umane che li uccisero e infierirono sui loro corpi. Ad alcuni furono tolti gli occhi, altri vennero “sbudellati” ed evirati, di altri si trovarono solo brandelli di carne. Fortunatamente non si registrarono perdite tra i cittadini di Sarzana e tra le forze dell'ordine, a parte un militare ucciso per errore, perché i fascisti non fecero uso delle armi come era stato loro ordinato. Ecco, quelli furono i“fatti ”, o “l'eccidio “, o “la strage” di Sarzana, una pagina triste di storia da compiangere e da commemorare in silenzio per rispetto che si deve alle giovani vittime, e non certo da celebrare, perché non ci fu eroismo, ma solo macelleria messicana. 

 
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