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« Sometimes you're the bugFrustrato in Toto »

Cemento, "paisani" e milanesi efficenti

Post n°13 pubblicato il 19 Marzo 2006 da rockreed

Ieri pomeriggio ci dirigiamo verso la grande Milano dove ci aspetta il concerto dei Toto (di loro non so nulla se non che mi avevano consigliato di vederli dal vivo che "paiono una macchina da guerra"). Se non fosse che Steve Lukater mi impressiona come non pochi sia con l'acustica che con l'elettrica, probabilmente non avrei nemmeno pensato di sobbarcarmi un viaggio in quello che definire inferno di ferro-cemento è esagerato ma ci va parecchio vicino. Al casello di Melegnano imbocchiamo la tangenziale Ovest per raggiungere il Mazdapalace sito in zona Viale Certosa: dopo aver percorso ben 27 Km di bretella ci troviamo di fronte ad un bivio poco illuminato e privo di indicazioni: imbocco chiaramente la direzione errata. Ci troviamo fuori Milano, forse in zona fiera, senza avere la più pallida idea di dove siamo dopo che un benemerito "imbecille" ci ha gentilemente fornito indicazioni fuorvianti (uomo con i baffi che eri vicino al negozio del tatuatore in zona Sacco se stai leggendo - cosa altamente improbabile ma lo spero di cuore - questo epiteto è rivolto a te!!!). Girovaghiamo per 30 minuti circa e con una botta di gulp ritroviamo la via maestra e arriviamo al Lampugnano Park near Mazdapalace. Un parcheggio a pagamento, custodito, sembra un miraggio a Milano: entriamo e ritiriamo la tessera magnetica.....ma....nel cortile esterno non si trova un misero buco, tanto che almeno una ventina di auto stanno disperatamente vagolando chiedendo alla sorte di essere i predestinati per individuare una vettura che generosamente abbandona il proprio posto. Nulla! Mi dirigo verso il parcheggio coperto a tre piani. Entrando vedo una fila chilometrica alle casse automatiche: calma e gesso, troviamo il parcheggio e alle informazioni ci viene detto che il pagamento va effettuato al momento di lasciare il posto auto. Sollevato dalla coda scampata mi dirigo in buona compagnia verso il palazzetto incamminandomi in un viale che pare sbucato in un film di gangster e ghetti di New York: il viale di accesso è occupato su entrambi i lati da furgoni illuminati a giorno e dai quali proviene ogni tipo di musica pompata a mille e un nauseabondo aroma di patatine fritte, hot dog e schifezze varie che sembrano uscite da un documentario sugli effetti dell'aviaria. L'ambiente da luna park viene magistralmente completato dalla fauna più variegata ed eterogenea che possa esistere: dal fattone con l'occhio spento in cerca di spiccioli alla masnada di "paisani" che sbraitano e ridacchiano sguaiati, vestiti da Docce e Gabinetti in overdose da metadone, fino ai 40-50 enni in jeans e maglietta adeguata che hanno portato prole e moglie ad assistere al concerto dei loro beniamini di adolescenza.

Io, dal canto mio, pur avendo la mia compagna al fianco, mi sento osservato speciale in virtù di un paio di occhiali da fare quasi inviadia a James Bond....ma questo è un altro discorso.
Cambiamo i voucher con i biglietti validi e ci mettiamo in coda ai cancelli......attento come una faina vicino ad un pollaio, trovo uno spiraglio, mi incuneo saltando una buona parte di pubblico e siamo dentro.
Il palazzetto a primo impatto mi pare trascurato, poco curato e questa mia sensazione prende conferma al momento di prendere i posti a sedere sulla tribuna laterale: dovrò soffrire per tutto il concerto con le ginocchia in gola perchè la fila davanti alla mia sedia è praticamente incollata alle mie parti intime!

Ad un quarto d'ora dall'inizio si seggono di fianco a noi un "ragazzo" di circa 38-40 anni con la moglie: sembra bolognese dall'accento e pare simpatico perchè sorride ai presenti come a volersi scusare se ci ha fatto alzare per raggiungere il posto. Ciò che me lo rende ancora più gradevole è che, da uno zainetto, estrae un teleobiettivo che pare un bazooka e candidamente esclama "Da qui gli sparo un primo piano che gli faccio le meches". Sarei interessato ad avere qualche bella foto ricordo del concerto e gli dico che ho intenzione di registrare l'evento, cercando di ingolosirlo per un possibile scambio. Lui, mi guarda, sorride divertito ma non abbocca...vabbè, come non detto.
Inizia lo show e i Toto paiono davvero in forma smagliante: Lukater è l'istrione attorno al quale ruotano tutti gli altri ed a suo agio par essere anche Kimball, il vocalist, tornato nella band dopo anni di attività solista. Gli altri vivono di luce riflessa anche se sono realmente dei virtuosi nel suono dello strumento di competenza: Simon Phillips è una macchina da guerra alla batteria e percussioni ma pare un po' freddo nella propria precisione. E' una sensazione ma avverto un po' di scollamento tra i reparti e il basso sembra davvero penalizzato dall'acustica. Ad ogni modo il concerto scorre veloce tra l'alternanza di brani dal nuovo "Falling in between" e di classici quali "Rosanna", "Hold the line", "Stop loving you" mentre il "ragazzo" con il bazooka di fianco a me canta allegramente tutte le canzoni....(ed io lo odio perchè ho pagato per ascoltare Lukater mica sto ragazzotto con la nostalgia dei suoi venti).

Ale termine del concerto, ottenuta la mia registrazione, mi dirigo verso l'uscita dopo aver fatto defluire parecchie persone.....non immaginavo quello che mi sarebbe aspettato (continua)

Currently listening to:
Verve "Bitter Sweet Symphony"
(from "Urban Hymns" 1997)

 
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