Creato da: rockreed il 05/01/2005
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Fuoco sacro

Post n°10 pubblicato il 16 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Forse è da considerarsi a ragione il primo vero rocker della storia: per la sua storia e per la sua vita travagliata deve essere considerato un innovatore, un "puro" per il coraggio con cui ha trattato certi argomenti in un paese ancora puritano ed attento all'etichetta e legato alla religione come gli USA degli anni 50. Johnny Cash ha rappresentato la voce fuori dal coro e la trasgressione del musicista sensibile e maledetto, voce dei reietti e pugno nello stomaco dei benpensanti.
L'ho scoperto da poco ma per chi si avvicina a questo credente nel sacro fuoco del rock e di Dio consiglierei il poker di collaborazioni e cover guidate dal prodigioso producer Rick Rubin - "The American Recordings" in cui il nostro si cimenta in rivisitazioni di propri indimenticabili composizioni come "The man comes around" o di brani quali "Personal Jesus" dei Depeche Mode o di U2 come "One" o degli Eagles come "Desperado" od ancora "The mercy seat" dell'altrettanto tenebroso Nick Cave soltanto per citarne alcune.
Se qualcuno fosse in procinto di acquistare invece il monumentale cofanetto "Unhearted" compilato da Rubin per sancire i 10 anni di collaborazione con colui che portò a successo "Ring of Fire" mi faccia sapere qualcosa: ho il cuore palpitante e l'acquolina in bocca nel sapere cosa riservano i 5 cd della preziosa confezione in stoffa nera.
Grazie "Man in black" per tutto ciò che hai fatto, le generazioni che ti hanno incontrato sul loro cammino ti ringraziano e lodano Dio che ti ha reso capace di trasferirci il tuo mondo e il tuo sentire intenso! One day we will meet again.

Cash, all'inferno e ritorno
Tratto dalle due autobiografie del cantautore, scomparso nel 2002, Quando l'amore brucia l'anima affronta un periodo decisivo nella vita dell'artista. E cioè gli anni che vanno dal suo exploit, a metà anni Cinquanta (insieme a star del calibro di Elvis Presley e Jerry Lee Lewis, entrambi presenti nella pellicola), fino al 1968. Quando Johnny si libera dalla sua dipendenza dalle anfetamine, e rilancia la sua carriera grazie a uno dei dischi americani più venduti di sempre: il concerto alla Folsom Prison. Nel mezzo - dopo una parentesi dedicata all'infanzia, segnata dalla morte dell'amatissimo fratello - ci sono tanta musica, e soprattutto l'amore per la donna che diventerà sua moglie, e che gli starà accanto tutta la vita: la cantante June Carter. Interpretata da Reese Whiterspoon, anche lei candidata all'Oscar.

Una pellicola che è un viaggio alla scoperta di un uomo complesso, diventato schiavo della droga, e amatissimo da tutte le generazioni di musicisti (compresi i punk, i grunge, i rapper) per la sua capacità di cantare l'America dei disederedati, dei poveri, dei galeotti. Quanto a Phoenix - che esegue anche, in maniera più che dignitosa, i brani musicali di Cash - ha in comune col personaggio la familiarità con le dipendenze: è fratello di River Phoenix, morto per overdose, e ha ammesso di avere avuto problemi con l'alcool.

Currently listening to:

Johnny Cash "The man comes around"
(from "American Recordings IV: the man comes around" 2002)

 
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Once upon a time in the west

Post n°9 pubblicato il 15 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Se si pensa che ai tempi dei pionieri in cerca d'oro lo stato di diritto non era ancora stato definito certamente potrebbe trovare parecchie affinità con la società odierna. Si badi, non sto parlando di efferati omicidi tra consanguinei, di rapimenti, sparatorie, scippi di anziani per una manciata di euro che sono diventati il pane quotidiano di telegiornali sempre più morbosamente attenti alla cronaca nera. Il buon sensocomune che tanto veniva predicato dai nostri nonni sembra completamente svanire quando l'essere pensante "uomo" si introduce nell'abitacolo e diventa un mostro di carne e metallo a 4 ruote entrando in perfetta simbiosi con la sua autovettura. La sindrome da competizione si impossessa di tutti noi e anche le donne sfoderano un'aggressività davvero stupefacente quando subiscono un torto per una manovra audace di un pilota spericolato (maledizioni e parolacce a profusione scaturiscono da quelle boccucce che potresti ritenere sante quando stampano sonori baci sulle gote dei propri pargoli....). A discolpa del povero automobilista stressato, deluso, innervosito ci sono code chilometriche ovunque: per andare al lavoro, al centro commerciale, in palestra, in posta, banca....per non parlare degli uffici delle amministrazioni pubbliche e governative in generale.

Oggi mi sono recato a Modena per una commissione impiegando circa 2 ore tra andata, esplicatio della suddetta pratica (5'34'') e ritorno. Mi sono reso conto che il classico automobilista della domenica, immerso in una jungla di asfalto, bestioni dai rimorchi improponibili, gas di scarico, rotonde, sensi unici e insetti meccanici che spuntano da ogni dove, potrebbe decidere di "appendere" l'auto al chiodo, complice una crisi di panico ed ansia che diventerebbe rapidamente cronica.
Se mio nonno fosse vivo potrebbe pensare di star vivendo all'epoca dei moti del 48.....Bartali direbbe "Je tutto sbagliato, je tutto da rifare!". Beh Ginaccio, come darti torto....

Currently listening to:
Dire Straits
"Once upon a time in the west"
(from "Communiquè" 1983)

 
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In the Midnight Hour

Post n°8 pubblicato il 15 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Breve cenno per accompagnare la giornata al volgere: la fretta è cattiva consigliera in ogni circostanza, meglio astrarsi un attimo e riflettere. Ci siamo quasi....la maturazione è quasi completa.....Sabato prossimo, 18 Marzo, mi aspetta un funny concert al Mazdapalace di Milano: Toto live! Un mio collega, egregio axeman, me li ha consigliati caldamente perchè dal vivo risultano effervescenti, funambolici, generosi. In effetti si potrebbe dire che sono il classico gruppo rock fm: in questo momento credo ci sia bisogno di un po' di rock'n roll senza grande impegno o sforzo di comprensione. Puro divertimento che mi auguro di cogliere in Lukater, Porcaro e soci.

P.S: qualcuno mi rimproverà data l'ora....ma sto seguendo i suoi consigli e so comunque che capirà.

Se riuscirò ad entrare inosservato vi regalerò una chicca....stay tuned!

 
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Odi et amo (part 2)

Post n°7 pubblicato il 13 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Sabato 25 Febbraio sono diretto a Mantova, il Palabam mi (ci) aspetta ed io però non mi aspetto nulla, niente di trascendentale da un newyorchese in trasferta. Mi dico ma che cosa può spingerlo a venire in una provincia ricca ma banalotta e legata alla terra come Mantova, lui che è forse il rocker più oltraggioso e trasgressivo degli ultimi 40 anni? Beh, fatti due conti in tasca un'amara considerazionemi assale....cerco di non pensarci e mi dico che tanto non ho nulla da perdere, tanto i quattrini già li ho buttati. Quando entro nell'arena cementea mi pento ancora più di quanto non abbia fatto nelle mie elucubrazioni precedenti: sono esattamente a metà della platea, spostato a sinistra, con il palco a 20 metri. Mi accomodo a malincuore salvo poi avere la gradita sorpresa che il culo di facocero che ci aveva indicato il posto aveva clamorosamente toppato! Una hostess ci chiede i biglietti e, notando l'errore, ci accompagna....in treza fila, centralissimi!! Si spengono le luci e, accompagnato da un roadie con una piccola luce, entra il Lurido lento e caracollante....imbraccia la chitarra e subito dopo parte "Paranoia K of E". Si avverte da subito che la nottata gli ha portato consiglio anche se gli evidenti limiti della struttura e dell'impianto di amplificazione fanno il resto (in maniera assolutamente negativa): Lou è in palla, ha voglia di suonare, dirige da perfetto dittatore e si vede che si diverte a dettare i tempi agli altri. La band, composta da fior fiori di musicisti, lo segue sembra divertita ed in perfetta sintonia con l'istrionico ma glaciale Lou. I fedeli Rob Wasserman, Fernando Saunders, Mike Rathke e Tony "thunder" Smith si scatenano lanciati dalla volontà del loro deus ex-machina. Ne esce un concerto fatto di canzoni minori tirate, dilatate quasi in forma free jazz o modello primi Velvet. Lou poco si concede al pubblico in termini di appeal ma è questo suo modo distaccato che attira i suoi più accesi fan. Si arriva al termine dopo 1ora e 35 minuti e uno scroscio di applausi tuonanti che fa ritornare sul palco il vecchio che si concede soltanto per una "Sweet Jane" con attacchi fuori tempo per impedire ai fan di cantare all'unisono con lui....

E' possibile che questo 64enne possa ancora manipolare tante menti!??? Io lo odio, questo stronzo ma sentirlo duettare con Saunders in "Tell it to your heart" mi fa capire di quanto riesca ancora ad amare il suo genio.
Auguri Lou, take again a walk on the wild side!

Currently listening to:
David Bowie "Heroes" (from "Heroes" 1977)

 
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O lo ami o lo odi! (E spesso vince la seconda)

Post n°6 pubblicato il 12 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Può essere singolare ma sto parlando di Mr. Lou Reed, leader dei gloriosi Velvet Underground. Il suddetto signor Reed sta solcando in questi giorni la ridente penisola italica squassata dal maltempo per un tour invernale che ha toccato Torino, Firenze, Mantova, Milano, Piacenza, Roma, Ravenna, Perugia, Teramo, Catania, Napoli e Pordenone. Ho potuto assistere a ben 3 esibizioni del "lurido" come lo chiamano i suoi affezionati e certamente sono stato pervaso da sentimenti contrastanti come alterni sono stati i giudizi espressi da addetti ai lavori e estimatori o profondi conoscitori dell'arte del nostro. A Firenze ho visto un uomo insolente, svogliato, quasi infastidito da un pubblico a dire il vero glaciale, poco partecipe: davvero poco propenso a donarsi mi ha indispettito non poco perchè sono dell'opinione che un artista abbia il compito e il dovere morale (se non per indole, almeno per rispetto di chi sborsa un sacco di quattrini per assistere alla sua esibizione) di intrattenere e coinvolgere. Ecco, Reed a Firenze non ci ha nemmeno provato: un'ora e quaranta di concerto e appena un bis (la svogliatissima Sweet Jane che gli suggerisco di non riproporre più....) per togliersi questo peso dallo stomaco. Me ne sono andato con l'amaro in bocca e con l'incazzatura di aver dovuto superare il valico appenninico di Barberino del Mugello - Pian del Voglio sotto una fitta nevicata e senza nemmeno catene da neve!

Visto che sono un pizzico masochista la sera dopo mi sono recato a Mantova per assistere al medesimo concerto con la consapevolezza di assistere alla medesima sceneggiata di un anziano rocker che viene in Italia a riempirsi le tasche di un bel quantitativo di euro....ma....accade un sorta di trasformazione: il nostro "lurido" si redimerà? Domani il seguito............

Currently listening to:
Lou Reed "Walk on the Wild Side"
(from "Lou Reed Live - Extended Version" 1975)

 
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Quello che la gente vuole (critica a certa critica)

Post n°5 pubblicato il 12 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Visto che siamo in argomento perchè non approfondire... Credo si sia già capito che mi piacciono i Pink Floyd (beh, che ci volete fare, la preistoria e i dinosauri mantengono sempre un certo fascino verso noi piccoli avventori dei futuro...) e mi auguro che siate informati che il loro ex-chitarrista (sì, perchè dopo la reunion inaspettata del 2 Luglio 2005 in occasione del "Live 8" si è definitivamente messa la parola FINE sul gruppo) David Gilmour ha da pochi giorni pubblicato il suo 3° album solista, intitolato "On the Island".

E' certamente noto quanto pigro sia il buon David tanto che "On the Island" segue di ben 12 anni l'ultimo album in studio della band ("The Division Bell" n.d.r) e di ben 22 anni l'ultima fatica solista dell'uomo che sostituì Syd Barrett ("About Face" datato 1984).

Oggi ho ascoltato per intero l'album e devo premettere alcune considerazioni prima di addentrarmi nel discorso "pregnante" che vorrei sviscerare.
1) Il buon Gilmour certamente non deve dimostrare nulla perchè è riconosciuto, a ragione, un chitarrista davvero eccelso e raffinato. Il tocco rimarrà per sempre davvero riconoscibile ed inimitabile (vero Syd?).
2) Dal Gilmour solista non mi aspettavo nulla di trascendentale nè di innovativo: a mio avviso rimane un ottimo esecutore, con un senso della melodia invidiabile e una sensibilità per la misura senza paragoni (non è mai stucchevole nei suoi intermezzi od assoli, misurato e fine lo definirei) ma il tallone d'Achille che lo penalizza terribilmente è la completa inettitudine nella stesura dei testi (tanto che spesso e volentieri attinge a piene mani dalla moglie scrittrice e giornalista).

Ciò premesso, al primo ascolto posso affermare di non essere eccessivamente entusiasta ma nemmeno deluso: è esattamente come credevo fosse. Indubbiamente c'è qualche squarcio di ottime intuizioni ("Castellorizion" che fa da intro al lavoro è forse la più "sperimentale" delle tracce mentre "On the Island" è il singolone che imperversa nelle classifiche e che rimane in testa subito... ma se devo scegliere preferisco "Take a Breathe" dove c'è una piccola scossa dall'andamento generale e si avverte il "raw" Gilmour) ma il dischetto scorre via come un esercizio un pochino di maniera, puro divertimento personale di chi l'ha realizzato senza "sforzarsi" più di tanto in soluzioni strabiglianti, gravato anche da una iper-produzione invadente e troppi ospiti invitati più per il nome altisonante che a dar lustro allo sforzo del nostro.

Critica della critica dicevo....leggendo infatti recensioni dei più importanti magazine stranieri una mi ha fatto riflettere: in questo album, a giudizio di tal recensore, si sentirebbe in maniera eclatante l'assenza di Roger Waters, la sua abilità nel dare senso ad una struttura, ad un insieme di canzoni: il critico dice il "bite", cioè il morso venefico di Waters, anima dei concept dei Floyd (da "Dark Side of the Moon" a "The Wall" passando per il pur malinconico e colmo di rimpianti "Wish you Were Here o per l'affilato, tagliente, sarcastico e sottovalutatissimo "Animals").

Tal signore non ha capito che il sig. David Gilmour non è equivalente ai Pink Floyd per cui da un disco solista non ci si può attendere ciò che un gruppo ha espresso con l'amalgama dei suoi componenti. Il buon Gilmour è un ricco borghese di 60 anni che, se fa musica, la compone per assoluto diletto personale e non per diventare un surrogato di un gruppo imprescindibile e innarrivabile nelle sue vette espressive.
Personalmente invece mi aspetto molto dall'attività live e dal tour di questo "On the Island" perchè non c'è nulla di più corretto che definire David Jon Gilmour "voce e chitarra dei Pink Floyd": non invochiamo però paragoni ingombranti a dispetto degli assenti.

Gilmour rimane Gilmour, Waters rimane Waters. I Floyd erano un corpus di 4 personaggi il cui contributo ha creato una parte del selciato della musica rock contemporanea.

Per chiunque volesse approfondire e aver notizie su i tour imminenti nel nostro paese di Gilmour e Waters consiglierei di fare un giro su www.pink-floyd.it

Currently listening to: David Gilmour "Take a Breathe"

 
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Thanks God is Sunday

Post n°4 pubblicato il 12 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Io sono così, scrivo se mi coglie vaghezza ed oggi sinceramente mi sento un po'forzato a farlo. Credo mi possa fare bene. E' domenica e, dopo un sabato trascorso in faccende affacendato, verso il mezzogiorno mi ha colto la neve. Di quest'inverno non ne posso più: troppo lungo, freddo, umido, nebbioso. Sogno la primavera con il suo tepore, il sole luminosissimo e la mia voglia di andare in bici con la macchina fotografica.
Sono in camera mia, chitarra sul letto, gatto irrequieto che miagola pigro, fuori che fa buio piano: nello stereo gira il nuovo di Gilmour e mi dico che forse farebbe bene a ritirarsi nella sua dorata prigione con moglie e prole ma, allo stesso tempo sono curioso di assistere ai suoi concerti italiani. Pensate ad "Echoes" o a "Wot's? Uh..the deal" e voi pinkfluidi avete capito a cosa mi riferisco, vero!? Diamond Dave, a te si perdona (quasi) tutto, anche in una giornata così piatta.

 
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Ocean Man thinking

Post n°3 pubblicato il 09 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Oggi pensavo di lasciare il mio lavoro. Non mi importa se non sapete che lavoro svolgo e non credo abbia importanza che lo dica. Oggi è stata una di quelle giornate dove ti senti bene pensando di essere altrove; oggi respiravo aria di mare, odore di olio di cocco e vedevo lo skyline di una città mediorientale, sconosciuta e misteriosa. Oggi è stata una giornata come tante ma con il profumo di una libertà irresistibile: oggi il mio io era a migliaia di km di distanza che si godeva il vento di una vallata degli States. Il contorno non importa, ero io e una sensazione di felicità.

Today song: Ween "Ocean Man"

 
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Per chi vuole intendere.... (se non intendi non importa)

Post n°2 pubblicato il 08 Marzo 2006 da rockreed
Foto di rockreed

Questa specie di "bottiglia" lanciata in mare, così a lungo trascurata, torna su una rotta plausibile ma ancora lontana da ogni segno di possibile accoglienza. Quanto più la Musica mi prende tanto più mi allontano dal genere umano: ci sono tanti e tali elementi della peggiore razza che non meritano un briciolo di considerazione. Ecco, vorrei avvisare costoro di non intaccare il mio già precario equilibrio! Non giocate con me, non sto a nessun gioco, sono libero nei miei pensieri e nella mia immaginazione e non voglio che nessuno entri nel mio mondo interiore.

Preferisco viverla la mia solitudine piuttosto che sottostare a giochetti del cazzo che non significano nulla e fanno solo perdere tempo. In me c'è necessità di riflessione, di approfondire, di introspezione, di chiarezza, di godermi il bello, lo stupore generato dalla sensibilità. Statemi alla larga venditori di false speranze, semplici ingannatori con i vostri incensi fumosi, arroganti e presuntuosi tuttologi, ignoranti e gretti millantatori di conoscenze, disgustosi vomitatori di sentenze. Io ho bisogno di me stesso.

Io voglio solo un killer della psiche, ci mi costringa a capire l'importanza di una comunione di spirito indissolubile.

Chi vuole intendere......

Song of the day: John Cale "Dirty-Ass Rock'n Roll"

 
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Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 05 Gennaio 2005 da rockreed
Foto di rockreed

Salve a tutti i visitatori! Al momento il mio diario è assolutamente sguarnito, come una cornice in cui il pittore può inserire ciò che la fantasia gli propone.... presto avrete mie notizie e cercherò di rendere il tutto appetibile e gustoso. Perchè lo faccio? Non saprei ma la curiosità mi ha spinto e la voglia di mettere in gioco una parte di me. Per questo siate i benvenuti!

P.S: vorrei che queste poche righe avessero lo spirito e la sagacia (ho quantomeno la presunzione che possano anche solo sfiorare tali qualità) del compositore/musicista/fenomeno la cui foto accompagna il primo pensiero. A te Frank, illuminaci sempre con il tuo verbo e che la musica ci accompagni

 
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