MI RACCONTO

SENZA COMMENTO


CATANIA - Quasi vent'anni di servizio nella polizia, donatore di organi, sangue, volontario della Croce Rossa insieme alla moglie e poliziotto coraggioso. Colleghi ed amici descrivono così Filippo Raciti, l'ispettore di polizia di 38 anni ucciso ieri sera durante gli scontri che hanno insanguinato il derby siciliano Catania-Palermo. Coraggioso perché, come ricorda Roberto, collega di lavoro e amico, "era di un altruismo unico che manifestava anche quando non era in servizio. Ricordo l'ultima alluvione che ha colpito Catania quando Filippo, pur non essendo in servizio, non esitò ad intervenire per salvare una persona immobilizzata nella sua casa vicino all'aeroporto". Oggi pomeriggio la moglie Marisa Grasso è tornata nello stadio dove gli ultrà hanno ammazzato il suo Filippo per deporre un mazzo di fiori. "Resterai sempre nei nostri cuori", le poche parole scritte sul biglietto. Un gesto toccante quello di Marisa, protetta da alcuni colleghi del marito che l'hanno abbracciata e sostenuta mentre liberava un pianto disperato. Una donna dal carattere forte, che soffre in silenzio, seduta per quasi tutto il giorno accanto alla lastra di marmo dell'obitorio in cui è stato composto il corpo del marito. Con lo sguardo fisso verso il volto del suo amato Filippo, accarezzandogli i capelli, le mani giunte sul petto. I genitori di Filippo Raciti sono anziani. Entrambi, seduti nella stanza dell'obitorio, piangono il figlio morto per una partita di calcio. Il padre ogni tanto si affaccia nel cortile all'aperto con l'aria incredula di chi non riesce a spiegarsi il motivo di una tragedia assurda e senza un perché. Non ha più lacrime la sorella dell'ispettore, Giulia, che fa fatica a parlare. La sofferenza le stringe la gola e il cuore: "Non ha alcuna importanza - dice - chi sia venuto qui a darci conforto, perché tanto mio fratello è morto. Da quel letto Filippo non si alzerà più. Non è una cosa di tutti i giorni perdere un fratello, soprattutto in questo modo...". Raciti aveva due figli: una ragazza di quindici anni, Fabiana, e un bimbo di nove, Alessio. La figlia l'hanno vista allontanarsi oggi dall'ospedale sorretta da alcuni parenti in preda alla disperazione. Per lei e il fratello due iniziative importanti: il quotidiano La Sicilia ha indetto una raccolta fondi, mentre il Coni, fa sapere il presidente Gianni Petrucci, ha intenzione di istituire delle borse di studio destinate a loro. La moglie Marisa tra due settimane avrebbe dovuto sostenere l'esame per diventare infermiera: era volontaria da due anni insieme al marito. La notizia della morte di Filippo l'hanno saputa dalla televisione. E' sempre Roberto, il poliziotto con cui Raciti formava una coppia affiatata in servizio e nella vita privata, a confidarsi con la stampa: "A me è arrivato un sms, la famiglia l'ha saputo dalla tv. E' una cosa che non voglio neanche commentare. Filippo era come fratello per me, è stato il padrino di mio figlio al battesimo. Siamo entrambi donatori di organi e sangue e ci siamo occupati anche di problemi di bambini soli. L'ultima volta che l'ho visto è stato ieri, nel pomeriggio. Mi ha dato il suo foulard rosso - continua Roberto - quello della divisa, dicendomi di tenerlo perché secondo lui tirava una brutta aria e avrei potuto averne bisogno. Sembra quasi una premonizione". E dire che a Filippo "non interessava il calcio. Non era il primo derby che facevamo insieme. In un derby fra Catania e Palermo - aggiunge ancora Roberto - siamo stati insieme ad un processo contro un tifoso che ha patteggiato". Salvatore Renda, l'altro poliziotto ricoverato ieri sera in seguito ai tafferugli, ricorda quando Raciti entrò in polizia nel 1988, trascorrendo gran parte della sua carriera nel Reparto mobile, tanto da essere uno degli uomini di maggiore esperienza. "Un uomo maturo più della sua età" racconta Renda. Parole di cordoglio per il poliziotto deceduto arrivano anche dal principe Emanuele Filiberto di Savoia: "Ho deciso di dedicare il mio viaggio a Catania alla famiglia di Filippo Raciti e a tutta la Polizia di Stato. Desidero essere vicino a loro in questo momento". Emanuele Filiberto arriverà domani a Catania, per esprimere la solidarietà di Casa Savoia alla famiglia di Raciti. In una nota, la Casa reale esprime anche il suo cordoglio verso l'Istituto Nazionale per la Guardia d'Onore alle Reali Tombe del Pantheon, di cui Filippo Raciti era membro. (3 febbraio 2007)