Erebos

A volte ritorna


Anniversario di Dolore... per chi mi conosce Mi hai illuso Messer Tempo, ti sei burlato di me, ma non posso biasimarti. Anni son passati da quel nostro incontro e mentre le lacrime si abbracciavano danzanti sul mio volto pallido da Dolore oppresso, tu, ilare giullare dai mille volti, mi prendesti la mano, sollevasti il mio volto e giurasti che mi avresti salvato, che mi avresti fatto dimenticare quella morte talmente lancinante perchè non la mia. Dicesti di essere in grado di preparare un liquore d'oblio che, se non proprio Dimenticanza avrebbe addormentato nel mio cuore, almeno un soporifero velo ovattato avrebbe disteso su di esso in modo da attutire le sue percezioni di quel funesto e maledetto giorno. Poco manca all'Anniversario di Dolore e nulla pare mutato dopo anni, carogna blasfema! Perchè il ricordo Suo è sempre più forte e vivido in me e perchè la Tristezza è l'unica mia compagna in questi giorni? Perchè Rabbia mi solletica le mani impotenti ormai e un demone, di nome Rimorso, mi divora le viscere? Perchè avrei egoisticamente preferito odiarlo di modo che la dipartita sarebbe stata simile a gioia? Perchè invece lo amo più che mai e spero sempre di specchiarmi nella luce riflessa di lassù della sua anima mai pavida? Un suo sorriso mi rasserenava quando la terra pareva sfaldarsi sotto di me, le sue grandi mani mi contenevano da piccolo e l'ammirazione che abitava negli occhi miei al solo guardarlo mi fa sorridere lacrime. Ho cercato, padre mio, un motivo per provare rancore nei tuoi confronti, che mi potesse indurire il cuore come l'arido alito del deserto, ho invitato Ragione a simposio e quanto abbiamo discusso per cercare un motivo. Ho cercato di essere forte come tu sempre mi dicevi, ho cercato di non piangere e di cacciare sempre più giù la morsa sanguinosa che mi dilania l'anima, ho cercato risposte nel tuo ricordo che rende immortale, ho cercato... Dio solo sa quanto ho cercato! Ma vorrei essere ancora quel tuo figlio che perdeva la sua mano nella tua e che ascoltava rapito la saggezza stillante dalle tue labbra scure come le mie. Vorrei di nuovo far danzare l'anima mia sulle tue gambe e addormentarla cullata tra carezze forti di tenerezza. Ti voglio bene padre anche se te l' ho detto poco. Quanto? Mi domandavi quando vivevo di sogni incantati e, mentre tu mi guardavi sorridendo, io allargando al massimo le mie piccole braccia e ti rispondevo: " TANTO COSI'!". Quando domani, come ad ogni sorgere del sole e per l'Eternità, mi osserverai da lì, ti prego accarezza i miei capelli con un soffio della tua anima e sveglia il mio cuore con quel tenero bacio che mi faceva sentire sicuro e protetto: sentendolo, magari piangerò, ma saranno lacrime d'ambrosia che ti racconteranno il mio affetto per te. Per sempre il tuo piccolo.